Di
fronte all'imperversare delle gerarchie ecclesiastiche a proposito di DI.CO,
difesa della famiglia e pressioni indebite sui parlamentari cattolici italiani,
la Comunità cristiana di base di san Paolo "ha preso carta e penna"
ed ha scritto questa lettera aperta a tutta la Chiesa cattolica italiana, cioè
popolo di Dio e ministri, l'ha inviata a moltissimi giornali ed agenzie (citata
da La Repubblica e da l'Unità, pubblicata su Adista). Verrà anche pubblicata
come inserto a pagamento su La Repubblica.
“POSSUMUS!”
Lettera
aperta alla Chiesa cattolica italiana
Il
martellante interventismo della Conferenza episcopale italiana (Cei), guidata
dal card. Camillo Ruini, contro il progetto di legge sui DI.CO (i diritti per i
conviventi) spinge anche noi ad intervenire, per affermare, non solo come
cittadini, ma anche come cattolici, la nostra ponderata opposizione alla linea
indicata dalla gerarchia cattolica.
Siamo
convinti che non spetti a nessuna Chiesa e religione indicare ai cittadini, e al
Parlamento, la giusta interpretazione della «legge naturale». In tale
interpretazione, del resto, la Chiesa romana si è contraddetta più volte nel
corso della storia, e potrebbe continuare a sbagliare anche oggi. Sua missione,
invece, insieme alle Chiese sorelle, è quella di annunciare l’Evangelo di Gesù.
Sembra invece che la gerarchia ecclesiastica voglia darsi un ruolo surrettizio
avocando in Italia l’egemonia culturale per dirimere tutte le questioni
riguardanti la vita, la bioetica e la sessualità.
Dopo
il Vaticano II molti cattolici, uomini e donne (e, nel suo piccolo, il movimento
delle Comunità cristiane di base di cui facciamo parte), hanno preso coscienza
di essere parte viva e adulta di una Chiesa che il Concilio ha definito
“popolo di Dio”: in esso, dunque, pur nella varietà dei ministeri, non vi
sono né padroni né servi, e tutti hanno il diritto-dovere di esprimersi
pubblicamente su problemi che incidono nella comunità ecclesiale.
Per
questo, mentre condividiamo le critiche dei “laici” contro la plateale
ingerenza dei vescovi negli affari dello Stato, che è laico, noi, proprio in
quanto cattolici, e per ragioni teologiche,
-
affermiamo il nostro aperto dissenso dalle prese di posizione della Cei che ci
sembrano ben lontane dal Vangelo che pone l'Amore al disopra di tutte le leggi;
-
incoraggiamo tutti i parlamentari a votare secondo coscienza, alla luce del
mandato popolare ricevuto e nel rispetto della Costituzione, senza piegarsi ai
ricatti del card. Ruini appoggiato dal Vaticano;
-
rispettiamo tutti coloro che plaudono all’iniziativa della gerarchia
ecclesiastica ma, nel contempo, invitiamo i cattolici in disaccordo con essa ad
esprimere pubblicamente il loro punto di vista.
Non
pensiamo che la legge sui DI.CO sia perfetta; ma la riteniamo onesta, opportuna
e, comunque, non confliggente con l’Evangelo.
La
Comunità cristiana di base di san Paolo
Roma,
15 febbraio 2007