LIMBO
Geografia politica dell'aldilà
Marco d'Eramo
il manifesto del 22.4.2007
La geografia dell'aldilà l'aveva messa a soqquadro già nel
1984: l'allora cardinale Ratzinger disse da «privato teologo» che il limbo era
«una semplice ipotesi teologica che andrebbe abbandonata». Ora l'abbandono è
definitivo, sancito dalla Commissione teologica internazionale e avallato
dall'autorità papale di Benedetto XVI. Da venerdì 20 aprile 2007 l'oltretomba
si è perso una delle sue quattro parti, il limbo appunto. Restano solo, per
ora, inferno, purgatorio e paradiso.
Questa decisione pontificia dimostra così che gli atlanti diventano obsoleti
non solo su questa terra, come la carta d'Eurasia prima e dopo il 1992. Anche i
confini ultraterreni possono spostarsi e intere popolazioni di anime defunte
migrare da un reame a un altro. Perché alcuni regni postumi vedano la luce ci
vogliono secoli di lotte, come quelle che nel Medioevo portarono a sottrarre
intere legioni di anime all'inferno, e fu consentito loro di emigrare in
purgatorio.
Nel bellissimo libro La nascita del Purgatorio (Einaudi), Jacques Le Goff ci
racconta come si fece luce a poco a poco la categoria di un «terzo luogo»
intermedio dell'aldilà. Anche il limbo era a suo modo un «terzo luogo»: se il
purgatorio lo era per i battezzati, il limbo lo era per i non battezzati. In
ogni caso, purgatorio e limbo segnavano l'ingresso della politica (e del terzo
stato) nell'oltretomba, se è vero che «la politica è l'invenzione del terzo»,
secondo Carl Schmitt...
Ora che il limbo è stato cancellato dalla mappa dell'aldilà, ci si deve
chiedere dove finiranno le anime che finora vi risiedevano: diventeranno
apolidi? O saranno tutte cooptate in paradiso? San Pietro rilascerà loro una
green card?
Come si sa, queste anime appartengono a due grandi categorie, quelle in cui era
diviso il loro aldilà: il limbo dei padri e il limbo dei bambini, cioè di
tutti coloro che, non battezzati, non potevano aspirare alla cittadinanza del
paradiso o perché (i padri) nati prima che Gesù portasse questo sacramento in
terra, o perché (i bimbi) morti prima di avere avuto il tempo di riceverlo. I
bambini non battezzati sono la vera ragione per cui è stato smantellato il
limbo: ce ne sono troppi, e sempre più numerosi - dicono i teologi - per
rifiutare loro la salvezza.
Il pontefice ha insomma varato una sanatoria per i bimbi che non avevano
permesso di soggiorno (battesimo) in regola in paradiso. Ma l'obiettivo finale
è meno innocente: si tratta di aprire le porte del cielo a tutti i feti che
sono stati abortiti. Di beatificarli, prima di santificarli perché hanno subito
il martirio. La ridefinizione geopolitica dell'aldilà ha quindi un fine assai
terreno, revocare la legge 194.
Però c'è da chiedersi se, come conseguenza non voluta di questa sanatoria, non
vengano naturalizzate anche tante anime che non chiedevano di esserlo, tutte le
vittime di mortalità perinatale la cui madre però era non cristiana e mai si
sarebbe sognata di battezzare la propria prole. Il paradiso cristiano rischia il
sovraffollamento per un afflusso imprevisto di buddisti mancati e islamici
virtuali.
Al contrario, più buio si presenta il destino per i residenti in limbo che
rientrano nella categoria dei padri: potranno essere espulsi verso una sola
destinazione possibile: l'inferno. Abolendo la zona grigia, la decisione papale
separa i «limbiani»: in cielo i bimbi salvati, agli inferi gli adulti dannati,
compresi quei grandi spiriti dell'antichità incontrati da Dante, quei virtuosi
filosofi ellenici che il pontefice ammira e ama tanto.