Contraddizioni di Chiesa
di Ermanno Genre
il manifesto del 4.2.2009
La
Quiete è il nome della clinica di Udine che ospita da qualche ora Eluana
Englaro. Un nome simbolico che chiuderà, si spera, una storia incredibile che
ha messo a nudo la miseria spirituale di una nazione, delle sue autorità
politiche come di quelle religiose. In nessun altro paese europeo sarebbe potuta
accadere una storia simile. In Italia sì, perché il bel paese è ancora, sotto
molti aspetti, una provincia vaticana in cui si osa mettere in questione i princìpi
della Costituzione che regolano la vita civile e sono veramente rari gli uomini
(e le donne) capaci di parole chiare. Una chiesa che non rispetta al proprio
interno i principi della democrazia pretende di dare lezioni di umanità a un
intero paese. Quando un'autorità religiosa pretende di parlare nel nome di Dio
in modo assoluto sulle questioni di vita e di morte senza più alcun distinguo,
abbandona il terreno della credibilità, sia per chi non è credente, sia anche
e forse prima ancora, per chi è credente. Qui bisognerebbe poter invocare la
quiete, il silenzio, il rispetto, e invece continuano a piovere parole come
pietre, irresponsabili. Si continua a usare il nome di Dio invano, parole vuote,
screditate, sale insipido che non è più buono a nulla e che gli uomini
calpestano. Cristianesimo screditato proprio da chi vorrebbe farsene strenuo e
disperato difensore...
Sostenere che l'Italia è, sotto più di un aspetto, una provincia vaticana, non
è una boutade, lo si può documentare appena si alza lo sguardo sull'Europa. Un
esempio? Mentre da noi si litiga a destra e a sinistra su una legge sulle
disposizioni anticipate di trattamento, in Germania esiste, sin dal 1999, un
testo comune di cattolici e protestanti: «Disposizioni cristiane del paziente»,
che porta le firme del Presidente della Conferenza Episcopale tedesca cardinale
K. Lehmann e del Presidente del Consiglio delle Chiese evangeliche tedesche M.
Kock . Il testo ha avuto un tale successo (un milione e mezzo di copie) che ne
è stata pubblicata una seconda edizione nel 2003. Un quaderno di circa 30
pagine che spiega con grande semplicità l'argomento in questione. Nel caso in
cui io non sia più in grado di esprimere la mia volontà... «Non mi si deve
applicare alcun intervento che prolunghi la vita se si accerta, secondo scienza
e coscienza medica, che ogni intervento per mantenere la vita è senza
prospettiva di miglioramento e prolungherebbe soltanto il mio morire». Ancora:
«L'accompagnamento e l'assistenza medica come anche la cura devono in questi
casi concentrarsi sull'alleviamento dei disagi, dolori, irrequietezza, paura,
difficoltà di respiro o nausea, anche se con questa terapia non si può
escludere un'abbreviazione della vita». Seguono altre precise indicazioni per
il medico di fiducia, nome e indirizzo delle persone scelte come procuratori.
Insomma la libertà di scelta è qui pienamente riconosciuta e rispettata, non
servono i tribunali come in Italia. Domanda: come mai ciò che per
* Prof. teologia Facoltà valdese