DOSSIER 8 PER MILLE DEL 2004

8 PER MILLE, MA TUTTI PER UNO. VANNO ALLA CHIESA CATTOLICA ANCHE SOLDI DESTINATI DAI CONTRIBUENTI ALLO STATO

32592. ROMA-ADISTA. I soldi dell'otto per mille che i contribuenti italiani hanno scelto di destinare allo Stato finiscono in realtà alla Chiesa cattolica. È quanto emerge dall'analisi dello "Schema di decreto di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'Irpef", trasmesso lo scorso 7 ottobre dalla presidenza del Consiglio dei ministri al Senato, per il parere consultivo delle commissioni Esteri e Bilancio di Palazzo Madama.
A questo va aggiunto che l'80 per cento dei soldi erano già stati sottratti 'a monte' dal governo, senza che questo ne indicasse la destinazione; e non è questione trascurabile, perché i contribuenti che scelgono lo Stato fra le varie opzioni possibili sanno che quei soldi dovrebbero essere spesi per finalità sociali: "interventi per calamità naturali", "interventi per la fame del mondo", "interventi per l'assistenza ai rifugiati" e "interventi per la conservazione dei beni culturali". Per l'anno 2004, infatti, la quota complessiva dell'otto per mille devoluta allo Stato da oltre 3 milioni di contribuenti ammonta a poco più di 100 milioni di euro; di questi, 80 milioni sono stati prelevati dal governo (con un emendamento alla Finanziaria 2003), senza peraltro indicarne la nuova destinazione, come conferma il sottosegretario all'Economia Manlio Contento durante il dibattito in commissione Bilancio del Senato: gli 80 milioni di euro sono stati decurtati "senza specifici vincoli di destinazione, in quanto le risorse così ottenute sono andate genericamente a miglioramento dei saldi di bilancio". Una 'distrazione' denunciata senza mezzi termini dall'Associazione delle Organizzazioni non governative italiane: "Il saccheggio di 80 milioni di euro all'otto per mille - dichiara il presidente Sergio Marelli - rappresenta un atto gravissimo contro le attività sociali ed etiche del Paese. È un attacco chiaro alla cooperazione internazionale, essendo obiettivi dichiarati delle risorse del fondo statale la lotta alla povertà, alla fame e l'assistenza ai rifugiati".
Il fondo dell'otto per mille destinato allo Stato dai cittadini, quindi, si è ridotto a 20.517.592 euro, così ripartiti: quasi 14 milioni di euro per 60 interventi di conservazione dei beni culturali, poco più di 5 milioni di euro per le calamità naturali (8 interventi), 910mila euro per 5 progetti di lotta alla fame nel mondo e 650mila euro per 3 inziative di assistenza ai rifugiati.
La metà della somma totale, oltre 10 milioni di euro, è tornata direttamente o indirettamente nelle casse della Chiesa cattolica, soprattutto sotto forma di contributi a parrocchie, diocesi e congregazioni religiose per "interventi per la conservazione dei beni culturali" (restauro di chiese, seminari, palazzi vescovili, ecc.) ma anche a beneficio di organizzazioni di solidarietà internazionale legate alla Chiesa. Soldi che si aggiungono a quanto già la Chiesa incassa direttamente, grazie alla quota dell'otto per mille a lei riservata: nell'anno 2003 oltre 1.016 milioni di euro, 50 milioni dei quali sono stati spesi per interventi sui beni culturali e artistici di proprietà ecclesiastica.
L'altra metà è finita per lo più agli enti locali per fare fronte alle calamità naturali e per la conservazione del loro patrimonio culturale (quasi 9 milioni di euro) e, in minima parte, a progetti di lotta alla fame nel mondo ed a interventi per l'assistenza ai rifugiati portati avanti da organizzazioni laiche.

