SUL DOCUMENTO VATICANO CHE ESCLUDE I GAY DAL SACERDOZIO
LA CHIESA È LA PIÙ GRANDE ORGANIZZAZIONE TRANSNAZIONALE DI GAY
Spiegel: Il Vaticano ha tratto, con la nuova Istruzione
sull'accesso dei candidati omosessuali al sacerdozio, le conseguenze di una
serie di scandali: numerosi sacerdoti hanno compiuto abusi sessuali su minori.
Il passo di impedire agli omosessuali attivi il sacerdozio non arriva in
ritardo?
Kügler: Primo: gli omosessuali attivi devono essere considerati esattamente
come gli eterosessuali attivi. Nella Chiesa cattolica vige l'obbligo del
celibato, l'astinenza sessuale per i religiosi, allo stesso modo per tutti.
Dunque gli omosessuali non sono una categoria a parte di persone. Secondo: è un
pregiudizio affermare che tutti gli omosessuali sono pedofili. È falso.
Esistono pedofili sia tra gli eterosessuali sia tra i bisessuali. È una
discriminazione accusare persone che si sentono omosessuali di essere
violentatori di bambini sotto mentite spoglie. È una totale stupidaggine.
Però è noto che le vittime dell'abuso sessuale nella Chiesa cattolica
perpetrato da preti sono soprattutto giovani.
Questo è un indizio del fatto che il sacerdozio nella Chiesa cattolica
costituisce un'attrazione forte per persone che nel loro sviluppo sessuale sono
rimaste ferme ad un livello infantile o puberale. Molti sacerdoti all'inizio
sono soggetti all'errore di pensare di non doversi occupare del loro sviluppo
psicosessuale, dal momento che aspirano a un ministero celibe.
Non è tempo di impedire a queste persone immature di percorrere la strada del
sacerdozio?
Nell'educazione sacerdotale dev'essere data più importanza alla promozione
della maturità emozionale dei candidati: anche questo viene sottolineato nel
documento di Roma e non costituisce nulla di nuovo. La Conferenza episcopale
tedesca esige, nell'Istruzione sulla formazione sacerdotale del 1988, che i
candidati non compiano solo studi accademici, ma che si occupino anche di se
stessi.
Sulla formazione della personalità del prete del futuro l'educatore scelto dal
vescovo deve pronunciare un "giudizio morale ineccepibile". Quanto è
grande il pericolo che nei seminari i colloqui spirituali intimi tra i sacerdoti
più giovani e la direzione del seminario siano mal sopportati perché non vi è
più nessuna atmosfera di apertura?
La Chiesa ha un'esperienza millenaria nella divisione di un ambito esterno della
disciplina, l'esame e la verifica, e di un ambito interno, della coscienza.
Questo si riflette anche nei seminari. Lì vi sono i ministeri separati del
rettore e del direttore spirituale, paragonabili ad una tribù indiana, in cui
ci sono un capotribù e uno sciamano. Il direttore spirituale nel seminario non
è tenuto a fare rapporto al vescovo.
Il direttore spirituale d'ora in poi ha però anche il compito di dissuadere i
candidati che svelano le loro "tendenze omosessuali fortemente
radicate" dalla loro decisione di diventare preti.
Questa sorta di atteggiamento inquisitorio non può andar bene. Se funzionasse,
nel giro di alcuni anni verrebbe rifiutato il 40% dei candidati.
Che cosa intende la Chiesa con il concetto "tendenze omosessuali
profondamente radicate"? Sono misurabili?
Questa è la difficoltà. Che cosa significa, e chi lo stabilisce? Su questo il
documento vaticano non dice nulla. E tra l'altro può essere anche un elemento
di discriminazione.
Perché la Chiesa cattolica non vede l'omosessualità come qualcosa di naturale?
La Chiesa, nella ricezione di molte opinioni scientifiche, resta indietro.
L'omosessualità oggi viene considerata come una normale variante del
comportamento sessuale. Non deve essere influenzata né con la volontà né con
una terapia, come se la gente avesse i capelli solo rossi o neri. La Chiesa
cattolica vede l'omosessualità, tuttavia, non più come un peccato, ma come una
malattia che dev'essere seguita con amore e attenzione.
Il cardinale di Colonia Joachim Meisner espone i suoi argomenti con l'ordine
della creazione divina: l'uomo è creato con la donna. Lo scopo sarebbe quello
di fondare la famiglia umana, con la quale viene garantita la sopravvivenza
dell'umanità.
Questa è una comprensione fondamentalista della Bibbia. Il netto rifiuto
dell'omosessualità nella Bibbia deriva da presupposti che bisogna considerare
nel contesto storico dell'antico Oriente. Nella Bibbia gli omosessuali vengono
visti come eterosessuali che si comportano in modo omosessuale a causa di
tendenze perverse. Questo viene rifiutato. La Bibbia non conosce l'omosessualità
condizionata da fattori genetici. A persone come il cardinal Meisner io
consiglierei di guardare a tesi esegeticamente ed ermeneuticamente più precise.
Allora i più elevati ambienti teologici a Roma dovrebbero andare a ripetizione
di esegesi. Il cardinal Meisner insegna quello che a Roma è condiviso.
La Chiesa cattolica è un sistema feudale. C'è qualcuno che comanda e qualcuno
che è comandato. E chi comanda sceglie solo persone gradite.
Lei sta parlando della Chiesa cattolica, alla quale lei stesso appartiene in
quanto religioso.
Sono un prete cattolico, e amo la mia Chiesa. Ciononostante, devo chiamare con
il loro nome i limiti e i lati oscuri di essa.
Non teme sanzioni?
No, perché ho chiara la distinzione tra l'espressione di un'opinione e un
argomento. E nella Chiesa deve essere possibile combattere con argomenti.
Sarebbe un argomento far accedere le donne al sacerdozio per raggiungere una
maggiore maturità sessuale nella Chiesa istituzionale?
La questione del sacerdozio femminile è in primo luogo una questione di
giustizia: se per loro non esiste alcun diritto a questo ministero, il 50% dei
membri è semplicemente escluso da esso. Non vorrei strumentalizzare questa
tematica per il giusto accesso degli omosessuali.
La teologa Uta Ranke-Heinemann una volta ha definito la Chiesa cattolica come
"biotopo ideale" per i gay. Se le donne potessero accedere ai
ministeri ordinati, questo biotopo si prosciugherebbe.
È vero certamente che la Chiesa è la più grande organizzazione transnazionale
di gay. Stime attendibili dicono che circa il 20% dei preti cattolici è
omosessuale, cosa che non significa che siano anche attivi.
I critici della Chiesa continuano a sollecitare l'aboli-zione del celibato. In
questo modo diminuirebbe nella Chiesa istituzionale il numero degli abusi
sessuali?
È problematico se una relazione serve ad allontanare abusi sessuali. Il
problema negli abusi sessuali non è il celibato, ma l'immaturità sessuale.
ADISTA n° 86 del 10.12.2005