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CON QUALE AUTORITÀ?


il manifesto - 16 settembre 2006
 
di Filippo Gentiloni

Quello che si pensava come un semplice viaggio di ricordi nostalgici e familiari - il viaggio di Benedetto XVI in Baviera - si è dimostrato alla fine ben diverso: attacchi, polemiche, temi scottanti di geopolitica e di confronto-guerra fra le religioni. Non ce lo aspettavamo da questo papa e in questo momento. Ratzinger, così colto, ma anche prudente e compassato, si è fatto aggressivo, proprio mentre tutti gli sguardi sono rivolti al Medio Oriente conteso fra cristiani, ebrei e musulmani. Due i temi che Benedetto XVI ha voluto affrontare e porre in primo piano nella sua tranquilla Baviera. Uno, si potrebbe dire, di politica interna del cattolicesimo; l'altro di politica estera: l'evoluzionismo e l'islam. Fra i due un certo collegamento: con la condanna dell'evoluzionismo, infatti, il papa vuole riportare alla rigida ortodossia il pensiero cattolico, mettendo fine a certe tendenze moderne che giudica pe-ricolose, e insieme rendendo capace il cattolicesimo di fronteggiare il grande avversario di oggi, l'islam. E' su questo argomento che il papa ha sconvolto tutte le aspettative, attaccando l'islam con una decisione e una violenza che va ben al di là di tutte le affermazioni diplomatiche e di tutte le ripetute dichiarazioni ecumeniche. Il papa si permette di giudicare l'islam, sulla base della accettazione islamica della «jhad», la guerra «santa» e prescindendo da tutte le interpretazioni che l'islam stesso ne ha date. Ma con quale autorità Ratzinger si permette questo affondo e questa ingerenza? Certamente non è sufficiente quella di Michele II Paleologo o di qualche altra autorità antica che il papa potrebbe invocare. La vera, unica, autorità è per Ratzinger quella della ragione, della quale ancora una volta il papa di Roma si pretende maestro e custode. La ragione alla quale tutti e in tutti i tempi si devono conformare e la cui sede è nel palazzo pontificio. Si è anche permesso di aggiungere che le frasi del Corano contro la guerra e il sangue in un secondo tempo sarebbero state rinnegate dallo stesso Maometto. Logiche, perciò, le reazioni islamiche: puntuali , arrabbiate. A rischio addirittura il programmato viaggio del papa in Turchia. Sembra di tornare ai toni di qualche secolo fa. Le famose Crociate non appaiono poi così lontane. Ci dobbiamo attendere reazioni e risposte dure di fronte alle quali il Vaticano non potrà dirsi innocente. Si affretterà a fare marcia indietro: scuse, accuse di fraintendimenti... E cortesie nei confronti di tutti i neocon anche di casa nostra, tutti ben lieti che il papa dimostri la forza e la rigidità delle nostre posizioni, attaccando quelle altrui anche se, a parole, si scambiano strette di mano e sorrisi. Atteggiamenti al limite della ipocrisia, ai quali l'accorta diplomazia vaticana non era mai stata estranea, ma che appaiono particolarmente stonati in un tempo come l'attuale, mentre le difficoltà della geopolitica mondiale assumono, purtroppo, i colori e i toni dello scontro anche religioso. Il nome - i nomi - di Dio sempre più invocato, ma anche sempre più bestemmiato.