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PARIGI-ADISTA. La figura di Maria è stata talmente ricostruita dai
dogmi, nel corso dei secoli, da perdere i suoi connotati originari, quelli di
una donna eccezionale, certo, ma di una vera madre e vera donna, pienamente
umana. Ad affermarlo è il giornalista e scrittore francese Jacques Duquesne,
autore del libro "Marie" (ed. Plon), nel quale mette in luce gli
aspetti più umani della madre di Gesù, affermando che l'analisi filologica del
Nuovo Testamento autorizza a ritenere che Maria abbia avuto altri figli.
Duquesne aveva già scritto un libro su Gesù (Jésus, ed. J'ai lu,
1999), che gli aveva procurato problemi con l'episcopato francese, ed uno su Il
vero Dio di Gesù (Le Dieu de Jésus, ed. Desclée de Brouwer/Grasset,
1997, tradotto in italiano da ed. Piemme, 1998).
E proprio della "disumanizzazione" e della eccessiva
spiritualizzazione di Maria, operata nei secoli dai dogmi mariani (dalla
verginità all'Immacolata Concezione all'Assunzione, quest'ultima priva di
fondamenti scritturistici), Duquesne tratta in un'intervista rilasciata al
settimanale francese "L'Express" (9/8/2004), raccolta da Claire
Chartier. La riportiamo integralmente, in una nostra traduzione dal
francese.
Gesù aveva dei fratelli e delle sorelle? Dieci
anni fa il giornalista Jacques Duquesne, fervente cattolico, osava sfiorare
questo problema tabù in una biografia del Cristo (Jésus, ed. J'ai lu, ndr)
che gli valse tanto il favore dei lettori quanto gli strali dell'episcopato
francese. Oggi questo specialista del cristianesimo è recidivo con Marie
(ed. Plon), un testo erudito nel quale rivela, con nuovi argomenti alla mano,
perché la madre di Gesù ha avuto probabilmente degli altri figli dopo il
Messia. Intervista esclusiva con un divulgatore che resta innanzitutto un uomo
di fede.
Cosa sappiamo di nuovo su Maria?
I lavori degli esegeti, come anche i progressi realizzati, per esempio,
nella traduzione dal greco, ci hanno permesso di affinare la nostra lettura
delle Scritture. La maggior parte degli storici e degli specialisti è oramai
d'accordo nel dire che Maria ha avuto altri figli dopo Gesù. Quest'idea
sconvolge ancora moltissimi cattolici - io stesso ho fatto fatica ad ammetterlo
- perché va contro ciò che è stato presentato durante i secoli come una verità
assoluta: la verginità perpetua di Maria. Verità che si basa solo sulla
replica di Maria all'angelo Gabriele venuto ad annunciarle il parto divino:
"Com'è possibile? Non conosco uomo" (Luca 1, 34). Ma il fatto
che non ne abbia conosciuti fino a quel momento non significa che abbia
perseverato in quello stato.
La Vergine madre di famiglia numerosa: l'affermazione ha, in effetti, di che
stupire. Quali elementi permettono di sostenere questa tesi?
Il Nuovo Testamento dice a chiare lettere e più volte che Gesù ha avuto
dei fratelli e delle sorelle. All'epoca della predicazione di Gesù a Nazareth,
per esempio, Marco riferisce le parole dei compaesani: "Non è costui il
carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Giuseppe, di Giuda e
di Simone?" (6, 3). Matteo cita quasi la stessa frase nel suo Vangelo:
"Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria
e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono
tutte fra noi?" (13,55-56). Alcuni teologi dicono ancora che la parola
"fratello" dovrebbe essere intesa nel significato più vasto di
compagno, di amico, di fratello nello spirito e non nella carne. Ma il Vangelo
di Giovanni dice che i fratelli di Gesù non credevano in lui. Allora… Per
alcuni la parola "fratello" potrebbe anche far pensare a fratellastri
e sorellastre - Giuseppe sarebbe stato vedovo di un primo matrimonio -,
addirittura a dei cugini.
Questa interpretazione ha lungamente prevalso. Tanto più che in ebraico ed in
aramaico, le lingue parlate dai galilei e che furono poi tradotte in greco nella
Bibbia, il vocabolario non distingue bene fratello e cugino. Ma nell'Antico
Testamento, ogni volta che può esserci confusione, il contesto precisa bene se
si tratta del figlio o del fratello di X o di Y. Permette dunque di distinguere
i cugini dai fratelli. Niente di ciò nei Vangeli. D'altronde il greco antico
stabiliva nettamente la distinzione: adelphós per "fratello" e
anepsiós per "cugino". Gli autori dei Vangeli, ed anche s.
Paolo, sapevano molto bene ciò che facevano scrivendo adelphós
piuttosto che anepsiós.
