PRENDIAMO ATTO: PER I VESCOVI I "CASI PIETOSI" NON VANNO CONSIDERATI
Prendiamo atto con rammarico, dall'agenzia stampa della Cei,
che i vescovi bollano come "melassa" e "casi pietosi" la
condizione di sofferenza e di difficoltà di milioni e milioni di italiani ed
italiane che vivono come conviventi.
Facciamo presente agli estensori della nota stampa della Cei che i casi pietosi
in Italia superano largamente i tre milioni. L'ironia dell'agenzia stampa dei
vescovi sulla condizione umana di queste persone è sorprendente perché di
cristiano non ha nulla.
A questo punto è bene chiarire quali sono i punti a cui i vescovi dicono di no
con pervicacia e insistenza degna di miglior causa.
1° I vescovi sono contrari a che un convivente possa assistere il proprio
compagno e la propria compagna in ospedale.
2° I vescovi sono contrari a che una persona che ha convissuto per una vita
abbia il godimento della pensione di reversibilità.
3° I vescovi sono contrari a riconoscere l'eredità dei beni del convivente a
persone che hanno vissuto insieme anche 40 anni.
4° I vescovi sono contrari a che una persona convivente possa recarsi in visita
in carcere al proprio compagno e alla propria compagna.
5° I vescovi sono contrari a che un convivente a cui è tragicamente deceduto
il compagno possa subentrare nell'affitto.
6° I vescovi sono contrari a che due conviventi possano regolare i rapporti
patrimoniali tra di loro.
7° I vescovi sono contrari a che i conviventi possano regolare tra di loro
l'impresa in comune.
8° I vescovi sono contrari all'accesso ai bandi di edilizia popolare per le
coppie conviventi.
9° I vescovi sono contrari che a decidere sulla salma in caso di decesso sia il
convivente di una vita.
Potremmo continuare a lungo nell'elencazione dei momenti difficili della vita a
due, a cui la legge sul Pacs cerca di porre rimedio alleviando sofferenze e
garantendo a tutti quei diritti che favoriscono l'uguaglianza formale garantita
dalla Costituzione.
Come si vede, nella garanzia di questi diritti concreti, non c'è nessuna forma
di eversione e messa in discussione dei nuclei familiari tradizionali. In tutti
i Paesi europei dove sono stati estesi i diritti alle coppie di fatto non si è
verificata nessuna delle tragedie vaticinate dalle gerarchie ecclesiastiche
romano cattoliche. È con tristezza che registriamo il sarcasmo di una gerarchia
ecclesiastica incapace di leggere la modernità e i diritti umani e arroccata su
posizioni crudeli ed anacronistiche.
On. Franco Grillini, Deputato DS
ADISTA 24.9.2005 n° 64