Accanimento
terapeutico/accanimento della denutrizione
p.
Fausto Marinetti
Cari
prelati cattolico-romani,
la
vostra voce in difesa della vita, “bene indisponibile che va sempre custodita
e difesa”, è giunta fino a noi. Nelle cantine della storia, nelle favelas
infinite, nelle capanne piene di niente, nelle palafitte sulle fogne, nei tuguri
d’ogni sud del mondo. E noi, nuovi inquilini del Calvario, non possiamo non
congratularci con voi. Assaporare la vita fino all’ultima goccia, celebrarla
“dall’inizio fino al suo naturale tramonto”, “è veramente giusto e
salutare”, perché è il vero culto al Dio vivo, esaltando la sua gloria,
l’uomo vivente: “gloria Dei, vivens homo”.
Il
dibattito si riaccende ad ogni Terry Schiavo, ad ogni Welby, ad ogni Eluana
Englaro. I pro e i contro si accaniscono sull’accanimento terapeutico-si,
accanimento terapeutico-no.
Il
“lasciatemi andare” è un privilegio papale? Perché non possono
sussurrarlo, con la stessa nostalgia di cielo, anche i comuni mortali dopo
5/10/15 anni sulla croce del dolore? Non è un diritto d’ogni viandante
affaticato chiudere in pace i suoi giorni, quando la sua vita è dipende dalle
macchine e da inutili cure?
Per
il Vaticano privare un malato di mezzi, strumenti indispensabili per la
sopravvivenza, idratazione e alimentazione artificiali compresi, sarebbe
“ucciderlo” (1). Per
Alt!, noi, 840 milioni di nullatenenti (= non-esistenti), obiettiamo: noi siamo
privati non solo di mezzi artificiali, sondini e flebo-idratanti, ma addirittura
dell’indispensabile. Non pretendiamo respiratori, macchinari speciali,
trapianti sofisticati. Chiediamo il minimo per non crepare. Non vogliamo più
assistere, impotenti, alla “vile morte” dei nostri figli per la più
stupida, banale delle morti: disidratazione (causata dalla diarrea) e
denutrizione.
Anche
noi abbiamo diritto alla vita “dall’inizio fino al naturale tramonto”.
E’ naturale tramonto nascere per conoscere, della vita, solo la morte? C’è
qualcosa di più inumano del nascere nella culla della morte? Chi ci condanna ad
una morte ingiusta e prematura? Siete forse voi, cristiani di lusso, gli eredi
di quella razza superiore, di hitleriana memoria e noi la spazzatura della
storia, razza inferiore, perché siamo nati sotto l’ombelico del pianeta?
Voi
definite l’eutanasia morte procurata, indotta, inferta. Ma allora perché non
denunciate come eutanasia l’uccisione di 840 milioni di persone, 40 milioni
l’anno? Sul conto di chi, questi delitti? Non è “con le leggi” economiche
e sociali che ci condannate a morte ed eseguite la sentenza?
Questo
sì che è relativismo bello e buono! Perché non condannate nei vostri
tribunali speciali coloro che ci uccidono impunemente? Vi preme tanto
“salvare” un “dio dottrinale”, tutelarne definizione e attributi. Ma
E’
un privilegio dei popoli bianchi e cristiani il diritto a vivere ad ogni costo,
un diritto acquisito della razza primo-mondiale?
Se
veramente vi sta a cuore la vita dal suo inizio alla fine, perché tanta
indifferenza (è il minimo che si possa dire) per la vita così a rischio a sud
del mondo?
Diritti
umani? Perché ai depauperati della terra è riservato il diritto di
sopravvivere, non vivere, arrancare nella vita come naufraghi di un uragano
sociale? E’ vivere, vivere di stenti, la speranza di arrivare a sera? Noi non
chiediamo né sondini né soluzioni glicosate, ci basta la bocca e lo stomaco,
che digerisce anche i sassi...
Tempo
fa nello nel Cearà brasiliano circolava una strana notizia: non sapendo più
che cosa inventare per “ingannare la fame”, le mamme mettono a letto i figli
con una tisana a base di alcool, zucchero e acqua. Pie invenzioni della pietà
materna! Meglio addormentarsi storditi dall’alcool che con i morsi della fame.
A Recife gli specialisti scoprono, che la “denutrizione generazionale” dà
origine ad una nuova specie di pigmei.
E
noi, tutti cattolici, cattolicissimi, siamo capaci di spendere per un pasto ciò
che un non-uomo guadagna con un mese di lavoro... Poi ci preghiamo sopra:
“Padre nostro...”. Ma di chi sarà padre questo malcapitato genitore? Come
esserlo, contemporaneamente, di vittime e carnefici?
Giustissimo
gettare l’allarme contro l’eutanasia, ma non rischiate di fare dei vostri
malati, dei nostri potenziali nemici, perché le risorse investite per curare
loro sono sottratte a noi? Noi siamo discriminati, diseredati, depauperati,
spogliati delle nostre materie prime; la nostra manodopera viene succhiata dalla
centrifuga del mercato globale; le nostre sono economie di servizio; ecc. Non
sarebbero queste le cose da predicare dai tetti, i veri “peccati del mondo
cattolico” ben più gravi delle coppie di fatto, degli anticoncezionali, ecc.
ecc.? La comunione negata ai divorziati, per noi è un lusso, che non
pretendiamo, ci basta un piattino di riso e fagioli...
La
vostra lotta contro l’aborto, se vuol essere coerente, dovrebbe essere
ingaggiata contro il mercato globale, che strozza le nostre economie di
sopravvivenza. Noi siamo i vostri 840 milioni di aborti. Noi, già vivi, siamo
costretti a sopravvivere, non vivere. Perché non predicate con le opere, più
che con le chiacchiere, contro il delitto di spreco, di inquinamento, di
ecocidio delle specie animali e vegetali? Come invidiamo cagnolini e gattini
primo-mondiali! Potessimo noi essere al loro posto, anche al guinzaglio, pur di
avere la nostra scatoletta quotidiana!
Non
è un crimine contro l’umanità lasciare morire di fame, mentre i pii
cristiani non sanno più cosa fare per consumare? Se uno non si ferma a
soccorrere il ferito va in galera. Quanti delitti per omissione di soccorso
restano non solo impuniti, ma non ci turbano neppure!
Perché
vi attribuite la “signoria” sulla scienza, sulla vita nostra, dei nostri
figli e delle future generazioni?