Passiamo a Gesù stesso. Lei scrive che è proprio il figlio di Giuseppe,
poiché i progressi della genetica ribaltano la prospettiva. In quale senso?
All'epoca delle Scritture si pensava che il corpo della femmina serviva da
ricettore al seme del maschio, e null'altro. La scoperta del genoma umano,
composto di cromosomi X per la donna e Y per l'uomo, prova che il padre e la
madre hanno un ruolo in parti uguali. Se Gesù è vero uomo, come dice il Credo,
allora deve possedere i due cromosomi. Perché, se c'è solo il cromosoma X, si
tratta di un processo di partenogenesi, che non esiste tra gli uomini. Ma, se il
Cristo possiede i due cromosomi, da dove viene Y? Dallo Spirito Santo? Allora
Gesù è il figlio dello Spirito Santo per la sua natura umana. A questo punto,
bisogna rivedere il dogma della Santissima Trinità, cosa che pone un grande
problema. E, se Y viene da Dio Padre, bisogna rivedere il Credo che dice
che Gesù fu "generato, non creato"! Sarebbe allora creato per la sua
natura umana…
Ai suoi occhi la verginità di Maria è dunque puramente simbolica?
Certo, ma i simboli non sono trascurabili, al contrario. La purezza e la
verginità sono due cose diverse. Il polemizzare sulla rottura o no dell'imene
della madre di Gesù, come hanno fatto alcuni Padri della Chiesa nei primi
secoli, per esempio, a proposito della nascita stessa, mi sembra dipendere da
una lettura materialista dei Vangeli. Ma c'è qualcosa di più importante: come
possiamo credere nello stesso tempo nella concezione verginale e
nell'Incarnazione, che è, a mio parere, il dogma fondamentale del
cristianesimo? Se Gesù è allo stesso tempo uomo e Dio, è come tutti gli
uomini. L'intervento di Dio nel concepimento si è potuto benissimo realizzare
in modo diverso! Mi sembra che molti cristiani oggi non credono veramente
nell'Incarnazione per una buona ragione: si è messa troppo in secondo piano
l'umanità di Gesù e, nello stesso tempo, si è totalmente disincarnata Maria.
Gli ebrei contemporanei dei primi cristiani non veneravano assolutamente le
vergini. I rabbini raccomandavano anche alle ragazze di sposarsi il più presto
possibile. In che modo il modello verginale ha potuto imporsi al punto di
diventare una credenza ufficiale della Chiesa?
Il fatto è che le storie delle vergini fecondate dagli dei non sono rare
nell'Antichità. Zeus, per esempio, ha fecondato la sacerdotessa Io con un
"soffio mistico", come racconta il poeta Eschilo. I Greci onorano
Atena, chiamata anche Parthénos in greco, che vuol dire
"vergine". In Oriente, la madre di Zaratustra, il riformatore della
religione persiana antica, ha concepito suo figlio bevendo una bevanda a base di
latte. Anche in Egitto la regina Ahmosé ha recuperato la sua verginità non
appena il faraone venne al mondo, dice la leggenda. All'epoca di Gesù gli
abitanti del Medio Oriente sono dei nomadi e propagano le loro idee insieme alle
mercanzie di cui fanno commercio. Inoltre, erano i Greci allora che detenevano
il potere culturale. Per loro, ancora tutti impregnati di platonismo, la materia
è vile, disprezzabile. Al punto che anche il colore blu - assente nell'etereo
arcobaleno, dunque materiale ai loro occhi - sarà per molto tempo disprezzato.
Mentre è spesso considerato oggi come il colore di Maria!
Ma perché la verginità di Maria è stata tanto sublimata?
Nei primi secoli l'idea dell'Incarnazione faceva scandalo: un Dio che ha la
stessa carne di un uomo, si renda conto! Verso la seconda metà del II secolo il
celibato diventa di moda: alcuni pensano che la fine del mondo sia vicina e che
sia meglio non fare figli. A ciò si aggiunge - ed è molto importante - una
lettura moralizzatrice della Genesi, che ha fatto del desiderio e della
relazione sessuale un peccato, il primo. Giustino, filosofo cristiano del II
secolo, oppone Eva a Maria. Spiega che Eva, prima di ascoltare il serpente, era
"vergine e non macchiata". Le conseguenze teologiche sono immense:
poiché Maria è il contrario della prima donna, poiché è attraverso di lei
che è generato il Salvatore, per riparare alla colpa di Eva, Maria deve essere
necessariamente vergine. In seguito, nel corso del Medioevo, tantissimi teologi
hanno esaltato la verginità di Maria come se si trattasse dell'alfa e l'omega
della fede cristiana.
Questa esaltazione si è accompagnata ad una misoginia inaudita!
