32820. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Si tratta
dell'ultimo atto di Ratzinger-prefetto del Sant'Uffizio o del primo di
Ratzinger papa? Non è ancora chiaro, ma di certo rappresentano formalmente il
primo provvedimento del nuovo pontificato contro la libertà di pensiero nella
Chiesa le dimissioni rassegnate dal direttore del settimanale gesuita
statunitense "America Magazine", una delle più prestigiose riviste
cattoliche degli States. P. Thomas Reese, 60 anni, da sette era alla
guida della pubblicazione che, di orientamento moderato-liberale, ha avuto il
coraggio di ospitare, negli anni, dibattiti e approfondimenti sulle questioni più
scottanti e d'attualità che hanno scosso il mondo cattolico, osando parlare di
temi difficili o assumendo posizioni anche divergenti rispetto al magistero
della Chiesa. E, per questo, p. Reese era da anni sotto stretta osservazione
della Congregazione per la Dottrina della Fede, che gli faceva sentire
continuamente il suo alito sul collo, ma anche al centro di scambi e tensioni
tra la Congregazione stessa e l'Ordine dei gesuiti: tre anni fa, addirittura,
secondo quanto afferma il settimanale Usa National Catholic Reporter (6/5/05),
venne proposta (ma poi mai realizzata) l'istituzione di una commissione
"censoria" di tre vescovi, su suggerimento, pare, di alcuni vescovi
Usa preoccupati per le posizioni espresse da Reese. Non è ancora chiara - e
forse non lo sarà mai - la dinamica con cui si è giunti alle dimissioni; Reese
non è mai stato contattato direttamente e pare, sempre secondo quanto affermano
le fonti interpellate dal Ncr, che al ritorno negli Stati Uniti dopo il
conclave che aveva sancito l'elezione al soglio pontificio di Ratzinger, Reese
sia stato messo al corrente del fatto che per i vertici dell'Ordine dei gesuiti
la battaglia era ormai perduta. Il New York Times sostiene che
l'ingiunzione a dare le dimissioni sia giunta a metà marzo, quando Ratzinger
era ancora alla Congregazione.
Sotto la direzione di Reese, America aveva pubblicato articoli su temi
come il sostegno all'uso dei preservativi nella lotta all'Aids; la critica al
documento dottrinale sul dialogo interreligioso Dominus Iesus pubblicato
dalla Congregazione nel 2000; la mancanza di un iter processuale formale per i
teologi messi sotto inchiesta; i preti omosessuali; la comunione ai politici
cattolici favorevoli all'aborto. Temi scottanti, oggetto di ampi dibattiti,
trattati sempre, però, in modo molto equilibrato, da persone altamente
competenti anche in seno alla struttura ecclesiastica e da diversi od opposti
punti di vista. Lo stesso Ratzinger fu ospitato sulle pagine della rivista, in
occasione di un dibattito su Chiesa locale-Chiesa universale con il card.
Walter Kasper.
Le dimissioni di Reese, commentatore di altissima visibilità negli Stati Uniti,
sono un pessimo segnale del fatto che il dibattito sul magistero è off
limits, scrive Laurie Goodstein sul New York Times (9/5/05);
alcuni gesuiti, si legge nell'articolo, hanno ricevuto negli ultimi due anni
avvertimenti orali o scritti dalla Congregazione di Ratzinger riguardo ad
articoli o libri pubblicati. Stephen Pope, teologo del Boston College,
autore di un articolo - comparso su America - critico sulla posizione
della Chiesa riguardo ai matrimoni omosessuali, afferma che "se tutto
questo è vero, obbligherà i teologi cattolici che intendono porre
interrogativi delicati a non pubblicare più su giornali cattolici. Può avere
un effetto di gelo".
A sostituire p. Reese andrà il suo vice da tre anni, p. Drew Christiansen,
molto attivo sui temi internazionali (soprattutto Balcani e Medio Oriente) e
dell'etica sociale, già direttore dell'Ufficio Giustizia e Pace internazionale
e docente in svariate Università americane. In un comunicato che non fa cenno
delle ragioni delle dimissioni, Reese afferma che "Padre Christiansen è il
candidato ideale a prendere le redini di America Magazine: ha un'ampia
esperienza, competenza editoriale e una profonda testimonianza spirituale che
renderanno un buon servizio alla nostra pubblicazione". "Sono fiero di
ciò che i miei colleghi ed io abbiamo fatto al giornale - continua Reese - e
sono grato ad essi, ai nostri lettori re ai nostri benefattori per il sostegno
che mi hanno dato. Sono in procinto di prendermi un periodo sabbatico, mentre il
mio provinciale ed io decideremo la prossima fase del mio ministero
gesuita". "Nell'ospitare articoli che rappresentavano opinioni diverse
sul tema dibattuto - afferma il nuovo direttore - padre Reese ha contribuito a
fare di America un forum per una discussione intelligente sulle questioni
che la Chiesa ed il Paese oggi hanno di fronte".
ADISTA n° 37 del 21.5.2005