8 PER MILLE DESTINATO ALLO STATO: ALLA RICERCA DEI FONDI "DISTRATTI". DIBATTITO AL SENATO

32593. ROMA-ADISTA. Dure critiche per il taglio dell'80 per cento delle risorse e forti perplessità sul fatto che la metà dei fondi destinati dai cittadini allo Stato siano in realtà finiti alla Chiesa cattolica, nonostante ci sia la possibilità per i contribuenti di devolvere direttamente l'otto per mille alla Chiesa: sono le principali obiezioni fatte dai senatori, sia di maggioranza che di opposizione, durante i dibattiti sulla ripartizione della quota dell'otto per mille dell'irpef devoluta allo Stato svoltisi nelle commissioni Esteri - che ha approvato la proposta del governo - e nella Commissione Bilancio - dove il dibattito è invece ancora in corso - di Palazzo Madama (v. notizia precedente).
Fra i più espliciti, Franco Danieli, della Margherita, in commissione Esteri: "quello dell'otto per mille è da ritenersi un vero e proprio caso di distrazione di fondi", si legge nel resoconto della seduta del 26 ottobre"; "è anche di dubbia legittimità, oltre che discutibile sul piano dell'opportunità, l'attribuzione di gran parte delle risorse erogate con il decreto ad enti ed associazioni che fanno capo, più o meno direttamente, alla Chiesa cattolica. Questa, infatti, sembra una duplicazione rispetto ai fondi attribuiti con l'otto per mille destinato alla stessa Chiesa cattolica (oltre 1.016 milioni di euro nell'anno 2003, ndr), e, al contempo, tali finanziamenti tradiscono le intenzioni dei cittadini la cui volontà era, verosimilmente, quella di destinare l'otto per mille direttamente allo Stato italiano, affinché esso fosse finalizzato secondo criteri di trasparenza, in favore di vari soggetti della società civile". Concetto ribadito anche da Cesare Marini (Sdi), in commissione Bilancio, che "sottolinea una certa contraddizione, nell'ambito degli interventi per la conservazione dei beni culturali, derivante dal fatto che i progetti finanziati riguardano spesso beni di proprietà ecclesiastica": visto che la Chiesa cattolica è direttamente beneficiaria di una quota dell'otto per mille, vi è "una sovrapposizione, per il fatto che anche la quota di pertinenza dello Stato vada in parte a finanziare progetti di carattere ecclesiastico".
Sul taglio indiscriminato dei fondi (80 milioni di euro su 100 disponibili), che ha danneggiato soprattutto i piccoli Comuni, i più agguerriti sono i senatori della maggioranza, come Lamberto Grillotti (Alleanza nazionale), che propone, per il futuro, di destinare ai piccoli Comuni almeno il 70-80 per cento delle risorse dell'otto per mille; o come Amedeo Ciccanti (Udc), per il quale, "proseguendo in questa direzione, sarebbe addirittura preferibile abolire" la destinazione allo Stato dell'otto per mille. E Antonio Pizzinato (Ds) avanza il sospetto che il governo intenda usare parte degli 80 milioni di euro "distratti" per il prepensionamento dei piloti Alitalia, un utilizzo "del tutto improprio rispetto alle finalità e alle procedure previste dalla legislazione": infatti, se i cittadini "scelgono di destinare la quota dell'otto per mille a determinate finalità, il governo non ha alcun diritto di distogliere queste risorse per indirizzarle a scopi completamente diversi".

TUTTI I DESTINATARI ECCLESIASTICI DELL'8 PER MILLE STATALE. E C'È ANCHE L'UNIVERSITÀ GREGORIANA. CHE È VATICANA

32594. ROMA-ADISTA. C'è anche la Pontificia Università Gregoriana, che gode dei privilegi concordatari della extraterritorialità concessi al Vaticano, fra i beneficiari delle quote dell'otto per mille che i contribuenti hanno scelto di destinare allo Stato italiano: 370mila euro per lavori di restauro del cortile maggiore (v. notizie precedenti). E non è la sola 'anomalia' che si riscontra scorrendo l'elenco, elaborato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, che ripartisce gli oltre 20 milioni di euro 'sopravvissuti', assegnandone la metà a soggetti direttamente legati alla Chiesa cattolica, soprattutto per interventi di conservazione dei beni culturali, malgrado la Chiesa, allo stesso scopo, abbia ben del suo (v. notizie precedenti).
Se nel caso del restauro del campanile della chiesa di san Giusto di Trieste o della cripta della cattedrale di Parma, solo per fare qualche esempio, ci si può appellare all'alto valore storico-artistico degli edifici, in altre situazioni la motivazione del finanziamento appare quanto meno dubbia. Come per i 400mila euro che dovrebbero essere assegnati alle brigidine di madre Tekla Famiglietti (di cui Adista si è ampiamente occupata a proposito dei soprusi denunciati da alcune suore extracomunitarie fuoriuscite dall'ordine, v. Adista nn. 43/03, 5, 11 e 17/04) per il risanamento conservativo e la manutenzione straordinaria dell'Eremo del SS. Salvatore di Napoli, utilizzato dalle religiose come 'casa di accoglienza' e precedentemente acquistato con i fondi statali per il Giubileo del 2000. O per i 420mila euro che dovrebbero andare all'Opera Preservazione della Fede di Ventimiglia per il restauro conservativo del palazzo della Curia; e altri 200mila euro verrebbero utilizzati per il restauro del seminario vescovile di Fiesole.
Anche nel capitolo "interventi per la fame nel mondo", alcune organizzazioni vicine alla Chiesa cattolica dovrebbero beneficiare di cospicui finanziamenti: 500mila euro alla Comunità di Sant'Egidio, per un progetto di lotta alla malnutrizione in Mozambico e Malawi; 202mila euro all'Avsi (organizzazione non governativa aderente alla Compagnia delle Opere, il 'braccio economico' di Comunione e Liberazione) per un intervento di sicurezza alimentare in Congo; e 30mila euro all'Associazione di cooperazione cristiana internazionale (Accri) per un progetto di autosufficienza alimentare nel Cile.
Di seguito pubblichiamo l'elenco completo delle quote assegnate a soggetti ecclesiastici nell'ambito degli "interventi per la conservazione dei beni culturali".


