BENEDETTO
XVI: LA CHIESA E' ALTRA COSA...
intervista a don Franco Barbero
D) Quali sono le sue prime riflessioni sulla
elezione del nuovo papa?
R) In realtà non credevo che si arrivasse a tal
punto di degrado istituzionale. Però devo riconoscere che la gerarchia
cattolica sa essere coerente fino in fondo nel perseguire i suoi obiettivi di
dominio e di repressione.
D) E quindi?
R) E quindi sono lieto di questa elezione. Nessuno
potrà più illudersi. Il papato è una struttura che accentra, impedisce la
collegialità e il libero confronto nella chiesa.
E’ funzionale ad una chiesa del battimano, dello
spettacolo. Chi non partecipa ai riti del consenso viene visto con sospetto.
Ma, tutto sommato, anche questa non è una novità.
D) Lei sembra leggere questa elezione non come
un inverno ecclesiale, ma quasi come la possibilità di una primavera. E’
così?
R) Esattamente. Voglio fare qualche esempio. Chi
si illudeva che, dopo il gelo di Wojtyla, ci fosse almeno un clima più
temperato, deve prendere atto del ghiaccio di Benedetto XVI. Il che pone fine
alle illusioni.
I teologi e le teologhe della liberazione, le
donne, i gay e le lesbiche, i separati e i divorziati, i preti e le donne che
vivono relazioni clandestine sanno che le porte sono chiuse. Questa è la
chiesa del “bussate e vi sarà chiuso”.
Dal Vaticano non nasce sostanzialmente nulla che
parli di libertà, di corresponsabilità, di rispetto dei diritti delle
persone.
D) Eppure anche Ratzinger appoggiò Wojtyla
contro la guerra?
R) E’ tempo di smetterla con questa retorica
pacifista. Mentre il papa reiterava inviti alla pace, il Vaticano ordinava ai
vescovi americani di sostenere compatti e con ogni mezzo la rielezione di Bush,
il signore della guerra.
Il Vaticano non ha solo due facce. Ne ha tre: una
per la retorica populista, una per le trattative nascoste, una per illudere il
nemico affinché domani possa eventualmente diventare l’alleato di turno.
D) Quali saranno, secondo lei, le prime mosse
del nuovo papa?
R) Ci saranno, come di consueto, le nuove nomine e
gli omaggi…
Ma ora è importante ritornare alle cose serie:
alla fede, alla politica, ai problemi della gente. Lentamente sto constatando
che, finito il teatro nauseante di queste tre settimane, si stanno levando
molte voci critiche nella società e nella chiesa.
Lo spettacolo ora lascia il posto a un inizio di
riflessione. I giornali riprendono a parlare dei problemi veri.
D) Ma non le sembra che questa elezione getti
molta gente nello sconforto?
R) Certo, c’è l’esultanza dei movimenti
ecclesiali di destra… che sono la quasi totalità… Ma cade nello sconforto
chi non si è ancora liberato dalle illusioni… chi aspetta la magia di un
papa rivoluzionario…
Chi invece in questi anni ha prestato attenzione
alle dinamiche profonde dell’istituzione cattolica ufficiale, non è affatto
sorpreso. Non facciamo gli ingenui. Questa è la realtà della chiesa
cattolica nelle sue istanze gerarchiche.
Chi vuole capire e svegliarsi, si dia una mossa,
parli chiaro e si dissoci. I mugugni non servono, i discorsi in sacrestia
nemmeno. E’ tempo di parlare con chiarezza, pregare con fiducia, agire con
decisione per una “chiesa altra”.
Potrà forse toglierci la fiducia in Dio e rapirci
il sogno di un mondo più giusto questo papa reazionario? Il papa è proprio
il mio ultimo pensiero e la chiesa è un’altra cosa.
(a cura di Paolo Sales)
Pinerolo, 20 aprile 2005