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domande alla Congregazione per la Dottrina della Fede
Tissa Balasuriya
ADISTA
n°30 del 21.4.2007
La
Congregazione per la Dottrina della Fede (Cdf) ha recentemente pubblicato una
Notificazione sugli scritti teologici del gesuita Jon Sobrino di El Salvador. Si
tratta della prima azione di rilievo da parte del cardinale statunitense William
Levada, come prefetto della Cdf in sostituzione del cardinale Joseph Ratzinger.
Essa mette in guardia i cattolici da possibili errori su diversi principi della
dottrina cattolica.
La
Congregazione per la Dottrina della Fede ha l'obiet-tivo di salvaguardare la
fede e di promuovere lo sviluppo teologico. La Notificazione tratta questioni di
cristologia tra cui la personalità di Gesù Cristo e il suo ruolo nella
salvezza umana. Essa critica gli scritti di Jon Sobrino, sottolineando come
alcune delle sue posizioni siano erronee rispetto agli insegnamenti della Chiesa
cattolica. Senza commentarle direttamente, si possono sollevare brevemente
alcune questioni riguardo alla teologia dogmatica tradizionale della Chiesa che
sono problematiche nel nostro contesto asiatico e in qualche misura anche
altrove. Speriamo che queste portino qualche luce (o ulteriori problemi) sul
dialogo in corso in quest'occasione.
L'insegnamento
dogmatico della Chiesa riguardo a Gesù Cristo e al suo ruolo di redentore unico
e universale del genere umano si fonda sul presupposto che tutto il genere umano
si trovi nel peccato originale e non possa salvarsi da solo dalla condanna alla
dannazione eterna. È solo la grazia di Dio meritata per noi da Gesù Cristo che
può realizzare la riconciliazione di Dio con gli uomini, individualmente e
collettivamente. Inoltre, fa parte della dottrina il fatto che l'adesione alla
Chiesa è essenziale alla salvezza anche a causa del peccato originale (cfr XVI
Concilio di Cartagine 418; Secondo Concilio di Orange 529, Concilio generale di
Firenze 1442; Concilio di Trento: Decreto sul peccato originale, 1546).
A
questo riguardo possono essere rivolti alla Cdf alcuni importanti rilievi:
1)
Esiste un problema di natura scientifica, riguardo al monogenismo e al
presupposto che ne consegue, cioè che tutta l'umanità proviene dai due primi
genitori, Adamo ed Eva.
2)
Un'altra questione è quella delle fonti della rivelazione divina e della loro
interpretazione esegetica, compreso il fatto di prendere alla lettera, come
verità storica fattuale, la descrizione del Genesi.
3)
Si vorrebbe rivolgere alla Cdf una domanda di ordine generale per avere una
delucidazione sulla dottrina cattolica. Come possiamo proporre come dottrina
cattolica il fatto che tutti coloro che non sono appartenuti alla Chiesa sono
stati destinati alla dannazione eterna? Questa non era forse dottrina della
Chiesa fino a qualche decennio fa? È conciliabile con l'insegnamento di Gesù
che Dio è amore? Questa dottrina non è forse inaccettabile per coloro che non
appartengono alla fede cristiana?
4)
Questa dottrina e questo pensiero non hanno forse dato una direzione sbagliata
alla Chiesa, spingendola verso un atteggiamento intollerante nei confronti delle
altre fedi? Non è solo con il Concilio Vaticano II che la Chiesa ha accettato
la libertà religiosa, trattando le altre fedi come possibili percorsi verso la
salvezza? In questa prospettiva, la maggior parte degli asiatici è stata
considerata al di fuori della salvezza. Forse è questa la ragione per cui il
cristianesimo è accettato soltanto dal 2% della popolazione in Asia (escludendo
le Filippine)?
5)
La Notificazione fa spesso riferimento alla preoccupazione della Chiesa nei
riguardi dei poveri, specialmente da parte di membri che intraprendono azioni
caritatevoli nei loro confronti. Ma il tema che Jon Sobrino sottolinea è quello
della giustizia sociale. La Chiesa non è stata forse in generale dalla parte
degli oppressori durante secoli di colonialismo e schiavitù, e, anche ora, di
dominazione maschile?
6)
La Notificazione critica questa affermazione di Sobrino:
"I
poveri nella comunità interpellano la fede cristologica e danno ad essa la sua
direzione fondamentale… La Chiesa dei poveri… è il luogo ecclesiale della
cristologia perché è una realtà configurata dai poveri. Il luogo sociale è
così il più decisivo per la fede, il più decisivo nel dare forma al modello
di pensiero della Cristologia, e ciò che richiede e incoraggia la rottura
epistemologica".
La
Notificazione, criticando questa posizione, presenta la fede della Chiesa come
norma primaria per valutare gli scritti teologici: "Il luogo teologico
fondamentale può esser solo la Fede della Chiesa; in essa trova la giusta
collocazione epistemologica qualunque altro luogo teologico. (…) Nella Fede
apostolica trasmessa attraverso la Chiesa a tutte le generazioni".
Una
domanda che si sente spesso nella regione asiatica è: come può l'insegnamento
tradizionalmente esclusivista della Chiesa riguardo alle altre religioni e alla
salvezza conciliarsi con l'amore universale e la volontà salvifica di Dio?
Questa posizione di chiusura non è stata sostenuta dalla Chiesa per molti
secoli fino al cambiamento sopravvenuto con il Concilio Vaticano II (1962-1965)?
La
Notificazione della Cdf afferma che Gesù come Dio-uomo fin dal concepimento nel
grembo della Madre di Dio ha goduto della visione beatifica di Dio. La Chiesa
che riceve la rivelazione da un Gesù onnisciente come può proporre dottrine
erronee come "fuori della Chiesa non c'è salvezza"? Come può essere
un insegnamento così inaccettabile della Chiesa il corretto luogo
epistemologico per il discernimento della fede della Chiesa?
Papa
Giovanni Paolo II ha chiesto scusa per più di 100 errori compiuti dai figli e
dalle figlie della Chiesa agli altri, nel perseguimento anche violento di ciò
che ritenevano essere la verità. Egli ha capito che la dottrina ecclesiale
aveva contribuito molto a errori e conflitti come le Crociate e le invasioni
coloniali. Ha fatto appello alla purificazione della memoria e ad un'apertura
alle altre religioni come nei giorni di preghiera ad Assisi.
Forse
le risposte a queste domande potrebbero aiutare i lettori di Jon Sobrino a
collocare le sue ricerche teologiche nel loro contesto, e potrebbero aiutare la
stessa Cdf a definire il suo ruolo storico nel XXI secolo, nel quadro di una
diffusa secolarizzazione, soprattutto in Occidente, e nel-l’ambito delle
nostre culture, caratterizzate dalla pluralità religiosa. Una risposta pubblica
a queste domande sarebbe utile per molti, compresi i teologi come Jon Sobrino,
che si occupano di relazioni interreligiose e di giustizia sociale. In questo la
Cdf può dare un contributo positivo alla purificazione della teologia cristiana
e all'armonia interreligiosa e alla giustizia nel mondo. Vorremmo invitare la
Cdf a contribuire allo sviluppo della teologia in una direzione che non
allontanasse le persone di buona volontà dalla Chiesa e invitasse tutti a
costruire il regno di Dio sulla terra, secondo i carismi di ciascuno.