31859. S. GIOVANNI ROTONDO-ADISTA.
A cosa si riferisce l'avv. Enrico Tuccillo quando definisce
"scempio" quello compiuto a S. Giovanni Rotondo, salutando con favore
il "giro di vite" del Vaticano sul santuario di Padre Pio (v.
notizia precedente)? Sulla gestione del santuario del santo di Pietrelcina i
frati cappuccini sono sempre stati restii ad accettare il controllo del vescovo
di Manfredonia. Questo atteggiamento ha sicuramente inciso sulla decisione della
Santa Sede di istituire la carica di delegato pontificio per le Opere del Santo
di Pietrelcina. Vi sono poi anche alcuni casi di disinvolta gestione economica
che avrebbero progressivamente convinto il Vaticano a vigilare direttamente sul business
legato a padre Pio.
Qualche anno fa uno scandalo finanziario vide protagonisti i frati di S.
Giovanni Rotondo, che affidarono 9 miliardi di lire, mai rientrati, ad un
finanziere molisano, Nicola Avorgna, finito poi in carcere nel 1998 per
bancarotta fraudolenta. I soldi erano il frutto delle raccolte fatte tra i
fedeli per costruire il nuovo santuario.
Vi era poi stato il caso di padre Alfonso Maria Parente, un cappuccino
che nel 2000 aveva anche preso parte al festival di San Remo e che poi, in
qualità di presidente onorario di una sedicente (e mai riconosciuta dal suo
Ordine) associazione "Padre Pio con i bambini", fu coinvolto in una
truffa ai danni dei fedeli del santo, ai quali estorceva elemosine, mai arrivate
a destinazione, a favore di bambini bisognosi.
Recentemente, la creazione di una "carta di credito" recante
l'immagine del santo, e in cui una percentuale delle spese sarebbe servita a
finanziare la nuova chiesa, non è piaciuta in Vaticano.
Preoccupazioni della Santa Sede anche per alcune divisioni all'interno
dell'Ordine dei Cappuccini: qualche tempo fa è stato allontanato il
vice-postulatore della causa di canonizzazione di Padre Pio, padre Gerardo da
Flumeri. Molto stimato dalla Curia romana, ha abbandonato il convento e
lasciato la direzione della rivista "La voce di Padre Pio".
31860. ROMA-ADISTA. Non è un
affare da poco quello di decidere a chi andrà la gestione delle opere di Padre
Pio (v. notizie precedenti). Basti pensare che il santuario di Santa Maria delle
Grazie è il secondo più visitato al mondo (il primo è Guadalupe, in Messico),
con un afflusso stimato intorno ai 9 milioni di pellegrini l'anno. Nel 2002 il
flusso è aumentato quasi del 37% rispetto all'anno precedente, ed è destinato
a subire nuovi incrementi, dopo che il papa il 16 giugno 2002 ha proclamato
santo Padre Pio e ha concesso il privilegio dell'indulgenza plenaria ai
pellegrini che si recano a pregare sulla sua tomba di san Pio.
Attorno al santuario ruota un indotto turistico che, per quello che riguarda i
100 alberghi, 84 affittacamere, 12 bed and breakfast (per ricettività
totale di 6.500 posti letto) e ristoranti, produce una ricchezza di circa 530
milioni di euro all'anno. Altri alberghi sono in costruzione ed il business
è in rapida crescita, visto che nel 2002 la presenza nei luoghi di ospitalità
per i pellegrini è aumentata del 15,27%. A tutto ciò va poi aggiunto il
reddito prodotto dalla vendita di ogni tipo di gadget con l'immagine del
santo: portachiavi, orologi, portafogli, statuette: un fatturato medio per
bancarella o negozietto stimato sui 150mila euro l'anno. Senza dimenticare i
prodotti (liquori, torte, ecc.) intitolati al santo di Pietrelcina.
Il nuovo santuario
Progettato dall'architetto Renzo Piano è poi dal 1994 in costruzione un
nuovo enorme santuario, che sarà pronto presumibilmente entro la fine dell'anno
(mancano ormai solo lavori di rifinitura interna), con 10mila posti (6.500
seduti e 3.500 in piedi), in grado di accogliere la massa di persone che la
vecchia struttura non era più in grado di ricevere. Il sagrato potrà inoltre
accogliere altre 40.000 persone. La spesa per l'opera era stata stimata intorno
ai 40-50 miliardi. 17mila euro i soldi finora raccolti attraverso le offerte dei
fedeli. All'esterno del nuovo santuario svetterà un campanile costituito da
nove colonne, sul quale verranno collocate otto campane, sormontate da una
grande croce in pietra di 40 metri che sarà visibile dai caselli autostradali
di Canosa e di Candela, oltre che dal mare del golfo di Manfredonia. Proprio la
gestione della costruzione del santuario è uno dei punti che hanno destato
maggiore preoccupazione in Vaticano. La ditta appaltatrice scelta dai frati è
accusata di ritardi e aumento ingiustificato dei costi.
La "Casa sollievo della sofferenza"
Per quanto riguarda l'altra grande "opera" di padre Pio, la "Casa
sollievo della sofferenza", si tratta di un ospedale che è riuscito ad
effettuare, nel solo 2001, 58.225 ricoveri, di cui 12.970 di pazienti
provenienti da altre regioni d'Italia. L'ospedale fornisce inoltre annualmente
circa 800mila prestazioni ambulatoriali. Fu inaugurato nel 1956 (all'epoca aveva
solo 250 posti letto): oggi è tra le strutture sanitarie di punta del Sud
Italia. Ha oltre tremila dipendenti tra medici, infermieri, personale ausiliario
e amministrativo. Alla morte di padre Pio l'ospedale fu lasciato alla Santa Sede
ed amministrato fino all'8 marzo scorso da mons. Riccardo Ruotolo,
vescovo titolare di Castulo e ausiliare dell'arcidiocesi Manfredonia-Vieste, che
da anni vive proprio presso la "Casa sollievo della sofferenza". Nel
tempo sono state acquisite dall'ospedale anche una serie di proprietà terriere,
dove sono sorte aziende che forniscono alla struttura sanitaria, generi
alimentari come derivati del latte, olio e carne.
da ADISTA del 17.5.2003