MEDJUGORJE: VISIONARI, NON VEGGENTI. "JESUS" RIVELA IL SOSPETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

30959. MILANO-ADISTA. A venti anni dalla prima presunta apparizione della Madonna a Medjugorje, i dubbi e le perplessità da parte della Santa Sede si fanno sempre più forti, al punto che la Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dal card. Joseph Ratzinger, ordina un supplemento d'inchiesta sul caso e chiarisce: fino ad ora, come già i vescovi jugoslavi avevano dichiarato nel 1991, "non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o rivelazioni soprannaturali" (v. Adista n. 5/91).
Lo rivela il mensile dei paolini "Jesus" che al "caso Medjugorje" dedica un'ampia e documentata inchiesta di Alberto Bobbio, pubblicata sul numero di luglio. "La Santa Sede nutre forti perplessità su Medjugorje", scrive Bobbio. "Nelle stanze della Congregazione per la Dottrina della Fede si ripete che è necessario "un esame ulteriore, approfondito e comparato su tre ordini di considerazioni" che vengono elencate secondo l'importanza: "Il comportamento dei francescani" (a cui è affidata la parrocchia di san Giacomo, diocesi di Mostar, in Erzegovina, nel cui territorio sarebbero avvenute le apparizioni, e che 'gestiscono' il movimento nato intorno a Medjugorje, ndr); "la quantità e il tenore dei messaggi attribuiti alla Madonna"; "la personalità e i comportamenti dei cosiddetti veggenti"".
È di vecchia data la disputa che, in Erzegovina, oppone francescani e clero secolare: presenti sul territorio fin dal XV secolo, i francescani sono riusciti sempre a destreggiarsi tra i vari regimi politici succedutisi nelle diverse epoche, soffocando però la nascita e la crescita del clero diocesano; fino a quando, negli anni '60-'70, papa Paolo VI dispose che i frati restituissero un certo numero di parrocchie alla diocesi. Il provvedimento incontrò la resistenza sia della popolazione locale sia dei religiosi (vennero addirittura murate le porte di alcune chiese e amministrate, senza autorizzazione, molte cresime), e nel 1980 furono sospesi a divinis da mons. Pavao Zanic, vescovo di Mostar, ed espulsi dall'Ordine due frati che si rifiutavano di consegnare al clero secolare parte della nuova parrocchia di Mostar (v. Adista n. 39/90). "È evidente che, per l'ex Sant'Uffizio - scrive Bobbio - il conflitto tra francescani dell'Erzegovina e il vescovo di Mostar è una questione che si intreccia con le apparizioni": alla Congregazione per la Dottrina della Fede "ricordano che la Madonna sarebbe apparsa dopo la sospensione a divinis dei due frati", come se le apparizioni fossero state "inventate" per dare maggiore potere di ricatto ai francescani. "Almeno una volta - continua - Vicka, una delle veggenti, ha detto che la Madonna ha preso le difese dei due frati sospesi a divinis (che, fra l'altro, sono amici di Vicka, ndr): "Sono innocenti. Che siano in pace. Possono celebrare la messa. Il vescovo si è sbagliato"", e "alla Congregazione per la Dottrina della Fede si teme pure che saltino fuori altre dichiarazioni contro il vescovo di Mostar", che intanto, l'11 gennaio 2000, è morto. In questi anni il contrasto si è ulteriormente inasprito: nel mese di maggio nelle parrocchie francescane sono state amministrate oltre mille cresime da Srecko Novak (ex seminarista a Zagabria, poi espulso e finito nel seminario di Berna dei Vecchio-Cattolici da dove però sarebbe stato nuovamente allontanato ancora prima dell'ordinazione sacerdotale), un atto definito "scismatico" da Roma, tanto che "pesanti provvedimenti canonici potrebbero essere presi non solo per i francescani che hanno chiamato il "vescovo" ad amministrare le cresime, ma anche per 40 francescani sotto inchiesta (tutti devoti di Medjugorje, ndr) ai quali è già stata tolta la facoltà di confessare", e su cui anche l'Ordine francescano vuole indagare più a fondo.
"Altro motivo di preoccupazione della Congregazione per la Dottrina della Fede", si legge su "Jesus", "è la "corte" di tutti quelli che si affannano attorno ai veggenti. I messaggi passano tutti per le mani dei frati prima di essere resi noti. Sono tanti, troppi - fanno notare in Vaticano -, al punto che si perde il conto delle apparizioni e delle frasi pronunciate dalla Madonna", alcune delle quali "sono contrarie alla Sacra Scrittura". "La Congregazione vorrebbe conoscere precisamente la quantità dei messaggi, perché neppure questo è un fatto chiaro: vi sono apparizioni quotidiane, annuali, mensili, vi sono messaggi senza apparizioni. È difficile, fanno notare a Roma, confrontare tutto ciò con la Rivelazione della Parola di Dio".
E c'è poi la questione dei veggenti: la loro personalità (sono state effettuate, a richiesta dell'ex Sant'Uffizio, diversi esami psicologici e psichiatrici sui veggenti, ma alcuni di loro, tra cui Vicka, si sono rifiutati di sottoporsi alle analisi) e i loro comportamenti. "Alla Congregazione - scrive Bobbio - molti si domandano i motivi dei frequenti viaggi all'estero dei veggenti e si interrogano sulla loro partecipazione a raduni dove vengono raccolte ingenti somme di denaro a favore della parrocchia di Medjugorje".
Dubbi numerosi e pesanti anche se per ora, precisa Bobbio, non c'è nulla di ufficiale tranne alcune lettere di mons. Tarcisio Bertone, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, in cui si precisa la natura dei pellegrinaggi a Medjugorje: sono permessi, ha scritto Bertone a mons. Gilbert Aubry, vescovo di Sant-Denis de la Reunion, il 26 maggio 1998, "a condizione che non siano considerati una autenticazione degli avvenimenti in corso"; in ogni caso "la Congregazione deplora che taluni vescovi si rechino a Medjugorje ed è rammaricata anche che migliaia di sacerdoti accompagnino i pellegrini". E proprio per cercare di vederci più chiaro, "il Vaticano ha chiesto alla Conferenza episcopale della Bosnia e a quella della Croazia di costituire una nuova commissione di studio per analizzare gli ultimi dieci anni di presunte apparizioni. Per i primi dieci, secondo la Santa Sede, fa testo la "Dichiarazione di Zara" dell'11 aprile 1991: "In base alle investigazioni finora condotte", dicevano allora i vescovi locali, "non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o rivelazioni soprannaturali"".