I MEDICI, L'EUTANASIA E LA MORTE DI WOJTYLA,
Paolo Flores d'Arcais
la Repubblica 18-9-2007
Caro Direttore,
per ironia della sorte, o per Disegno della Provvidenza, il numero di Micro-Mega
che contiene la dettagliata ricostruzione della eutanasia di Karol Wojtyla è
uscito lo stesso giorno (venerdì scorso) in cui la Santa Sede ribadiva
solennemente che la mancata somministrazione di nutrimento, se necessario per
via artificiale — non solo al malato grave, ma perfino ad un corpo umano in
stato vegetativo e con encefalogramma piatto - costituiva comportamento
eutanasico. Ovvio, perciò, che nei giorni immediatamente successivi, il medico
curante di Giovanni Paolo II si sia affrettato a negare le "voci"
sulla "buona morte" del pontefice (proprio in una intervista a Orazio
La Rocca, pubblicata con grande evidenza da questo giornale). Il professor
Buzzonetti ha preferito non citare il lungo e dettagliato saggio pubblicato da
MicroMega, a firma della professoressa Pavanelli, anestesista (già direttore
della scuola di specializzazione in Anestesia e rianimazione dell'università di
Ferrara), perché, parlando genericamente di "voci", ha potuto così
evitare di dover entrare nel merito della ricostruzione stessa. Ma è proprio la
smentita di Buzzonetti che non smentisce nulla. Non smentisce e non può
smentire, infatti, una ricostruzione che la professoressa Pavanelli ha condotto
utilizzando esclusivamente documenti ufficiali della Santa Sede e dell'entourage
del Papa, e in particolare il libro dello stesso Renato Buzzonetti
("Lasciatemi andare - la forza nella debolezza di Giovanni Paolo II",
edizioni San Paolo, 2006) che riprende, sistematizza e approfondisce i
bollettini medici quotidianamente emessi a suo tempo.
Del resto, il professor Buzzonetti si concentra sugli "ultimi istanti"
di Karol Wojtyla, benché la professoressa Pavanelli non di questi "ultimi
istanti" si sia occupata, sui quali non avanza alcun rilievo, bensì dei
due mesi precedenti la morte del Papa. Lina Pavanelli, infatti, mette a
confronto i dati clinici su questi due mesi forniti da Buzzonetti (e i
comunicati del portavoce della Santa Sede Navarro-Valls), con i documenti di
etica medica dell'ortodossia cattolica, dall'enciclica "Evangelium
vitae" che ha caratterizzato il pontificato di Karol Wojtyla, ai
"Quaderni di Scienza e Vita", e infine al testo del Comitato nazionale
per la bioetica del 30 settembre 2005, in cui la maggioranza cattolica, con il
voto contrario di tutti i laici, tentava di imporre le norme dell'"Evangelium
vitae" alla legislazione italiana.
Tutti questi testi dicono chiaramente che:
1) l'alimentazione e l'idratazione dei pazienti, anche se in stato vegetativo
persistente, deve essere somministrata comunque;
2) non vi è distinzione tra un atto che affretta la morte e una omissione che
provoca la stessa conseguenza: in entrambi i casi si tratta di eutanasia.
La dottrina ufficiale della Chiesa (che a molti tra noi laici appare
semplicemente mostruosa, perché non rispetta la volontà del malato terminale,
nel caso non voglia più soffrire la tortura cui è ormai ridotta la sua vita)
è perciò assolutamente chiara: non nutrire artificialmente un paziente, se
tale mancata nutrizione affretta la sua morte, significa partecipare ad un atto
eutanasico.
Ora, il dettagliatissimo saggio di Lina Pavanelli dimostra esattamente questo:
nelle settimane che precedono la sua morte, Karol Wojtyla diventa
progressivamente incapace di alimentarsi, tanto è vero che dimagrisce a vista
d'occhio (15 chili secondo l'agenzia Adn Kronos, 19 chili secondo Repubblica,
nel giro di due settimane!), ma il sondino nasogastrico per l'alimentazione
artificiale gli viene applicato solo "l'ultimo giorno prima del crollo
finale".
Giovanni Paolo II, insomma, non è morto né per una crisi respiratoria né per
il Parkinson, ma a causa di una mancata nutrizione che, se somministrata come da
morale cattolica, lo avrebbe fatto vivere più a lungo. Quanto più a lungo non
sappiamo, ovviamente. Ma certamente "ancora a lungo".
Non posso qui riprodurre le minuziose argomentazioni cliniche della
professoressa Pavanelli, esposte però con una chiarezza didattica tale che
anche il non medico riesce a seguirle perfettamente. Il saggio si domanda anche
come mai dei medici cattolici abbiano compiuto una scelta incompatibile con il
magistero della Chiesa. E anche qui, con una indagine minuziosa e logicamente
ineccepibile, la Pavanelli arriva alla conclusione che il rifiuto della
nutrizione artificiale non può essere venuto che dalla volontà dello stesso
Papa. Se i medici non lo avessero avvertito della situazione e delle
conseguenze, o avessero agito senza il suo consenso, infatti, avrebbe compiuto
un reato perseguibile penalmente (non un suicidio assistito, ma un omicidio di
non-consenziente: un omicidio tout court, insomma). Il che è impensabile.
Che nessuna smentita sia in realtà venuta dalla "smentita" del
professore Buzzonetti, è confermato del resto da un episodio tanto sconcertante
quanto significativo. Il giorno prima che Buzzonetti concedesse l'intervista a
Repubblica, sulla prima pagina del "Corriere della sera" usciva un
articolo di Luigi Accattoli, vaticanista notissimo, nel quale si riconosceva la
contraddizione insanabile tra dottrina cattolica e mancata nutrizione
artificiale del Papa, ma si rispondeva che in realtà tale nutrizione c'era
stata, anche se i comunicati ufficiali l'avevano taciuta.
Accattoli accredita tale sua ricostruzione parlando di una personale
"inchiesta tra le persone che accostarono il Papa lungo l'ultimo
mese". Ora, sarebbe interessante sapere chi sono queste
"persone", visto che il capo dello staff medico (cioè delle uniche
persone che potevano inserire il sondino nasogastrico) nella sua intervista del
giorno dopo a Repubblica, non fa parola della "scoperta" di Accattoli.
Viene perciò il sacrosanto dubbio che imprecisati, ma evidentemente più che
ufficiali, ambienti vaticani, nella veste di ancor più imprecisate
"persone", vogliano accreditare in forma ufficiosa una nuova versione
ad hoc delle ultime settimane del Papa, visto che quella ufficiale fin qui
reiterata non potrebbe sottrarsi alla circostanziata accusa di eutanasia
(secondo la definizione di eutanasia della Chiesa cattolica, sia chiaro).
Ecco perché, la prossima settimana MicroMega organizzerà una conferenza
stampa, in cui la professoressa Pavanelli risponderà a tutte le obiezioni con
ogni dettaglio possibile. Inutile dire che a tale conferenza stampa, e per un
pubblico confronto, MicroMega invita fin da ora il professor Buzzonetti,
l'ex-portavoce della Santa Sede Navarro-Valls (che oltre tutto è medico) e il
suo successore padre Lombardi, Luigi Accattoli, e tutte le "persone"
che hanno assistito Karol Wojtyla nelle ultime settimane di vita.