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L´INGANNO DI BUTTIGLIONE SUL DIRITTO NATURALE,

Paolo Flores D´Arcais

la Repubblica - 8-4-2007

Caro direttore, l´autorevole filosofo cattolico Rocco Buttiglione (tanto più autorevole in quanto, come deputato legislatore, ha l´opportunità di rendere obbligatorie - attraverso la legge positiva - le sue convinzioni morali di fedelissimo di Santa Romana Chiesa) ha spezzato una lancia in favore del "diritto naturale". Riproposto dal Papa e "subito contestato da parte laica", la quale "avanza il sospetto che con il concetto di diritto naturale la Chiesa cattolica cerchi di travestire la propria etica rivelata.

Le argomentazioni di Buttiglione costituiscono una preziosa raccolta di "non sequitur" (per dirla in latino, come piace a lui). Che cosa sia il diritto naturale è, secondo Buttiglione, perfettamente chiaro. Lo avrebbe "spiegato assai bene" san Tommaso: la legge naturale è un giusto rapporto degli uomini tra loro. E mi hai detto un prospero! Sfugge a Buttiglione, evidentemente, il carattere tautologico e del tutto vuoto della definizione. Il problema, infatti, è proprio cosa si intenda con quel "giusto" rapporto.

Per gli atzechi implicava sacrifici umani (che costituivano anzi la forma estrema di pietas religiosa), per i cattolicissimi "conquistadores" il genocidio di quei "selvaggi" (dei quali si discusse se avessero un´anima), per la grande civiltà romana la schiavitù, la guerra permanente, le stragi circensi e l´esposizione dei neonati (non parliamo poi dell´aborto), per la classicità greca una coltissima omosessualità che aveva toni che oggi classificheremmo da pedofilia, per l´intero millennio e passa dell´Europa cristiana il rogo degli eretici e la persecuzione del "popolo deicida", per molte società "primitive" l´antropofagia rituale (nelle due varianti: dei propri nemici e dei propri cari), nell´Italia di quando ero ragazzo il carcere per adulterio (ne fecero le spese anche "il campionissimo" e la sua "dama bianca"), nell´Italia di oggi quindici anni di galera per chi obbedisce con gesto di amore estremo alla richiesta del malato torturato di poter "terminare" la sua tortura. Potremmo continuare "ad abundantiam".

In nessuno di questi casi, e degli infiniti altri che violano ciò che Buttiglione presume sia diritto naturale, ma che si sono susseguiti nella storia della specie naturale "homo sapiens", è mai accaduto ciò di cui Buttiglione favoleggia: "la sanzione del diritto naturale è immanente: se la norma non viene osservata la società va in rovina". Le società vanno in rovina, ma per tutt´altri motivi, visto che vengono sostituite da altre società che puntualmente, anch´esse, non si adeguano alla "natura e ragione" secondo Buttiglione.

Del resto lo spiegava il più grande filosofo cristiano da molti secoli a questa parte, Blaise Pascal. Che, con trasparente riferimento al "giusto rapporto" di cui san Tommaso e Buttiglione, esclama: La giustizia? L´uomo non la conosce. "Nulla si vede di giusto o di ingiusto che non muti di qualità al mutare del clima… Il furto, l´incesto, l´uccisione dei figli e dei padri, tutto ha trovato il proprio posto tra le azioni virtuose". Tra le azioni virtuose, si badi, non tra i delitti. Pascal è cristiano, ma guarda in faccia la realtà. Il diritto naturale è una finzione (per questo sarà per Pascal ancora più necessaria la fede).

La scimmia che tutti noi siamo si differenzia radicalmente dalle altre per il suo essere "sapiens", questo è ovvio. Ma la razionalità umana è un insieme di capacità simboliche, comunicative, calcolanti (le razionalità plurali di cui parla Gardner, ad esempio) che non implicano affatto una specifica morale (e meno che mai quella di Buttiglione e di Benedetto XVI). "Homo sapiens" ha certo bisogno di una norma (di una morale), per soccorrere la cogenza indebolita degli istinti. Di una norma qualsiasi, purché funzioni. Questo ci dice la storia della specie naturale cui apparteniamo. Scegliere per le libertà e contro la sopraffazione (dei totalitarismi e delle teocrazie, gli uni surrogati degli altri) è la possibilità per cui il laicismo, cioè la democrazia, si batte.