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«I cattolici? Non sono uniti contro i Dico. La Cei sbaglia»

 

Don Franco Barbero

 

Liberazione, 21 marzo 2007

 

Intervista di Castalda Musacchio

 

Chi è Franco Barbero  

 

«La Chiesa ha perso il monopolio sull’amore. E nessuno vuole lottare “contro” la famiglia»

 

Non c’è nessuna “piena unità” dei cattolici, come dice la Cei, contro i Dico. La Chiesa ha perso il monopolio sull’amore. Nessuno di noi ha mai pensato di lottare “contro” la famiglia, se mai ha pensato di lasciare libertà ad ognuno e ad ognuna di amare in tanti modi, secondo la propria natura». Don Franco Barbero è davvero una voce fuori campo. Un sacerdote che rompe gli schemi. E la sua storia lo conferma. Fondatore della comunità cristiana di base di Pinerolo (To) da oltre 40 anni si occupa di ricerca biblica e teologica. Tra le tante, sono note le sue prese di posizione a sostegno di gay e lesbiche per vivere liberamente la loro condizione. E oggi torna a dire: «Cosa penso dei Dico? Un compromesso accettabile, anche se personalmente sono a favore di un vero e proprio matrimonio per le coppie omosessuali».

Fervono i preparativi per il “Family Day”, la manifestazione a favore della famiglia in programma il 12 maggio. Per l’agenzia Sir della Cei si tratta «di un’iniziativa che testimonia la piena unità del mondo cattolico in difesa della famiglia fondata sul matrimonio».

Ma nessuna unità, per cortesia... Non c’è nessuna “piena unità” tra i cattolici contro i Dico come sostiene la Cei. Dalle migliaia di testimonianze di tanti semplici fedeli a tanti piccoli preti e sacerdoti e suore e cittadini cattolici, proprio questo mondo fortunatamente assai eterogeneo non è assolutamente “unito” su questa questione. E fortunatamente è ben più aperto di quanto vogliano far intendere le gerarchie ecclesiali. Ma le menzogne delle gerarchie purtroppo sono tante. C’è qualcosa che davvero mi sorprende...

Cosa?

Quello che mi sembra davvero strano, ormai un vero paradosso, è quanto proprio le gerarchie ecclesiali non percepiscano quanto siano tristi direi, il loro è davvero un umorismo triste. Nessuno di noi ha mai pensato di lottare “contro” la famiglia, se mai ha pensato di lasciare libertà ad ognuno e ad ognuna di amare in tanti modi, secondo la propria natura. Anzi, se mai si è voluta estendere la famiglia e i diritti connessi alle persone che vivono questa realtà.  Tutto questo grande fervore contro i Dico corrisponde davvero all’accensione di roghi.

Eppure, per la Cei,«è il principio di uguaglianza ad impedire il riconoscimento delle unioni omosessuali: non è possibile invocare garanzie uguali per situazioni differenti».

Omosessuali e lesbiche e trans non sono un problema. Portano un amore fresco e voci calorose. Certo che alle gerarchie fa comodo pensare di continuare ad avere il “monopolio sull’amore”, ma ormai questa Chiesa è fredda, è una chiesa “freezer” e, al contrario di quanto pensano in molti, sono proprio gli omosessuali che stanno scaldando il terreno dell’amore. Eppure non se ne accorgono. Perché chi è gelato come un frigo questo amore non lo sente. Vorrei aggiungere che oggi, stranamente, sono proprio le donne lesbiche e gli uomini gay a portare in campo le voci tenere dell’amore che hanno tante risonanze nella voce di Gesù, e la Chiesa questo lo sa.

Don Franco, arriva la promessa della possibile presenza in piazza di un cartello di associazioni omosessuali e delle famiglie di fatto al “family day”.Tra queste dovrebbero esserci l’Arcigay, l’Arcilesbica, le Famiglie arcobaleno (associazione papà e mamme omosessuali, ndr) ma anche la Liff (Lega italiana famiglie di fatto, ndr) e l’Agedo (associazione genitori di omosessuali, ndr)... cosa ne pensa?

Sarebbe bello davvero se accadesse. Certo, la festa della famiglia dovrebbe mobilitarci un po’ tutti se fossimo in prevalenza cristiani e cristiane di buon senso. E se questa manifestazione avesse questa creatività mi impegnerei a partecipare. Andiamo allora, issiamo cartelli, ma temo davvero che sia solo una fantasia... oltretutto occorre necessariamente puntualizzare un fatto.

Prego...

Nei Dico non si parla assolutamente di matrimonio, anche se io personalmente me ne rammarico. I Dico sono un punto di passaggio verso una maggiore pienezza dei diritti. R i p e t o : nessun attacco alla famiglia, solo un riconoscimento di diritti. Quanto all’adozione di figli, certo, la questione è più delicata.

Ecco, a proposito di adozioni per coppie omosessuali, lei cosa ne pensa?

Il problema dell’adozione è l’accudimento. Le analisi che ci provengono dalle prime realtà di adozioni da parte di coppie lesbiche e omosessuali sono estremamente positive, che esse siano etero omo o trans la sostanza del problema non cambia. Il problema per un’adozione resta la capacità di accudire. Certamente una figura femminile o maschile hanno delle loro valenze, nel senso che nella società avvengono delle identificazioni nelle relazioni, ma anche su questo occorrerebbe il coraggio di guardare ciò che oggi è la realtà e ciò che tanto può fare anche la scienza. Mi auguro davvero che anche questa prospettiva in futuro non sia lasciata cadere. Anche se in molti Stati questa possibilità è già una realtà.

Certo, don Franco, a sentire le sue parole, sembra così lontano dai tanti discorsi che si ascoltano,così distante da ciò che la Chiesa di Ratzinger vuole rappresentare...

Non credo di fare un’opera straordinaria. Trovo tutto così umano e così coerente con il Vangelo. E, direi, soprattutto, che ritrovo anche un po’ di gioia nel fatto che si possa discutere di questi temi e che si possa far davvero capire che essere credenti non vuol dire essere reazionari. La fede è libera e occorre liberarsi dalle catene che impone il Vaticano. Noi fedeli stiamo imparando a vivere la nostra fede fuori da queste catene, per cui l’affascinazione del Tempio non mi tocca. Sento che non ho bisogno di nessuna benedizione, il Vangelo è la mia benedizione. E anche di questo papa non sento in verità alcuna mancanza.