CATTOLICI E POLITICA DELLA CHIESA
Giancarla Codrignani
unità - 25 marzo 2007
E'forse giovato alla Chiesa la condanna di Galilei?
Allora si temeva che
l'impatto di scoprire che la terra, collocata da Dio al centro
dell'universo, era periferica fosse così forte da far perdere la fede. Ma
la verità non era quella imposta dalla Chiesa. E, come diceva Galilei, la
fede non c'entrava: Dio restava e la grandezza dell'universo ne dilatava,
semmai, il senso. In ogni caso oggi nessuno perde o acquista la fede per
ragioni di cosmologia o perché impara che all'origine esistevano solo
neutroni, protoni, elettroni, o impara a conoscere come è fatto il
microcosmo del Dna.
Se è umano che ci siano perplessità e dubbi circa un futuro di
trasformazioni destinate a cambiare a breve termine il nostro vivere, le
religioni non possono reagire con la paura. I loro messaggi sono di fede,
di speranza, di amore e possono fornire grande aiuto a tutti se
trasmettono
valori, se sono positive, se significano l'amore per tutti gli esseri e
per
il mondo.
Perché la famiglia deve perdersi se ci sono coppie che si amano fuori da
un
vincolo formale? La Chiesa deve riflettere sul suo aver reso il matrimonio
per secoli - sostanzialmente fino al Vaticano II - un impegno finalizzato
alla procreazione e, dio ci perdoni, al remedium concupiscentiae (detto in
latino perché dà vergogna tradurlo). Gli uomini - e le donne che
(riflettiamoci, perché, come chiesa, non abbiamo difeso la famiglia dalla
violenza che l'abita) trovano nella famiglia, come anche i bambini, il
luogo più pericoloso per la propria dignità e incolumità - possono
avere
come prima finalità l'amore e, per questo, fare i bambini. E'per
rimozione
della sessualità affettiva che i preti non possono amare umanamente? Gesù
non ha mai imposto a nessuno la verginità; non si è curato della legge
che
imponeva la lapidazione dell'adultera e ha richiamato i maschi alla loro
responsabilità; ha perfino consegnato alla samaritana, una
"convivente" uno
dei messaggi più alti…
Paura dell'omosessualità? La inventa forse una legge, quando basta fare
due
conti a livello di vicinato e ci si accorge che abbiamo sempre fatto finta
di non sapere? Non è crudeltà impedire che si dia tutela a una parte così
estesa di cittadini? Non possiamo, d'altra parte, negare che, se ci
poniamo
sull' orizzonte della "naturalità", l'omosessuale sia, da
sempre, "natura":
forse che il Signore non ha creato a propria immagine anche i gay e le
lesbiche? solo loro non possono essere capaci di bene?
Una "sana laicità" comporta che tutti siano interessati al
magistero della
Chiesa, anche quando ripristina il latino nelle liturgie internazionali
(perché l'ormai incomprensibile lingua dell'impero romano quando è in
uso
l'inglese?) o censura la teologia della liberazione, impedendo la libertà
della ricerca teologica. Infatti, dalle chiese può derivare l'aiuto solo
se
non si fanno autoreferenziali perché pensano al futuro in termini di
salvezza (anche propria).