Ha detto
proprio così. Ampi stralci dall'intervista-choc
Tra virgolette I processi e la
sinistra, la democrazia, l'Iraq e la telefonata di Gheddafi, l'Economist e
Montanelli... I passi cruciali dell'intervista del presidente del consiglio al
settimanale inglese
Pubblichiamo ampi stralci
dell'intervista rilasciata da Silvio Berlusconi a Boris Johnson e Nicholas
Farrell, nella versione italiana riportata da «La Voce di Rimini». Il testo
completo in inglese - sostanzialmente simile - si può leggere all'indirizzo:
www.spectator.ko.uk.
Il complotto della sinistra
«La gente non considera la storia della politica italiana. Per mezzo secolo
l'Italia è stata governata da una coalizione di cinque partiti che erano di
origine democratica e pro-occidente, i cristiano-democratici, i socialisti, i
repubblicani, i social-democratici e i liberali. Il sistema italiano ha prodotto
57 governi in poco meno di 50 anni. Io sono a capo del cinquantasettesimo
governo e per la prima volta in cinquanta anni ho la grande maggioranza in
entrambe le Camere del Parlamento. Successe che nel 1992, dopo la caduta del
muro di Berlino, il partito comunista, la Sinistra, era stata sconfitta dalla
storia, non fu processato per la complicità morale con i crimini del regime
comunista - che loro avevano sempre appoggiato, dalla Cambogia a Fidel Castro a
Milosevic - e venivano appoggiati perché la Sinistra ha sempre avuto
un'attrazione fatale per la dittatura, sapete, e non furono portati in tribunale
perché la Sinistra fece infiltrare i suoi uomini in tutti i punti nodali dello
stato, cioè le scuole, i giornali, le stazioni TV, la magistratura, nel sistema
nervoso centrale dello stato. Invece di essere processati, usarono le loro
infiltrazioni per portare in tribunale tutti gli altri partiti, a cui la storia
aveva dato ragione».
Perché è entrato in politica?
Sono entrato in politica con grande dispiacere, ma nel 1994 ho pensato che
l'estrema Sinistra sarebbe stata un disastro per l'Italia. (...) Ero l'uomo più
popolare in Italia perché ho creato la Tv commerciale dal niente ed ero un
importante uomo d'affari, perché ero un uomo di sport con molte vittorie.
(...). Ho costruito piccoli paesi ed ero il proprietario della seconda più
grande catena di supermercati - tutti gli italiani lo sapevano. Ero alla guida
di un movimento popolare (...).
Perché tutti i commentatori lo attaccarono?
Credo ci sia un elemento di gelosia (...). Tutti questi giornalisti - Biagi,
Montanelli - erano più anziani di me e credevano di essere loro quelli
importanti nel nostro rapporto. Poi il rapporto si è capovolto e io sono
diventato ciò che loro stessi volevano essere. Dunque, dato che loro non mi
sono politicamente affini, si è sviluppato un sentimento irrazionale tra
giornalisti italiani molto famosi. (...)
Perché ha appoggiato la guerra in Iraq?
Abbiamo avuto molti dubbi sulla necessità di questa guerra, e abbiamo cercato
di evitarla, ma quando abbiamo visto che gli Usa e l'Inghilterra, nostri
tradizionali alleati, avevano deciso di fare la guerra, noi siamo stati solidali
nei loro confronti. Facciamo l'esempio di un nostro fratello che si lancia in un
affare dopo che per tre mesi gli abbiamo chiesto di desistere - beh, è mio
fratello, e lo appoggio, anche se non al punto di pagare le sue perdite! (...).
Democrazia con la forza
(...) «Dato l'enorme e paradossale successo del fondamentalismo, perché non
parliamo più apertamente della comunità di democrazie? Sì, perché non
riformiamo l'Onu? Diciamo che al signor X o Y, in questa o quella dittatura: tu
devi riconoscere i diritti umani nel tuo paese, e noi ti diamo 6 o 12 mesi o giù
di lì, altrimenti interveniamo. E possiamo farlo perché non c'è una forza
contrastante.(...). Vi dico la verità, se vivessi in un Paese dove non ci
fossero le elezioni, diventerei un rivoluzionario, se non un terrorista. E
questo è perché io amo troppo la libertà, e senza libertà un uomo non è un
uomo. Non ha dignità. E così oggi siamo capaci, con Russia e America insieme,
di guardare a tutti gli stati del mondo, e valutare la dignità di tutta la
gente del mondo, e possiamo dar loro dignità e libertà. Sì! Con la forza se
necessario! Perché è l'unico modo di mostrare che non è uno scherzo. Abbiamo
detto a Saddam, fallo, o noi arriviamo, e siamo arrivati e l'abbiamo fatto. Non
posso dire da quale paese mi è arrivata una telefonata nei giorni scorsi, ma mi
ha chiamato un importante leader e mi ha detto: «Farò qualsiasi cosa gli
americani vogliano, perché ho visto cosa è successo in Iraq, e ho avuto paura».
(Il portavoce di Berlusconi ha indicato che il leader in questione era il
Colonello Gheddafi). (...)
Perché l'Economist crede che Lei non sia adatto a governare l'Italia?
L'Economist ha fatto un grande e colossale errore confondendo le guardie con i
ladri. Ha preso i protettori della democrazia e della libertà per i ladri, e ha
preso i ladri per le guardie. Non ho mai guadagnato un soldo nella mia vita
dalla politica. Ho messo i miei soldi nella politica, sì, per finanziare Forza
Italia (...).
E' giusto approvare leggi che la salvano dai processi?
(...) Soltanto l'8 per cento degli italiani ha fiducia in questa
magistratura. Questo perché hanno capito ciò che l'Economist non ha ancora
capito. Dunque questo è sembrato il solo possibile rimedio. E non casi chiusi,
ma sospesi durante il periodo di servizio allo stato. Io ero contro. Non lo
volevo. (...).
Perché l' opinione pubblica `non la capisce' all' estero?
Credo che l'80 per cento dei giornalisti siano di Sinistra e abbiamo rapporti
molto stretti con l'informazione estera, e hanno tutti un club a Roma. (...) Non
capiscono la nostra magistratura. Guarda cosa è successo ad Andreotti che era
stato condannato a 20 anni.
Andreotti sette volte primo ministro, non era un mafioso?
Ma no, ma no. Andreotti è troppo intelligente. Guardate, Andreotti non è mio
amico. Lui è di Sinistra. Hanno creato questa menzogna per dimostrare che la
Democrazia Cristiana che è stata per 50 anni il partito più importante nella
nostra storia non era un partito etico, ma un partito vicino alla criminalità.
Ma non è vero. E' una follia! Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima
cosa, perché lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare
quel lavoro, devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe
psichiche- Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal
resto della razza umana. (Ndr: nella versione dello Spectator, qui segue
un'ultima frase: «E' per questo che ho iniziato un processo di riforma totale»).