RODOTÀ: «RIVEDERE LA LEGGE 40. SUI TEMI ETICI LA DC ERA MOLTO MEGLIO»
Davide Varì
Liberazione - 23-12-2007
Il professore commenta l'ordinanza del Tribunale di Firenze
«E' un'ordinanza molto importante che pone di
nuovo l'urgenza di rivedere le linee guida della legge 40». Stefano Rodotà
accoglie in questo modo la decisione del tribunale di Firenze di assecondare il
ricorso di una coppia stabilendo che la diagnosi preventiva è legittima liddove
c'è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica, ed è inoltre lecito
rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare può
compromettere la salute della donna.
Il professor Rodotà sottolinea anche, e non è un caso, che le ultime quattro
sentenze che hanno scardinato la legge 40 siano state pronunciate da giudici
donna: «Un contributo di sensibilità e cultura femminile che permette una
lettura più aperta e attenta delle norme costituzionali».
Professore, ancora una volta un tribunale della Repubblica che sconfessa la
famosa legge sulla procreazione assistita...
E' un'ordinanza eccellente che va nella giusta direzione e pone un problema:
l'urgenza delle nuove linee guide gia annunciate dalla ministra Turco che
eliminino le forzature della legalità contenute nelle norme attuali.
Non è la prima volta che un tribunale, se non la Cassazione, scardina quella
legge...
Certo, posso citare almeno tre casi: la Cassazione che ha esaminato la questione
dell'interruzione dei trattamenti e il diritto a morire con dignità nel caso di
Eluana Englaro; un'ordinanza di Roma che ha scagionato l'anestesia per la morte
di Piergiorgio Welby; e l'ordinanza del Tribunale di Cagliari che ha ammesso la
diagnosi preimpianto. Infine il recente caso fiorentino. E tutte queste sentenze
hanno una cosa in comune: sono tutte state emesse da donne. Un caso? Non credo.
E' piuttosto un contributo di sensibilità e di cultura femminile che permette
una lettura più aperta e attenta delle norme costituzionali.
Eppure la revisione della legge 40 non sembra all'ordine del giorno. Che
dovrebbe fare questo governo di centrosinistra?
Innanzi tutto la politica non dovrebbe fare polemiche sulle sentenze. Ricordo
critiche alla sentenza del caso di Eluana anche da chi quella sentenza non
l'aveva letta. La politica deve capire che queste sentenze non fanno altro che
ristabilire i principi costituzionali. Solo chi si ispira ed antepone direttive
esterne - la mia fede, la mia religione, la mia chiesa, la convenienza dei
rapporti politici - ecco, solo chi fa questo assume atteggiamenti critici verso
queste ordinanze.
Sembra proprio che anteporre i propri particolarissimi valori sia la moda del
momento anche all'interno di forze centrosinistra. Come uscirne?
Si sta giocando una partita molto importante sul tema della laicità. Mi
riferisco al manifesto dei valori del piddì e al voto in Senato della senatrice
Binetti. Il mio timore è che si arrivi ad un compromesso "furbo" tra
laici e cattolici del piddì solo per impedire esplosioni interne e nuovi
"casi Binetti". L'unica guida deve essere la tavola dei valori
rappresentata dalla nostra Costituzione, non possiamo inserire altri valori in
modo surrettizio.
Qual è il limite della presenza della religione in politica?
C'è un esempio molto chiaro: la Costituzione. Ecco, la nostra Carta è il
risultato della confluenza di tre culture: quella socialista, quella liberale e
quella cattolica. Sarebbe assurdo non riconoscere l'importanza anche di
quest'ultima...
C'è un però?
Certo, però, quando per esempio il cattolicissimo Giorgio La Pira si rese conto
che il riferimento di Dio nella Costituzione poteva diventare un elemento di
divisione ritirò la propria posizione. Anche il laico Benedetto Croce iniziò i
lavori dell'assemblea costituente invocando «Veni Creatur spiritus». Ma nulla
di tutto questo ha mai messo in discussione la laicità dello stato.
Ci sta dicendo che dobbiamo rimpiangere la Democrazia cristiana?
Quando si fece il referendum sul divorzio molti cattolici vicini ad Aldo Moro
rifiutarono di fare la campagna. Oggi c'è una parte del mondo cattolico che
fatica a venire fuori e ad esprimersi perchè c'è la posizione di una Chiesa
che fatica ad accettare il dissenso. Voglio dire che la religione ha un ruolo
fondamentale, ed è assurdo pensare che si possa procedere senza, ma il punto è
che non ci deve essere nessun autoritarismo di idee e non devono esistere norme
non negoziabili. La politica è compromesso in senso alto e chi è portatore di
cultura religiosa non può pensare di essere portatore di verità assoluta.
Vie d'uscita?
Dobbiamo riportare il confronto verso l'alto, verso la Costituzione che, come
dice Carlo Azeglio Ciampi, deve essere la nostra "bibbia laica". Per
tanti anni il tema portante della sinistra è stato proprio il rispetto e
l'attuazione della Costituzione. Al pari del presidente della Repubblica credo
che si debba pensare ad una manutenzione della parte seconda della nostra Carta,
ma considerare inviolabile tutta la prima, quella dei principi, delle libertà e
dei diritti.