«Il celibato dei sacerdoti non è certo un dogma»

di Gian Guido Vecchi

“Corriere della sera” del 30 novembre 2009

 

«Nell’84 mi ero appena sposato, fu direttamente il cardinale Ratzinger a concedermi il passaggio allo stato laicale. Ricordo che ne parlai col cardinale Martini e lui mi disse: forse sei arrivato troppo presto…». Gianni Gennari, teologo e grande firma di Avvenire, è convinto che «in un futuro più o meno prossimo, con i tempi della Chiesa, senza rabbie né polemiche, senza voler accusare chissà chi e soprattutto senza carnevalate controproducenti alla Milingo, ci si arriverà: il celibato dei preti non è un dogma, non c’è di mezzo nessuna verità di fede, è una legge della Chiesa latina che risale al 1139 ed è stata poi fissata da quel Concilio di Trento che fu l’altro convocato da Papa Paolo III, Alessandro Farnese, padre di quattro figli, due dei quali legittimati… Mica per fare ironia, è solo per dire che la storia comporta cambiamenti anche nella Chiesa».

Proprio il cardinale Carlo Maria Martini, sul Corriere di ieri, ha scritto che la Chiesa farebbe bene a «interrogarsi sulla sua grave situazione in Occidente», quanto a vocazioni: tre le altre cose, «anche una revisione delle norme di accesso al ministero potrebbe aiutare in questo senso». È un tema che il cardinale ha rilanciato di recente in «Conversazioni notturne a Gerusalemme» e in «Siamo tutti sulla stessa barca», scritto con don Verzé: il celibato è «un grande valore e segno evangelico» ma «non per questo è necessario imporlo a tutti». Del resto, se nella Chiesa latina è un obbligo, quelle cattoliche di rito orientale ammettono preti sposati. Così Martini ha proposto di discutere «la possibilità di ordinare viri probati», ovvero «uomini sposati che abbiano già una certa esperienza e maturità».

Non è una voce isolata. Nel 2005 il sinodo dei vescovi bocciò l’ipotesi di alcuni, «è stata valutata come una strada da non percorrere». Ma il cardinale Peter Turk son, appena nominato presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, spiegò: «La proposta dei viri probati è stata messa da parte, come poggiata su uno scaffale». Nulla di definitivo. E ogni tanto c’è chi la tira fuori. L’anno scorso Robert Zollitsch, arcivescovo di Friburgo e presidente dei vescovi tedeschi, ha detto d’essere «contrario al divieto di riflessione». E quest’anno, a metà giugno, un cardinale autorevolissimo come Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, ha consegnato a Benedetto XVI un appello dei fedeli laici austriaci che chiedevano l’abolizione dell’obbligo del celibato. Da ultimo, la Costituzione apostolica con la quale il Papa ha definito le regole per gli anglicani che vogliono entrare nella Chiesa cattolica, prevede la possibilità che anche in futuro gli «ordinariati» degli ex anglicani possano chiedere al Papa «caso per caso» di ordinare uomini sposati, «dopo un processo di discernimento basato su criteri oggettivi e le necessità dell’Ordinariato».

La norma sul celibato «non cambia», ha precisato il Vaticano, ma c’è chi pensa che il «modello» potrebbe essere esteso in futuro. Benedetto XVI, comunque, non manca mai di insistere sull’importanza della «verginità consacrata» dei sacerdoti. «Quella dei viri probati è una questione su cui si deve riflettere: ma è una soluzione estrema, non “la” soluzione», dice Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e teologo. Che proprio ieri ha incontrato per i «dialoghi sulla fede» centinaia di giovani: «L’errore che si potrebbe fare è pensare che il cardinale Martini, di fronte al problema delle vocazioni in Occidente, proponga semplicemente i viri probati. La sua idea è molto più complessa, e parte anzitutto dai giovani: come ha fatto in tutto il suo ministero, non bisogna rinunciare mai a proporre ai giovani cammini di fede adulta. E non è vero che le vocazioni calino, in percentuale. In alcune diocesi è il contrario: è che ci sono meno giovani in assoluto, il dramma dell’Occidente è la denatalità. Dobbiamo chiedere ai fedeli di fare più figli. E dobbiamo educare: ogni generazione ha diritto di vivere il rischio del Vangelo