MA LA COSTITUZIONE LEGITTIMA ANCHE IL REGIME CONCORDATARIO
I capi di tutti i partiti e coloro che si candidano a diventarlo hanno dato il via al nuovo sport nazionale: la rincorsa ai favori della gerarchia ecclesiastica
di Marcello Vigli *
dal sito web: italialaica - (4-1-2007)
Quest’anno c’è stato un coro pressoché
unanime di consensi intorno al messaggio presidenziale di fine anno, il primo di
Giorgio Napolitano.
A noi non è sembrato convincente nella formulazione dei suoi auguri al papa
Benedetto XVI : Su questi grandi temi - la pace, in Terra Santa innanzitutto,
tra israeliani e palestinesi; il dialogo con altre civiltà e altre fedi, nella
distinzione e nel reciproco rispetto; il ruolo dell' Europa - colgo una profonda
sintonia con la Chiesa cattolica, con le sue espressioni di base, con le sue
voci più alte. Ne ho tratto conferma dall' aperto e cordiale incontro del 20
novembre con Papa Benedetto XVI, al quale invio di qui il mio saluto
beneaugurante. ...... Nel discorso indirizzatomi in occasione di quell' incontro
il Pontefice ha voluto richiamare ripetutamente i principi e i valori affermati
nella Costituzione italiana.
Il Presidente è volato alto sui temi della pace e del dialogo, sulla
distinzione fra una chiesa di base ed una chiesa di vertice per planare, però,
nell’ambiguità del riferimento ad una pretesa sintonia sul ruolo
dell’Europa e sui principi e valori della Costituzione.
Agli europei il papa rimprovera la rinuncia alle radici cristiane alle quali
neppure i tre padri fondatori – Adenauer, De Gasperi, Schuman, tutti buoni
cristiani – avevano fatto riferimento e non invece l’abbandono dei principi
di laicità sui quali l’Europa si è plasmata e che soli le possono consentire
di svolgere un’opera di mediazione in un tempo di incombente scontro di
religioni.
Allo stesso modo, della Costituzione italiana il papa ignora la maggior parte
degli articoli che, se applicati, farebbero dell’Italia uno stato veramente
fondato sui principi di laicità, e privilegia l’articolo sette che,
legittimando il regime concordatario, lascia le istituzioni repubblicane alla
mercè del Craxi di turno disposto a pagare il sostegno pontificio con
limitazioni di sovranità e privilegi ad una confessione religiosa. Dobbiamo
infatti alla revisione del Concordato da questi voluta se dal 1984 La Repubblica
italiana e la Santa Sede oltre a riconoscersi in forza del secondo comma
dell'art. 7 Cost. della Repubblica italiana...... ciascuno nel proprio ordine,
indipendenti e sovrani sono impegnati al pieno rispetto di tale principio nei
loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e
il bene del Paese (art. 1 del Nuovo Concordato).
Sembra difficile, sulla base di questo impegno, che il Parlamento, come auspica
il presidente nel suo discorso, possa giungere a compiere le scelte necessarie per
affrontare nel modo migliore anche i temi più delicati che oggi ci vengono
proposti dagli sviluppi della scienza e dall'etica, da complesse situazioni
sociali e da dolorosi casi umani come quelli che ci hanno di recente turbato e
coinvolto, conservando la sua piena autonomia attraverso un dialogo sulla vita e
un confronto sulla realtà della famiglia che portino chiarezza ed evitino
fratture.
Esso dovrà ricercare un compromesso non solo fra le forze politiche presenti al
suo interno, ma con una “sovranità” esterna, per di più tanto potente da
poter condizionare le loro scelte. La rincorsa ai favori della gerarchia
ecclesiastica da parte di tutti i partiti è diventata negli ultimi tempi uno
sport nazionale come testimonia un crescendo di esempi: lo praticano i loro capi
e quelli che si candidano a diventarlo.
Campione in questo sport si è rivelato imbattibile Valter Veltroni
nell’intitolare, senza che nessuno ne sentisse la necessità, la stazione
Termini a Giovanni Paolo II. Una piaggeria senza precedenti per di più gratuita
nei confronti del papa polacco non più troppo esaltato nella Chiesa dalle sue alte
voci, come le ha chiamate Napolitano, e contro il cui progetto di
beatificazione alcune sue espressioni di base hanno recentemente
rilanciato un appello per un ripensamento.
Non interessa interrogarsi per chi e perché Veltroni sia venuto meno
all’impegno di rinunciare al suo disegno già annunciato all’indomani della
morte di papa Woytjla e che, già aberrane allora, diventa oggi solo strumentale
alle sue personali ambizioni.
Interessa, invece, richiamare l’attenzione di quanti intendono battersi per la
laicità delle istituzioni repubblicane sulla necessità di inquadrare ogni
iniziativa in tale direzione in una prospettiva di lotta anticoncordataria come
aveva individuato oltre quindici anni or sono il Movimento Carta ’89 e con
buona pace di quanti considerano politicamente scorretto mettere oggi in
discussione il regime concordatario.
*Marcello Vigli, partigiano e militante dei Cristiano Sociali durante la Resistenza, ma anche dirigente dell'Azione Cattolica (da cui si stacca già nel ‘50 in dissenso con la linea moderata impressa all'associazione da Pio XII e da Gedda), e redattore di una rivista - "Questitalia" - che anticipò e alimentò molte delle sensibilità che caratterizzarono la stagione conciliare della Chiesa, pur rifiutandosi di qualificarsi come "cattolica"; e poi protagonista di esperienze come le Comunità Cristiane di Base, la Cgil scuola, il movimento Carta 89 per l'abrogazione del Concordato; fino alle battaglie contro l'ingerenza della gerarchia ecclesiastica nella vita civile per la scuola laica, pubblica e statale attraverso le associazioni "Scuola e Costituzione" e "Per la scuola della Repubblica".