È NOTO: CON RATZINGER MEGLIO NON PARLARE DI PLURALISMO RELIGIOSO.IL CASO DEL TEOLOGO HAIGHT


32711. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Si chiama p. Roger Haight, teologo gesuita statunitense, l'ultima vittima del S. Uffizio. Gli strali del card. Joseph Ratzinger lo hanno infatti colpito con una "notificazione" per il suo libro Jesus: Symbol of God (Orbis), uscito nel 1999, premiato dalla Catholic Press Association nel 2000 come miglior libro di teologia dell'anno e già nel 2000 sotto inchiesta. Il libro contiene "gravi errori dottrinali contro la dottrina divina e cattolica della Chiesa" (v. Adista n. 39/2001; nn. 69 e 76/2003), e perciò Ratzinger ha privato il teologo della docenza della teologia cattolica "finché le sue posizioni non saranno corrette in modo da essere pienamente conformi alla dottrina della Chiesa". La notificazione, datata 13 dicembre 2004, è stata pubblicata dall'Osservatore Romano nell'edizione del 7-8 febbraio 2005.
Già nel 2000, ad Haight (che ora non intende commentare il provvedimento emesso contro di lui) era stato ingiunto di rivedere le posizioni espresse nel libro, e la Congregazione per l'Educazione Cattolica gli aveva ordinato di sospendere l'insegnamento presso la Weston School of Theology, gestita dai gesuiti, a Cambridge, nel Massachusetts; in seguito è stata avviata un'analisi teologica più approfondita, che nel 2002 ha confermato nel libro la presenza di gravi errori dottrinali. P. Haight a quel punto è stato invitato, tramite il suo Ordine, a presentare una spiegazione dei suoi metodi teologici e a correggere il contenuto del suo lavoro; la risposta del gesuita, pervenuta in Vaticano all'inizio dello scorso anno, è stata giudicata insufficiente e non soddisfacente. Di qui il provvedimento disciplinare contro il teologo, che insegna attualmente presso l'Union Theological Seminary a New York; trattandosi di un'istituzione non cattolica, è lecito presumere che la notificazione attuale avrà conseguenze relative.
Per il card. Ratzinger il torto di Haight, la cui riflessione abbraccia i temi che ruotano intorno al pluralismo religioso, nel tentativo di esprimere le dottrine tradizionali in un linguaggio comprensibile dalla cultura post-moderna, come egli stesso ha spiegato, sarebbe appunto prima di tutto di metodo: "subordina - si legge nella notificazione - i contenuti della fede alla loro plausibilità e intelligibilità nella cultura post-moderna". Quanto ai singoli contenuti, Ratzinger imputa a Haight, tra l'altro, di presentare Gesù semplicemente come essere umano che "simboleggia" o "media" la presenza salvifica di Dio, e di sminuire il significato salvifico della sua morte, che nel mondo di oggi non avrebbe senso.
Per quanto riguarda il tema del pluralismo religioso, la Congregazione per la Dottrina della Fede rimprovera al teologo gesuita di affermare che Gesù abbia un valore "normativo" per i cristiani ma non "costitutivo" per i seguaci di altre religioni, e che non è necessario credere che Dio salvi solo per mezzo di Gesù. Si tratterebbe dunque di un passaggio dal cristo-centrismo al teocentrismo, che contraddirebbe la dottrina cattolica dell'unicità e universalità di Cristo come salvatore.
Anche la resurrezione è un tema controverso: per Haight, i racconti evangelici della tomba vuota e delle apparizioni di Gesù non sono essenziali alla fede, in base al principio che "non si può credere in un qualcosa accaduto in passato ma che oggi è irripetibile".

 ADISTA n° 13 - 19.2.2005