HOME PAGE          SOMMARIO TEMI


SUA EMINENZA E L’OCCASIONE PERDUTA

Anche l'assolutismo può essere gestito in modo soft o duro e quello della Chiesa cattolica sembra della seconda specie. È così sicuro del suo potere da non badare nemmeno a quelle sottigliezze giuridiche e definitorie per le quali era giustamente famosa la Chiesa cattolica

di Lidia Menapace

1° Aprile 2007

da: www.italialaica.it

Il card. Bagnasco, successore di Ruini, sembra non avere la scaltrezza volpina del suo predecessore, del resto anche il papa è piuttosto andante e approssimativo: come si sia fatta la fama di fine intellettuale e di grande teologo davvero non si capisce, se non perché nel mondo cattolico da un po' è invalsa una specie di riverenza a comando e di venerazione “a prescindere” per il papa. Non era così. Tra Pietro e Paolo ci furono polemiche molto forti e -a tacere d'altri- Dante non è né tenero né trattenuto dal rispetto nel giudizio che dà sui papi, e Santa Caterina fa accuse molto forti a proposito della sede di Avignone, solo per citare casi molto noti. Ma dopo la Controriforma e soprattutto dopo il Concilio Vaticano 1°, con la promulgazione del dogma -recente (1870) e contestato- della infallibilità pontificia, l'autoritarismo è sempre cresciuto e il rimedio posto dal Vaticano 2° (con l'impostazione collegiale e delle chiese territoriali per definire orientamenti dottrinali) è stato cancellato dall'autoritarismo pratico del pontificato di Giovanni Paolo II, che aveva alle spalle come esecutore e consigliere di persecuzioni e divieti per i teologi avanzati e progressisti proprio il card. Raztiznger futuro papa: e si è tornati a una Chiesa cattolica sempre più monarchica e assoluta, si vede. Tuttavia anche l'assolutismo può essere gestito in modo soft o duro e questo sembra della seconda specie. Duro e così sicuro del suo potere da non badare nemmeno a quelle sottigliezze giuridiche e definitorie per le quali va giustamente famosa la Chiesa cattolica. Sia Ratzinger nel designare il cardinale di Varsavia, sia Bagnasco nel citare i peccati vanno un tanto al pezzo e incorrono tranquillamente nelle gaffes più clamorose, sicuri di poter mettere il bavaglio alla comunicazione con un qualche rigo di rettifica. Come Berlusconi anche loro vengono sempre "fraintesi", peccato! il Vangelo dice che non bisogna essere ambigui, ma dire sempre sì sì, no no chiaramente.

E veniamo a Bagnasco. Nella furia di parlare contro i Dico, fa di ogni erba un fascio e suscita reazioni da ogni parte. Vedremo. Intanto a proposito dei cattolici dediti al culto del papa, che si sgolano ogni volta che parla, a dire che la Chiesa ha diritto ecc.ecc., va bene. Ma c'è bisogno di ripetere la stessa cosa 52 volte e proprio in prossimità di un voto e riferendosi con precisione maniacale a un testo di legge (ce ne sono 10 giacenti al parlamento)? Che cosa significa tale ossessiva ripetizione? o che i cattolici sono duri di comprendonio e bisogna dirgli le cose in tutte le salse e in tutte le musiche per mettergliele bene in capo, oppure che il papa teme di non essere obbedito e deve di continuo alzare il livello della costrizione morale, finendo per ottenere la straordinaria dichiarazione di Berlusconi: "Il papa e la chiesa hanno diritto e forse anche il dovere di dire la loro, poi noi che siamo laici, facciamo ciò che ci pare". Mirabile esempio di indifferenza morale e sfottimento delle leggi: se uno vuol fare ciò che vuole e la legge non lo aiuta, ma magari anche lo colpisce, che fa? il disobbediente? meraviglioso, Berlusconi è davvero camaleontico, e in fondo eversivo (cominciò col fisco a volontà) specialmente quando va a tre congressi al giorno e deve adattarsi alle varie frazioni della sua scombinata comitiva, e fa il patriota dalla Mussolini, il laico dai repubblicani e via via una faccia per tutte le varianti. Crede che siamo tutti scemi?

Ma torniamo a Bagnasco, il quale ripetendo per l'ennesima volta che la Chiesa non vuole che si riconoscano i diritti di persone che scelgono di vivere in coppie di fatto, comincia una vera campagna di "notizie false e tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico", sostenendo che dalle unioni di fatto si scivolerà verso il riconoscimento dell'incesto e della pedofilia ecc.ecc. Ohibò: sulla pedofilia farebbe bene a tacere, dato che nella Chiesa cattolica si è scoperto persino un vescovo pedofilo e numerosi preti (di solito mutati di luogo, non puniti: promoveatur ut amoveatur) condannati negli USA a multe tanto pesanti che alcune delle più ricche diocesi statunitensi sono in rosso nei loro pingui bilanci. E che l'omosessualità coperta fosse diffusa in collegi e seminari è sempre stata voce diffusa e dichiarata nei racconti "postumi" di ragazzi e giovani.

Sembra che la Chiesa non conosca o non accetti le definizioni della Organizzazione mondiale della sanità (OMS), una agenzia delle Nazioni unite, che nel corso degli anni ha fatto il seguente percorso scientifico e morale: l'omosessualità non è una perversione; l'omosessualità non è una malattia, l'omosessualità è una scelta.

E quanto all'incesto: nel codice Rocco, fino a non molti decenni fa era scritto che l'incesto non è reato "se non dà pubblico scandalo". Non risulta che la Chiesa cattolica si sia battuta come una leonessa per far cancellare tale definizione di assoluta ipocrisia, legittimazione del detto popolare: "i panni sporchi si lavano in famiglia", per coprire la famiglia patriarcale detta "amorale" (uno dei tanti modi storici in cui la famiglia si manifesta) nella quale i maschi reputavano di avere libero e violento uso di tutte le femmine di casa. Dalla metà degli anni '70, quando si fece una profonda riforma del diritto di famiglia, questa vergogna fu tolta, senza che la Chiesa muovesse un dito. Che va dicendo? Almeno faccia un gesto penitenziale verso tutte le donne che venivano costrette a sottostare comunque alla sessualità del marito anche violenta e a non vedere la sessualità violenta di parecchi padri verso le figlie, né a denunciarla "per non dare pubblico scandalo". Veniva del resto insegnato che benché la morale cattolica dica che "il debito coniugale è reciproco", tuttavia in pratica ciò significava obbedire alla "natura": poiché è difficile costringere a un rapporto sessuale un uomo che non ne ha voglia, la moglie non può dire di no al marito quando ne ha voglia lui, senza diventare colpevole del fatto che per soddisfare le sue invincibili pulsioni il marito si rivolga alle prostitute: naturalmente la colpa è sempre di Eva, sotto forma di prostituta o di moglie restia!

Sarà meglio che stiano zitti un po': hanno perso l'occasione di fare una bella quaresima di silenzio, ma possono rimediare comunque.

(5-4-2007)