CIO' CHE VA DETTO SU EL ALAMEIN.
ENRICO
PEYRETTI: UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA
Signor Presidente della Repubblica,
la guerra voluta da Mussolini fu assolutamente criminale, senza possibile
dubbio. Quell'uomo violento fu dittatore e traditore della nostra Italia,
mandante dell'assassinio di tanti italiani e di tanti altri esseri umani
aggrediti da noi italiani.
Gli italiani che combatterono e morirono in quella guerra furono, in tanti
casi, certamente in buona fede, ma uccidevano e morivano per una causa
barbara e omicida, indegna del sacrificio di una sola vita umana. Erano in
buona fede perche' erano ingannati, perche' non trovarono maestri adeguati,
pochi e impediti sotto la dittatura fascista.
Chi combatte e mori' con coraggio in quella guerra, anche in battaglie come
El-Alamein, sprecava la forza del suo animo e del suo corpo, perche'
regalava la sua vita all'ingiustizia. I piu' non lo sapevano, ma questo e'
tutto cio' che in realta' facevano. Noi lo sappiamo.
Credevano di morire per l'Italia, ma morivano per chi uccideva l'Italia, che
non erano tanto i "nemici" di quel momento, quanto Musssolini e tutti
i
fascisti suoi complici.
Se quei morti furono eroi, allora sono eroi anche i terroristi suicidi, che
credono di promuovere cosi' una causa giusta. Gli uni e gli altri ingannati
e ingannatisi, per carenza di quella libera discussione e confronto
ragionevole che illumina le coscienze e le libera dall'obbedienza fanatica e
disonorevole.
Gli eroi da onorare oggi sono coloro che videro chiaro e disobbedirono al
comando omicida. Ce ne furono, persino sotto il Reich nazista, razzista,
antiumano.
E' eroismo donare la vita per una causa giusta, donarla per una causa
criminale e' errore da compiangere. Il coraggio mal impiegato e' da
compiangere piu' che da onorare.
Ad El-Alamein, dove - dicono i giornali - erano presenti sul palco anche
alcuni reduci, coi capelli bianchi, il fez e il gagliardetto decorati dal
fascio, le cose da dire erano queste.
Noi compiangiamo chi mori' trascinato per inganno in un crimine, rispettiamo
la sua coscienza ingannata ed erronea, ma soprattutto giudichiamo l'inganno
e il crimine, per la nostra istruzione odierna.
Di quegli uomini ammazzati dalla guerra noi oggi ascoltiamo il grido, la
lezione che ci trasmettono.
Se vogliamo davvero rispettarli dobbiamo interpretare la loro voce
soffocata: "cittadini di tutti i paesi, non fatevi mai piu' ingannare da
chi
per ossessione di potere vi usa in guerra! ribellatevi e rifiutatevi ad ogni
guerra! ogni guerra e' tradimento delle vie umane e ragionevoli per
risolvere i conflitti, e' distruzione della politica umana, libera dalla
logica di dominio! Chi oggi rispetta la guerra e l'ideologia violenta che ci
inganno' non rispetta noi! Chi oggi preventiva nuovamente la guerra,
aggiungendo violenza a violenza, invece di cercare la giustizia, ripete il
crimine di Mussolini!".
Perche' mai, signor Presidente, Lei che e' saggio, e incaricato di parlare
con saggezza civile a tutti noi, non puo' dire sempre piu' forte queste
modeste irrinunciabili verita'?
La saluto con rispetto e fiducia, perche' alla Sua parola e alle Sue
decisioni e' oggi affidata gran parte della difesa della nostra
Costituzione, minacciata nello spirito e nella lettera.