"BUSSATE
E VI SARÀ CHIUSO". FEDE, MAGISTERO, OMOSESSUALITÀ NELLE PAROLE DI FRANCO
BARBERO
34144.
ROMA-ADISTA.
Il
caso di monsignor Stenico, sacerdote e psicoterapeuta, ha messo in luce un
meccanismo nella Chiesa - nel caso specifico nella Curia - che fa
dell’omosessua-lità un elemento di ritorsione e ricatto. Addirittura tutto
sembra nato come ritorsione per una mancata nomina, per una mancata promozione.
Da cosa nasce questo atteggiamento? Anche nella Chiesa c’è un legame tra
sesso e potere che muove le carriere?
Il caso di monsignor Stenico, a mio avviso, ha messo in luce
soprattutto quanto sia torbido ed ombroso il mondo curiale e più in generale
tutto il "mondo clericale". Anziché guardare la realtà ed
affrontarne gli eventuali aspetti problematici, si preferisce ricacciare tutto
nell’ombra. Il vescovo ausiliare di Sidney, ora dimissionario, nel suo ultimo
libro sostiene che, quando compare uno scandalo, l’autorità ecclesiastica lo
gestisce con la speranza di allontanarlo, anziché affrontarne le cause
profonde. In questa zona ombrosa e rimossa, creata da un potere che non sa
sorridere all’amore e ai sentimenti e non vive in pace la realtà dei corpi,
nascono le pratiche del nascondimento, terreno fertile dell’angoscia, del
ricatto e della ritorsione. Sulla libertà di pensiero e sulla vita affettiva e
sessuale il potere ecclesiastico esercita un controllo minuzioso e feroce. Se tu
sei un prete o un vescovo affarista, per l’istituzione non sei pericoloso, ma
se ti discosti da una formulazione dogmatica o vivi una vita affettiva e
sessuale difforme dai sacri canoni, allora sei fuori posto. O fai di nascosto
oppure te ne vai.Montagne d’angoscia e molti comportamenti immaturi ricevono
un forte incremento o trovano addirittura una matrice nel fatto che esiste
questo ferreo potere di controllo, che non lascia vivere alla luce del sole, che
costringe alla clandestinità. Questa è una delle perversioni del potere
ecclesiastico che "patisce la felicità dei sudditi", ha bisogno per
reggersi e consolidarsi della cultura dell’angoscia, si sente a suo agio con
uomini e donne sottomessi, possibilmente gementi e piangenti in questa valle di
lacrime. Ecco perché conosco tanti confratelli che mi dicono: "Questa
Chiesa è diventata la mia prigione". E così
Dalla
definizione dell’omosessualità come "male intrinseco" al divieto
per i seminaristi gay di accedere al sacerdozio:
Dici bene:
Spesso,
nei media ma anche nella stessa Chiesa, si ha l’impressione che si faccia un
corto circuito tra i concetti di prete-omosessualità-pedofilia.
L’omosessualità sarebbe una sorta di anticamera della pedofilia, quindi,
subliminalmente ma nemmeno troppo, un prete gay diventa un potenziale
criminale... Quali sono per
Gli abusi sessuali sui minori compiuti dai sacerdoti un po’ ovunque
hanno destato un comprensibile allarme. La gerarchia ha fatto poco per
affrontare seriamente queste situazioni ed evitare le violenze su queste
vittime. Questa è cronaca recente. Ma non ha fatto assolutamente nulla per
chiarire che omosessualità e pedofilia sono due realtà completamente diverse.
In questa confusione (che non va affatto messa solo sul conto della Chiesa
gerarchica) i preti omosessuali sono esposti ad essere visti come potenziali
violentatori, un pericolo pubblico, persone inaffidabili, immature, incapaci di
una presenza educativa. Non lottare contro questa confusione significa di fatto
favorire il pregiudizio e l’emarginazione sociale ed ecclesiale.
Dopo
questo ed altri analoghi casi che hanno a che fare con monsignori di curia
connessi a vicende omosessuali si ha l’impressione che
La
gerarchia è ben consapevole che tra i membri del clero l’omosessualità è
molto diffusa. Ma non è l’unica realtà che il Vaticano non vuole vedere.
Scoperchiare la pentola significherebbe dover prendere atto di alcune situazioni
ipocrite e ben lontane dalle prescrizioni del diritto canonico. Se si apre
onestamente la pentola della vita affettiva, relazionale e sessuale del clero,
bisognerà pur riconoscere che ci sono troppi celibati di facciata, troppe
situazioni ambigue, amanti nascoste, mogli segrete e umiliate, figli
"negati". Sarebbe così costruttivo guardare ciò che bolle in pentola
e scopriremmo anche tanti ecclesiastici dal volto umano, capaci di amare un
altro uomo, una donna, dei figli. Scopriremmo tanti preti che vivono
gioiosamente il loro celibato come dono e non come legge. Sotto il coperchio
c’è la nostra umanità, piena di fragilità, ma chiamata a vivere sotto il
sorriso di Dio. Scopriremmo che l’amore umano e l’amore di Dio stanno bene
insieme, che tra amore e ministero non c’è contraddizione. Invece, si
preferisce mettere sul coperchio la pietra sepolcrale di una legge ecclesiastica
disumana. Ma sono convinto che, nonostante le diffuse patologie
dell’obbedienza ecclesiastica, prima o poi il coperchio volerà via e Dio ci
aiuterà a trovare il coraggio di essere umani anche nella Chiesa. Io non ho mai
cessato di sognare, di lottare e di pregare anche per una Chiesa dal volto
umano. Sempre a partire dalla mia personale conversione.