RATZINGER PAPA E IL NUOVO MONDO POSSIBILE
Marcelo Barros *

Per tutto il mese di aprile, l'oggetto prediletto dei mezzi di comunicazione è stato il papa. In tutto l'Occidente, cattolici e non cattolici sono stati costretti a seguire in televisione ogni dettaglio del rituale barocco del conclave. Le più grandi reti televisive sono accorse a Roma per trasmettere il funerale di un papa e l'incoronazione di un altro. I commentatori si sono affrettati, uno dopo l'altro, ad esprimere ammirazione per la pompa con cui, come nei film di re Artù e della Tavola rotonda, si presentava la monarchia assoluta come qualcosa di divino. Alcuni organi di stampa più critici in Brasile e in America Latina hanno espresso timore per la scelta, da parte dei cardinali, di Joseph Ratzinger come nuovo papa. Per quarant'anni la Chiesa cattolica ha ripetuto nei documenti che la politica è una attività umana degna e nobile. Ma, nonostante ciò, gli uomini di Chiesa ci tengono a sottolineare che i cardinali, riuniti per 9 giorni, hanno discusso insieme le questioni della Chiesa ma non hanno fatto politica. Insistono che il nuovo papa è stato scelto dallo Spirito Santo. Certamente, Dio non li smentirà pubblicamente dicendo di non aver autorizzato l'uso del suo nome. Quel che resta ai cattolici è verificare quali conseguenze per il mondo e per il popolo avrà il fatto che i cardinali si siano isolati dal popolo cattolico, non soltanto fisicamente ma anche spiritualmente, per votare non solo un uomo - che può essere di sicuro una persona buona, degna ed onesta - ma un progetto di Chiesa per il periodo attuale.
È possibile che il cardinal Ratzinger, ora Benedetto XVI, possa cambiare e dare vita a un pontificato diverso da quella che è stata la sua gestione come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Tuttavia, i cardinali non hanno votato un papa che fosse più aperto, perché altrimenti non avrebbero votato lui, ma hanno scelto un progetto di Chiesa: quello di cui il cardinal Ratzinger è un simbolo, quello che essi hanno conosciuto e che hanno ascoltato, nei giorni del Conclave, nei discorsi programmatici della cerimonia funebre di Giovanni Paolo II e della messa pro eligendo pontifice. Da tutto quello che appare, questo progetto ecclesiale conferma che il dialogo iniziato da papa Giovanni XXIII tra la Chiesa e l'umanità - dialogo che qualche anno fa è stato interrotto - è ancora lungi dall'essere ripreso. Dagli anni '90, il Consiglio Ecumenico delle Chiese propone l'avvio di un processo conciliare, di un cammino di dialogo e di consultazione tra le comunità e i loro pastori sull'impe-gno della Chiesa riguardo alla pace, alla giustizia e alla salvaguardia del creato. Nella Chiesa cattolica, diversi vescovi hanno scritto a Giovanni Paolo II chiedendo la convocazione di un nuovo Concilio. Per il momento, però, è la società civile, non la Chiesa, ad aver fatto passi significativi in questo processo, nei diversi forum della cittadinanza e nel processo del Forum Sociale Mondiale. Per il momento, non possiamo ancora vedere la Chiesa come saggio di un nuovo mondo possibile, ma il mondo può contare sulla testimonianza di molte persone, povere, semplici, che in tutte le Chiese accettano di consacrare la propria vita alla costruzione di questo nuovo mondo possibile.



* monaco benedettino, Brasile

ADISTA n° 34 del 7.5.2005