EBREI D'EUROPA PER LA PACE
Contro l'occupazione, per uno stato palestinese

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Pubblichiamo l'appello congiunto di nove gruppi di Ebrei per la pace per la «Giornata dell'Onu di solidarietà con la Palestina», che sarà consegnato da delegazioni firmatari alle rappresentanze di Nazioni Unite, Usa, Unione Europea, Russia, Israele ed Autorità Nazionale Palestinese. Noi, rappresentanti di nove gruppi europei di ebrei per la pace, esprimiamo la nostra solidarietà con il popolo palestinese nel loro perseguire la creazione di uno Stato nei territori occupati. Nei 35 anni trascorsi da quando Israele ha conquistato i territori occupati nel 1967, ha tentato di modificarne la composizione demografica, attraverso l'occupazione e progressiva creazione di insediamenti; questo costituisce una violazione delle risoluzioni del consiglio di sicurezza dell'Onu n. 242, 338 e 465. Attualmente esistono 157 insediamenti con una popolazione di 385.000 israeliani in Cisgiordania, nella striscia di Gaza e Gerusalemme Est. (...) gli insediamenti israeliani, le terre interdette, le strade di collegamento ed altra terra controllata dall'esercito israeliano, comprendono il 56% dell'area. (...) Durante i governi laburisti di Rabin e Peres (1992-1996) e perfino di Barak (1999-2001), Israele ha compiuto comunque passi verso l'accettazione di uno Stato palestinese nell'ambito del processo di Oslo. Tuttavia i governi del Likud di Netanyahu (1996-1999) e ora di Sharon hanno invertito questo processo. Sharon ha pubblicamente ripudiato il processo pace, sia prima che dopo l'assunzione dell'incarico di premier.

La vita quotidiana per il popolo palestinese è diventata insopportabile. Attacchi contro civili israeliani da parte di estremisti palestinesi non possono essere giustificati, ma essi sono il risultato della lunga occupazione, dell'espansione degli insediamenti e della frustrazione causata dalle rinnovate prevaricazioni israeliane sotto Sharon. I movimenti anti-colonialisti hanno sempre avuto i loro estremisti. Le risposte del governo israeliano comprendono «esecuzioni mirate», con l'uccisione di molte persone innocenti e punizioni collettive come la distruzione delle case. Entrambi violano la quarta convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili sotto occupazione. I palestinesi sono sottoposti a lunghi periodi di coprifuoco ed ai checkpoint che impediscono loro lo svolgimento delle normali attività. Il circolo vizioso non finirà finché dura l'occupazione.

Affinché ci sia giustizia e sicurezza sia per il popolo palestinese che per il popolo israeliano:

Chiediamo al governo israeliano di riavviare significative trattative con l'Anp per la creazione di uno Stato palestinese basato sui confini del 4 giugno 1967 con una continuità territoriale e pieno controllo delle proprie risorse. Ciò richiede: la fine dell'occupazione di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est; il ritiro da tutti gli insediamenti ebraici in questi territori o il ritiro dalla maggioranza degli insediamenti con un equo scambio di territorio per concordare il mantenimento di alcuni insediamenti adiacenti al territorio israeliano; il riconoscimento del diritto per entrambi i popoli di avere Gerusalemme come propria capitale.

Chiediamo ad Israele di mettere fine alle «esecuzioni mirate» ed a tutte le forme di punizione collettiva. Chiediamo all'Anp di fare ogni sforzo per prevenire gli attacchi contro israeliani.

Chiediamo ad Israele di riconoscere la propria responsabilità nella creazione del problema dei profughi palestinesi ed il torto storico commesso nei confronti del popolo palestinese. E ai ai Paesi Arabi di riconoscere di aver contribuito alla perpetuazione di questo problema. La soluzione del problema dei profughi può esserci solo attraverso un accordo tra le due parti basato su un compromesso equo, pratico e costruttivo che assicuri giustizia per tutti e comprenda il risarcimento per tutti i profughi creati da questo conflitto. Chiediamo alla comunità internazionale, in particolare a Usa ed Europa, un appoggio politico e finanziario. Chiediamo al quartetto costituito da Onu, Usa, Ue e Russia di fare pressioni sul governo israeliano e sull'Anp per applicare queste risoluzioni.

Come ebrei siamo fortemente legati allo Stato di Israele e sentiamo il dovere di pronunciarci contro l'ingiustificabile comportamento di Israele nei territori occupati. Ci rivolgiamo al popolo palestinese, perché crediamo che lavorando insieme entrambi i popoli possano raggiungere giustizia, sicurezza ed uguaglianza.

* * * Union des Progressistes Juifs de Belgique (UPJB), Belgio; Union Juive Francaise pour la Paix (UJFP), Francia; An Other Jewish Voice (EAJG: Een Ander Joods Geluid), Olanda; Rete Ebrei contro l'occupazione, Italia; Jews for Israeli-Palestinian Peace (JIPF) Svezia; International Jewish Manifesto, Svezia; Jüdische Stimme für einen gerechten Frieden zwischen Israel und Palästina, Svizzera; Jews for Justice for Palestinians, UK; New Outlook, Danimarca