Quasi sempre! Sant'Agostino, al quale dobbiamo l'invenzione del peccato
originale, arriverà fino a rimproverare Dio di aver creato la donna! Nel
trattato De Genesi ad litteram scrive: "Se era di un po' di una
buona compagnia ciò di cui aveva bisogno Adamo, sarebbe stato molto meglio
[…] si fosse trattato di un uomo, un amico, e non di una donna."
Spiritualizzandola, disincarnandola fino all'estremo, si è fatto di Maria una
donna contro le donne. Teresa del Bambin Gesù diceva che la si era eretta come
modello impossibile da imitare ed aveva ragione. Noti che molti promotori della
verginità se la sono spassata prima di diventare dei modelli di castità:
Girolamo, Tertulliano, sant'Agostino… Il problema è che i loro scritti hanno
influenzato a lungo gli spiriti.
A partire da quando la venerazione della Vergine si trasforma in vero culto
mariano?
Nel 431 il Concilio di Efeso, una colonia greca dell'Asia Minore, segna una
svolta. È in quel momento che si è messo fine ad un dibattito che seminava la
zizzania nell'episcopato dai primi secoli: Maria è dichiarata Theotókos,
madre di Dio, e non più solo madre di Gesù. Nel XII secolo questo culto assume
proporzioni enormi. Maria diviene la protettrice della fede, colei che ha vinto
il diavolo, l'avvocata ed anche la corredentrice dai peccati. Non è più solo
Gesù che è venuto ad offrire all'umanità la Redenzione, ma la Vergine con
lui! Bisogna dire che in quel tempo i teologi non avevano granché da fare. I
dogmi essenziali riguardanti Gesù - la Trinità, l'Incarnazione, la Redenzione
- sono già stabiliti. Gli ordini religiosi, in piena rivalità, si interessano
dunque ad una persona, Maria, e fanno a gara a rincarare la dose. Inoltre il
Medioevo, se è un'epoca di progresso, è anche un periodo in cui la vita è
difficile. La peste fa danni, la gente ha bisogno di una protettrice. Risorge la
paura dell'inferno, del diavolo sotto tutte le sue forme. È il momento in cui
viene inventato il purgatorio, una sorta di tribunale di Dio. Chi meglio di
Maria, la madre di Dio, può servire da avvocata presso di lui? San Paolo o san
Pietro hanno un bel dire nell'affermare che Gesù è il solo mediatore. A
partire da quel momento Maria gli fa una concorrenza spietata.
Veniamo al famoso dogma dell'Immacolata Concezione. Cosa significa
esattamente?
Contrariamente a ciò che crede la maggior parte della gente, l'Immacolata
Concezione, proclamata nel 1854, non vuol dire che Maria è restata vergine
dando alla luce Gesù. Significa che Maria è l'unico essere umano, con Gesù, a
non essere stata macchiata dal peccato originale. C'è tuttavia un problema: non
si può nello stesso tempo lodare il "sì" di Maria all'angelo
Gabriele, che le annuncia la sua futura gravidanza divina, e credere
nell'Immacolata Concezione, che fa di Maria l'eletta di Dio nel momento stesso
in cui i suoi genitori l'hanno concepita, dunque una donna predestinata. Quale
merito avrebbe avuto la giovane donna di Nazareth ad accettare un figlio da Dio
se fosse stata eletta? L'Assunzione - che non è affermata in nessuna parte del
Nuovo Testamento - anch'essa ha contribuito a collocare la madre di Gesù fuori
della condizione umana. Che dice questo dogma, proclamato nel 1950? Che il corpo
di Maria non è stato ridotto alla putrefazione, ma è stato portato in cielo.
Alcuni hanno anche assicurato che non era morta, che si era solo addormentata.
Ma allora cosa? Gesù avrebbe assunto la condizione umana fino a morire come
ogni uomo, e la Vergine no? Tutto ciò manca un po' di logica. I due ultimi
dogmi su Maria non hanno la loro fonte nelle Scritture.
Il fervore che ha suscitato la madre di Gesù è prima di tutto nato nel
popolo. È per questo motivo che la sua immagine è restata così forte
attraverso i tempi?
Certo. Il bisogno di venerare una dea madre è un bisogno eterno dell'umanità.
Ma la Chiesa ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo riguardo al culto mariano.
Da un lato ha frenato il movimento, come si è visto con il Vaticano II
(1962-1965), ma ha anche trattato Maria come un prodotto di marketing, un
"prodotto di richiamo": i pellegrinaggi di Lourdes, di Fatima
funzionano! Certo, la Chiesa non obbliga a credere alle apparizioni, ma
organizza delle grandi cerimonie a Lourdes e nei santuari mariani. La figura di
Maria è stata oggetto di una straordinaria ricostruzione nel corso dei secoli.
È tempo di ritornare alla verità, cioè ad una donna di qualità eccezionale,
che dobbiamo amare ed ammirare. Ma una vera madre ed una vera donna.
ADISTA n°66 - 25.9.2004