I VANGELI SCONOSCIUTI
Per il lancio della nuova
collana, abbiamo commissionato l’indagine "Gli italiani e i libri
religiosi", che ha avuto risultati interessanti ma sconfortanti. Ne
compriamo pochissimi, e conosciamo male anche la Bibbia. Visto che il 69 per
cento degli intervistati non ha mai letto interamente neanche i quattro Vangeli.
Giuliano Vigini
da Famiglia Cristiana n° 44 del 4.11.2007
In concomitanza con il lancio dei
"I Classici della spiritualità cristiana", Famiglia Cristiana
ha commissionato alla Coesis Research un sondaggio per verificare, su un
campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, l’interesse per i
libri religiosi. Gli intervistati (803) hanno un’età media di 48 anni, un
titolo di studio mediamente elevato (15 per cento laurea; 44 diploma superiore)
e appartengono a nuclei familiari in cui 46 genitori su 100 dichiarano di avere
almeno un figlio convivente. Gran parte delle persone intervistate si considera
credente (68 per cento), ma soltanto il 17 per cento è praticante, tanto che la
frequenza domenicale alla Messa raccoglie solo il 26 per cento di risposte.
Il pubblico del sondaggio, se conferma di non leggere
quotidiani (33 per cento) e ancor meno riviste (47), con i libri sembra avere un
po’ più di dimestichezza. Il 58 per cento ha letto almeno un libro
nell’ultimo anno: cifra che, se confrontata con il dato Istat 2006 del 44,1
(dai sei anni di età), può, di primo acchito, indurre qualche segno di
conforto. Il 42 per cento dichiara di leggerne 2-3 all’anno e il 21 da 4 a 6.
C’è anche un 17 per cento che ne legge più di 10. Fra i libri letti, quelli religiosi sono una minoranza (32 per
cento), ma abbastanza alta, se fosse così davvero. In prevalenza, tra credenti
e praticanti, si leggono biografie di santi (28 per cento). Diversamente da
quanto si poteva supporre, i valori più bassi vanno ai libri di preghiera (13)
e di meditazione (10). Come accade per i libri in generale, anche la non-lettura
di libri religiosi è determinata dal fatto che l’argomento non
interessa (61 per cento) o annoia (20), anche se non è da trascurare il
dato di coloro che non li leggono perché nessuno glieli consiglia (9). In media si legge poco più di un libro di argomento religioso
all’anno. Ma è allarmante che il 69 per cento non abbia mai letto per intero
i quattro Vangeli, e il 15 solo in parte. Allora, forse, si richiede qualche
sforzo formativo e catechetico in più, anche per sottolineare le peculiarità
di ciascun Vangelo, visto che chi legge non mostra alcuna preferenza particolare
(36 per cento) e che per il 30 per cento sono tutti uguali. I 10 titoli di maggior richiamo Nella scelta di un libro religioso conta solo l’argomento
(72 per cento), quasi niente l’editore (4), le recensioni (4) e il prezzo (1).
Fra i pochi consiglieri letti o ascoltati, Avvenire è in prima fila (44
per cento), seguito da Famiglia Cristiana (33) e Radio Maria (22).
Un dato interessante (e problematico) è dove si acquistano libri religiosi: il
64 per cento sceglie la libreria tradizionale, mentre il 27 preferisce una
libreria cattolica. Nella domanda sugli autori religiosi si intendeva verificare
se gli intervistati avessero una qualche conoscenza dei classici che stanno per
essere lanciati con Famiglia Cristiana. Un autore come Newman (1 per
cento) è pressoché sconosciuto, ma anche gli altri, intorno al 6-8 per cento
di risposte, sono molto lontani dai due autori (non compresi in questa serie)
che, con il 24 (Madre Teresa di Calcutta) e il 19 (sant’Agostino) di risposte,
risultano in cima alla lista. Con l’indicazione di 10 libri religiosi di richiamo e ben
accolti dal mercato si voleva sondare se anche gli intervistati ne fossero a
diretta conoscenza. La risposta – bisogna dire – è stata deludente: perfino
il recente Gesù di Nazaret di papa Benedetto XVI è stato letto soltanto
dal 7 per cento di persone. Entrando nel merito specifico del concetto di spiritualità,
emerge prevalentemente una dimensione etica. Il 46 per cento, infatti, la
identifica con il "comportarsi bene nella vita", solo il 5 con
"vivere una vita di preghiera". Da qui discende anche il dato del 63
per cento di coloro che identificano il "coltivare la spiritualità"
nell’aiutare il prossimo e nel volontariato (35). Leggere libri religiosi
risulta del tutto marginale (2). Tuttavia, l’esigenza di cultura religiosa balza evidente
quando viene espresso l’auspicio (63 per cento) che a scuola sia dato più
spazio ai temi religiosi, in buona misura (34) anche da parte di non credenti.
Praticamente tutti (90) sono favorevoli all’insegnamento della religione nelle
scuole, in gran parte ritenendo sufficiente (67) l’ora attuale. La maggiore attenzione da riservare ai temi religiosi si
concentra soprattutto sui valori etici fondamentali (35 per cento) e sullo
studio delle grandi religioni (31), mentre è ancora poco avvertito il bisogno
di attingere alle fonti dei classici della spiritualità cristiana (9). Si
direbbe un buon motivo per proporli e far capire quanto sia importante conoscere
la parola dei grandi maestri.