INTERVISTA A UMBERTO VERONESI: "IL REFERENDUM? MI SEMBRA INEVITABILE"
Luca Landò
L'Unità 26-3-2009
La volontà del malato può attendere. Lo ha
deciso ieri il Senato votando l`articolo 3 del disegno di legge della
maggioranza sul testamento biologico. Un voto strategico che impedisce ai medici
di sospendere idratazione e alimentazione artificiali e che regala all`Italia
una brutta legge. «Peggio: una legge anticostituzionale e inutile», dice
Umberto Veronesi, oncologo di fama e senatore del Pd, che oggi sarà di nuovo in
Aula a votare il testo finale. «E incostituzionale perché la Carta sancisce il
diritto della persona di rifiutare le cure. Ora, se i cittadini possono
rifiutare di essere nutriti con un sondino, non si capisce perché non abbiano
più questo diritto nel caso perdano la capacità di esprimersi. Ed è una legge
inutile perché il testamento biologico è nato con un solo obiettivo: poter
rifiutare la vita artificiale. Poichè alimentazione e idratazione forzata sono
le condizioni indispensabili per mantenere la vita artificiale, di fatto la
legge nega questa possibilità. Avremo una legge che nega l`obiettivo per cui è
nata: è un`assurdità».
Quali saranno i risvolti pratici?
«Che nessuno farà il testamento biologico. Perché esprimere in anticipo le
proprie volontà sapendo che saranno poi disattese? Oppure tutti faranno il
testamento biologico come se la legge non esistesse, sapendo di essere protetti
dalla Costituzione e dal Codice di Deontologia medica che obbliga il medico a
rispettare le volontà del paziente. E succederà che molti medici faranno
obiezione di coscienza per rispetto dei loro malati. Se questa legge non
rispetta i diritti dei cittadini, non rispetta neppure quelli dei medici. Credo
che difficilmente si potrà evitare un referendum abrogativo».
Era meglio non fare nulla?
«Senza dubbio: piuttosto che una cattiva legge è meglio nessuna legge. In
realtà il testamento biologico è da considerarsi già valido nel nostro
ordinamento in base, come abbiano detto, alla Costituzione, al Consenso
Informato, al Codice deontologico medico e alla Convenzione di Oviedo che il
nostro Paese ha ratificato. Ovviamente era auspicabile una legge perché quando
esiste un diritto, ci vorrebbe anche una norma che lo tuteli. Ma questa legge
invece di tutelare il diritto al rifiuto delle cure, lo cancella. Dal punto di
vista dei diritti civili è un grosso passo indietro».
Torniamo all`ipotesi del referendum, non è un`arma a doppio taglio visto il
precedente della legge 40?
«Più che altro mi sembra inevitabile, come ho detto prima. Ma penso che il
risultato sarà molto diverso da quello sulla legge 40 perché diverso è il
problema su cui i cittadini sono chiamati a esprimersi. La morte e la sua
naturalità, l`invasione della medicina tecnologica nella nostra vita,
riguardano veramente tutti mentre la fecondazione assistita riguarda una fascia
precisa di donne o meglio di coppie. La gente non andò votare perché i
quesiti erano complicatissimi e perché non sentiva il problema».
Dopo la legge 40 un`altra legge che va contro i diritti dei cittadini: che sta
succedendo in Italia?
«Che c`è la tendenza a imporre delle verità di fede anche a chi la fede non
ce l`ha».
È solo un problema di ingerenza vaticana o c`è anche dell`altro, ad esempio
una difficoltà ad affrontare temi difficili ma importanti?
«Sicuramente esiste una difficoltà culturale di base, ma proprio per
questo ci vuole ancora più apertura mentale e non chiusura ideologica. Questi
temi, per complessi che siano, saranno posti sempre più di frequente alla
riflessione di cittadini e politici: pensiamo alle staminali embrionali, appena
"liberalizzate" da Obama. Dobbiamo prepararci perché la scienza non
si ferma. Per fortuna».
Ieri si è deciso con voto segreto: è vero che si trattava di un tema personale
ma i cittadini non hanno diritto di conoscere le posizioni di chi li
rappresenta?
«È vero, ma il voto segreto dà qualche garanzia in più di un voto secondo
coscienza, più libero dalle influenze e i ricatti degli schieramenti».
Il Pd ha lasciato libertà di coscienza: lei è d`accordo o si è trattato di un
modo per non affrontare il problema?
«Evitare il problema direi di no. Ci sono aspetti positivi e negativi: da un
lato trovo giusto che un partito lasci libertà di coscienza e rappresenti una
pluralità di idee, dall`altro le lacerazioni che sono emerse non sono certo
rassicuranti».
Lei è sempre stato un convinto sostenitore della forza della ragione: lo è
ancora dopo quanto accaduto?
«Legge o non legge, la gente non rinuncerà al diritto di vedere le proprie
volontà rispettate. Il movimento intellettuale a favore del testamento
biologico non è un fenomeno italiano, è mondiale e non si fermerà. Anche per
questo invito tutti i cittadini a sottoscrivere il proprio testamento biologico,
come ho fatto io, affidandolo a un fiduciario e se possibile depositandolo da un
notaio, prima che si concluda l`iter di approvazione di questa legge. È un
documento semplice, il modello si può trovare su internet, per esempio su You
Tube, o sul sito della mia Fondazione».