Comunicato stampa

 

Abbiamo appreso, nella mattina di oggi, giovedì 13 marzo, del provvedimento di "riduzione allo stato laicale" comminato al nostro presbitero Franco Barbero.

Dichiariamo innanzi tutto che per la comunità cristiana di base di Pinerolo Franco resta il nostro presbitero e nulla cambia rispetto a prima.

Possiamo testimoniare il suo impegno durante quarant'anni di ministero nella solidarietà, nella ricerca di fede e testimonianza del Vangelo, elementi questi, nella vita della nostra comunità, inscindibili e inseparabili. Non è possibile testimoniare il Vangelo senza praticare la solidarietà e la sollecitudine verso gli ultimi e le ultime.

Lascia amareggiati/e l'indisponibilità assoluta del vescovo ad incontrare la nostra comunità e a dialogare con essa, nonostante i ripetuti inviti. La questione viene ridotta al "caso Barbero", ignorando che in questi trent'anni di vita comunitaria è stato condiviso un cammino di fede da parte di donne e uomini; inoltre il numero di coloro che partecipano alle attività della comunità cristiana di base è in continua crescita.

Questo cammino non è solo della comunità di Pinerolo, ma di innumerevoli comunità di base in Italia, in Europa e in America Latina. Ignorare questa realtà significa non tenere in alcuna considerazione il percorso di fede di fratelli e sorelle che condividono l'insegnamento del comune Maestro, Gesù di Nazareth. La stessa dicitura utilizzata nel provvedimento, "riduzione allo stato laicale", denota come la gerarchia si ritenga superiore ai laici nonostante l'ammonimento del Vangelo "...tra voi non sia così; anzi, chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà vostro servitore; e chiunque, tra voi, vorrà essere primo sarà servo di tutti" (Mc 10, 43-44).

Ci sentiamo vicini/e al nostro presbitero e a coloro che devono sopportare emarginazione, espulsioni, condanne da parte della gerarchia vaticana.

Prendiamo atto che la chiesa gerarchica, maschilista e patriarcale, rimane uno dei pochi stati assoluti che esercita il proprio potere senza sentire il parere dei suoi fedeli. Probabilmente in Vaticano non è ancora passato il principio "...non condivido le tue idee, ma lotterò fino alla fine perché tu possa affermarle", patrimonio delle moderne democrazie.

Tutte le volte che don Franco ha incontrato il vescovo è stato solo per essere invitato a rivedere le proprie posizioni e non per un sereno confronto sulla teologia e ricerca biblica, al quale, peraltro, avremmo di cuore, donne e uomini della comunità di base, tenuto a partecipare.

A dispetto delle belle dichiarazioni del vescovo di Pinerolo durante gli incontri ecumenici con fratelli e sorelle valdesi e di altre religioni, sull'accoglienza delle differenze, dobbiamo constatare che non appena si vanno a toccare punti sostanziali (seconde nozze, celibato dei preti, predicazione e ministero dei laici, teologie femministe, unioni tra credenti omosessuali, rilettura dei dogmi alla luce del Vangelo e dei problemi della società contemporanea) ecco che tutto il dialogo va in fumo e la chiesa gerarchica si arrocca nella sua torre.

Ci eravamo illusi/e che nella gerarchia ecclesiastica ci fosse lo spazio per esprimere la fede nell'unico Dio in modi differenti ma con un unico cuore. Purtroppo dobbiamo constatare che questa sensibilità, lì, non è presente.

Tuttavia quotidianamente riceviamo visite, lettere, inviti da parte di parrocchie, comunità e gruppi coi quali, pur nelle differenze, abbiamo, e continueremo ad avere, un dialogo sereno e fiducioso alla luce dell'evangelo.

Non ci sentiamo fedeli a questa gerarchia ma cerchiamo di esserlo ai poveri, all'evangelo di Gesù e a Dio. Come sorelle e fratelli della comunità cristiana di base di Pinerolo continueremo a sentirci parte del "popolo di Dio" nella chiesa di base.
Restiamo disponibili al dialogo con chiunque voglia venirci a trovare…

Pinerolo, 13 marzo 2003

Le sorelle e i fratelli della comunità cristiana di base di Pinerolo