SANTI AFFARI: SOLO LE SPECULAZIONI IN BORSA TENGONO IN ATTIVO IL BILANCIO DEL VATICANO
33500. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Il Vaticano gioca in borsa
con le valute estere e gli utili volano in alto, facendo raggiungere al bilancio
complessivo della Santa Sede il miglior risultato da otto anni a questa parte:
9,7 milioni di euro di attivo, cioè 3,1 milioni di euro in più rispetto al
2004, quando l'attivo era di 6,6 milioni.
Attività finanziarie a gonfie vele
Lo ammette il card. Sergio Sebastiani, presidente della Prefettura degli Affari
economici della Santa Sede, durante la conferenza stampa di presentazione del
"bilancio consuntivo consolidato della Santa Sede per l'anno 2005", lo
scorso 12 luglio: "il settore finanziario nel 2005 si è chiuso con un
avanzo di 43,3 milioni contro 6,1 del 2004". E questo risultato ‘straordinario',
spiega Sebastiani, è stato reso possibile da "una migliore congiuntura dei
mercati finanziari dei cambi": solo grazie alle fluttuazioni delle monete
il Vaticano ha infatti guadagnato 21,7 milioni di euro. Positivo anche il
risultato di cedole e dividendi (19,1 milioni di euro, in leggera flessione
rispetto al 2004, quando erano stati rastrellati 19,6 milioni) e degli interessi
attivi, mentre quelli passivi passano da un valore di 8,3 milioni del 2004 agli
8 milioni del 2005. Ed è estremamente positivo anche il bilancio del
"settore immobiliare" che, benché in calo di 2,7 milioni di euro
rispetto al 2004, ha consentito al Vaticano di mettere in cassa 22,2 milioni di
euro. Come al solito, nel resoconto delle attività economico-finanziarie del
Vaticano manca del tutto il capitolo Ior: il bilancio della banca vaticana,
infatti, non è mai stato reso pubblico, e questo fatto continua a costituire
un'anomalia rispetto alla prassi degli altri istituti di credito che sono tenuti
a comunicare i loro bilanci.
Male "Radio Vaticana" e "Osservatore Romano"…
Conti in rosso, invece, per il settore "comunicazioni" della Santa
Sede, dovuti soprattutto al ‘buco' di 23,5 milioni di euro della Radio
Vaticana (per metà già coperto dal Governatorato) e dell'Osservatore Romano
(4,6 milioni di euro). Tanto che per la radio del papa si annuncia una
significativa riduzione del personale che, annuncia Sebastiani, nei prossimi
dieci anni passerà da 395 a 335 dipendenti: "nessun licenziamento o
prepensionamento", precisa p. Federico Lombardi, neo direttore della Sala
Stampa vaticana nonché direttore generale di Radio Vaticana e del Centro
Televisivo Vaticano, semplicemente non verrà sostituito il personale che andrà
in pensione, anche "grazie alla buona gestione delle nuove
tecnologie". Si tratta di un programma dai tempi piuttosto lunghi per cui
non è detto che, visti i costanti, pessimi risultati economici, non si rifaccia
avanti l'Opus Dei che da anni tenta di mettere le mani sulla Radio (v. Adista n.79/05
), magari con la promessa di rimettere in sesto i conti e di far fruttare meglio
le potenzialità dell'emittente.
…bene i diritti d'autore del papa
Come del resto sta fruttando sia il Centro Televisivo Vaticano (650mila euro di
utile, contro i 235mila del 2004), che vende a tutte le televisioni del mondo le
immagini del papa, sia la Libreria Editrice Vaticana (Lev), che chiude il suo
bilancio con un attivo di 934mila euro grazie soprattutto – Adista lo aveva
anticipato e previsto già da diversi mesi (v. nn. 5 e 9/06 ), ora lo ammette
anche il card. Sebastiani – alla recente modifica della normativa che ha
affidato alla Lev la proprietà e la tutela dei diritti d'autore sulle parole e
sui testi del papa (e dei suoi predecessori degli ultimi 50 anni) e sui
documenti ufficiali della Santa Sede. E positivo è anche il bilancio della
Tipografia Vaticana, che ha chiuso il 2005 con un avanzo di 653mila euro.
La Curia spende troppo
Crescono invece le spese per le "attività istituzionali" (Segreteria
di Stato, Congregazioni, Pontifici consigli, Sinodi dei vescovi, ecc.) che
segnano un disavanzo complessivo di 36,9 milioni di euro, in aumento rispetto al
2004 quando le perdite ammontavano a 23,2 milioni di euro.
In questo capitolo di spesa le entrate arrivano per lo più dalle diocesi di
tutto il mondo, che sono tenute, ai sensi del Diritto canonico, a sostenere le
attività della Santa Sede: dalle Chiese locali sono arrivati nelle casse della
Città del Vaticano 73,9 milioni di euro, 600mila in più rispetto al 2004. Ma
che non sono bastati a coprire tutte le spese per le attività della Curia, per
le rappresentanze pontificie, per le manutenzioni e riparazioni, per i funerali
di papa Wojtyla e per il Conclave (solo queste ultime due voci sono costate 7
milioni di euro).
Positivo invece il bilancio del Governatorato che chiude con un risultato
positivo di 29,6 milioni di euro, nonostante ne abbia spesi ben 11,8 per
ripianare metà dei debiti della Radio Vaticana.
L'Obolo lievita
Crescono sensibilmente i proventi dell'Obolo di San Pietro, cioè le offerte
dirette per il papa raccolte da Istituti di vita consacrata, Fondazioni e
singoli fedeli soprattutto in occasione della Solennità di San Pietro e Paolo:
hanno raggiunto 59,4 milioni di dollari (il bilancio dell'Obolo è sempre
calcolato in dollari), con un incremento del 14,95% rispetto all'anno
precedente. I donatori più generosi sono stati gli statunitensi, che hanno
elargito al papa 20 milioni di dollari, cioè oltre il 40% di tutte le offerte.
(luca kocci)