HOME PAGE          SOMMARIO TEMI


È una coppia? Decida il papa
La maggioranza ha messo sotto il tappeto il problema dei Pacs, e adesso ne sconta tutte le conseguenze. Subisce l'attacco del vaticano e rischia una lacerazione prima ancora che il governo abbia la fiducia. Occorre un segnale di laicità, e subito. Parla Chiara Saraceno
Iaia Vantaggiato

il manifesto - 23.5.2006

Un difficile esordio per la cattolica neo ministra della famiglia Rosy Bindi, tallonata dimisura dal Vaticano. Prevedibile pietra dello scandalo, le coppie di fatto.Ne parliamo con Chiara Saraceno, docente di sociologia della famiglia presso l'università di Torino.

Il ministero della famiglia - ha dichiarato ieri - è nato da meno di una settimana e già si tenta di trasformarlo nel ministero dei pacs. Perché, secondo lei?

Perché era inevitabile che il nodo delle unioni di fatto suscitasse da subito dibattiti e polemiche. Inevitabile e prevedibile per tutti, a eccezione dell'attuale maggioranza che ha messo tra parentesi la questione giocando con le parole, dicendo e non dicendo o addirittura - come ha fatto Rutelli - parlando di generici diritti degli individui. Come se gli individui fossero fuori da qualsiasi relazione.

E tuttavia Bindi, che pure della maggioranza fa parte, ha sottolineato la necessità di un riconoscimento pubblico delle unioni di fatto, etero e omosessuali.

Rosy Bindi è una donna coraggiosa. Certo anche lei ha detto che nel programma dell'Unione non esiste la parola pacs ma poi non ha esitato a dichiarare che quando si parla di diritti delle persone il confine tra pubblico e privato nonpuò che sfumare perché se una norma si applica a due persone anche i terzi sono tenuti a rispettarla.

Già, ma chi sono «i terzi»?

Lo stato, innanzitutto.Ma anche i famigliari che, allo stato attuale, possono - per esempio - impugnare un testamento qualora ritengano sia stata inficiata la cosiddetta quota della legittima, quella quota che per legge deve andare agli eredi e che dunque è intangibile. Elo stesso vale per le pensioni di reversibilità. Quando Bindi dice che i diritti delle coppie di fatto devono essere garantiti dallo stato, intende mettere un freno ad arbitri di questo tipo; arbitri che scritture meramente private - quelle che tanto piacerebbero a Rutelli - renderebbero possibili.

E intanto la Chiesa continua a definire i pacs «immorali».

Mi chiedo veramente in che cosa possano considerarsi lese la coesione sociale e la moralità se due persone che si vogliono bene assumonopubblicamente l'una verso l'altra responsabilità e vincoli. Perchénon di soli diritti si tratta. Piuttosto io credo che il problema sia altrove: precisamente nella sessualità.

Cosa intende dire quando parla di sessualità?

La sessualità fuori dal matrimonio - per non parlare di quella omosessuale - è il «male ». Ruini lo ha detto a chiare lettere: una coppia di fatto non è una coppia. Ora, lasciamo perdere il riconoscimento legale. Quello che qui viene amancare è addirittura il riconoscimento affettivo. Vivere in coppia al di fuori della famiglia quasi equivale a fare sesso in pubblico. La Santa romana chiesa ha tutto il diritto di mettere all'indice i suoi «peccatori» ma non di trasformare il «peccato» in una colpa legale.

La Chiesa teme che l'«epidemia» possa diffondersi, non crede?

Già. E' come se accettando una certa modalità di rapporto, questa possa automaticamente costituire una«tentazione» per chiunque: nessuno si sposa più e tutti diventiamo omosessuali. Ma anche qui è lamaggioranza che sbaglia. Quando ci si pone il problema del rapporto coi cattolici, di fatto questo rapporto viene sempre tradotto in rapporto con la chiesa come istituzione, Cei o Vaticano che dir si voglia, come se non esistesse un'opinione cattolica più articolata e per certi versi dissenziente.

Ieri Mastella ha detto che qualsiasi iniziativa sui pacs deve partire dal parlamento e nondal governo. Questo per consentire anche al centrodestra di dire la sua.

In sè non sono contraria al coinvolgimento del centrodestra: se le cose si possono fare insieme, perché no? Penso, tuttavia, che sarebbe più importante un'iniziativa che partisse da una maggioranza capace di mandare segnali più chiari sul piano dei diritti civili e della laicità dello stato. Ieri, a Ventotene, si è fatto un gran parlare dell'Europa dove i diritti delle coppie di fatto vengono garantiti. Vogliamo forse concludere che l'Europa è il luogo di ogni nequizia? Non mi pare che nei paesi dell'Unione la famiglia sia sull'orlo del precipizio, anzi. In Francia, Svezia e Danimarca i tassi di fecondità superano i nostri.

Rispetto alla legge sulla fecondazione assistita, ancora Rosy Bindi ha parlato di possibili cambiamenti. Condivide?

Non del tutto e per un motivo assai semplice: è l'impianto complessivo di quella legge - e non solo alcune delle sue parti - ad essere problematico, a cominciare dalla tutela dell'embrione. Il peccato è d'origine: ci si sarebbe dovuti limitare a fornire norme sanitarie.

Sarà daccordo, almeno, con il via libera dato da Livia Turco alla sperimentazione della pillola Ru486?

Io credo che nonsi dovrebbe neanche parlare di sperimentazione: quella pillola è già stata sperimentata in altri paesi. La questione della Ru come questione etica è malposta. Una volta che si consente - con una legge - la possibilità di interrompere la gravidanza, il problema si sposta e diventa di carattere medico: garantire un aborto il meno traumatico e doloroso possibile.

Anche lei ha contato le donne del nuovo governo?

Ilnumeroconta poco. E' il metodo che, come donna e come elettrice, mi ha indignata e offesa. Le donne continuano ad essere quota a parte che, peraltro, viene sempre dopo tutto il resto.Non sono mai date come direttamente in corsa. Del resto era già successo nel '96 col primo governo Prodi. In quel caso, per «accontentarci», si inventarono il ministero delle pari opportunità. Elo stesso fanno oggi con i ministeri della famiglia, dei giovani e dello sport.Contutto il rispetto perRosy Bindi,mi chiedo di che cosa mai il suo ministero dovrà occuparsi visto che su previdenza e politiche sociali saranno altri a lavorare. Del resto anche questo fa parte del «piano » della maggioranza che attraverso l'istituzione di un ministero della famiglia ha inteso mandare il suomessaggio rassicurante alla chiesa cattolica. Per fortuna, senza fare i conti con la Bindi