Basilica cattedrale di Parma: 200.000 euro;
Ente chiesa San Filippo Neri (Forlì-Cesena): 70.000 euro;
Parrocchia Sant'Ellero in Galeata (Forlì-Cesena): 190.000 euro;
Diocesi di Forlì-Bertinoro: 60.000 euro;
Arcidiocesi di Gorizia: 60.000 euro;
Chiesa cattedrale San Giusto Martire (Trieste): 190.000 euro;
Istituto Figlie di San Giuseppe (Genova): 300.000 euro;
Parrocchia Collegiata San Giovanni Battista (Imperia): 390.000 euro;
Opera Preservazione della Fede (Ventimiglia, Imperia): 420.000 euro;
Parrocchia San Michele Arcangelo in Celle Ligure (Savona): 100.000 euro;
Parrocchia Santa Maria Nuova di Abbiate Grasso (Milano): 190.000 euro;
Parrocchia Santa Maria Assunta in Sabbioneta (Mantova): 30.000 euro;
Parrocchia San Nicolò in Perarolo di Cadore (Belluno): 300.000 euro;
Pontificia Università Gregoriana (Roma): 370.000 euro;
Curia generalizia Casa di Santa Brigida (Roma): 400.000 euro;
Chiesa di San Stanislaw alle Botteghe Oscure (Roma): 590.000 euro;
Collegio Missioni estere San Francesco Saverio (Roma): 160.000 euro;
Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli: 200.000 euro;
Diocesi di Massa Marittima-Piombino (Livorno): 370.000 euro;
Diocesi Metropolita di Firenze: 200.000 euro;
Seminario vescovile di Fiesole (Firenze): 200.000 euro;
Provincia di Italia dei Padri Certosini (Maggiano Farneta, Lucca): 240.000 euro;
Seminario vescovile di Montepulciano (Siena): 50.000 euro;
Parrocchia di Santa Maria Assunta in Cortona (Arezzo): 280.000 euro;
Parrocchia Sant'Agostino in Perugia: 200.000 euro;
Basilica Cattedrale di Matera: 60.000 euro;
Diocesi di Locri-Gerace (Reggio Calabria): 85.000 euro;
Curia provinciale della Calabria dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini (Catanzaro): 80.000 euro;
Parrocchia Santa Maria Assunta in Montefalcione (Avellino): 600.000 euro;
Curia arcivescovile Sant'Angelo dei Lombardi (Avellino): 450.000 euro;
Opera Pia Casa Regina Coeli (Napoli): 40.000 euro;
Venerabile Confraternita Santa Maria della Purità (Gallipoli, Lecce): 300.000 euro;
Chiesa Cattedrale Maria Santissima Assunta in Cielo (Ugento, Lecce): 400.000 euro;
Parrocchia San Giovanni Battista (Morigino di Maglie, Lecce): 300.000 euro;
Parrocchia Santa Maria del Carmine (Monopoli, Bari): 100.000 euro;
Arcidiocesi di Siracusa: 400.000 euro;
Parrocchia Sant'Antonio di Padova (Menfi, Agrigento): 200.000 euro;
Provincia religiosa Frati Minori Conventuali di Sicilia (Palermo): 435.989 euro