Se la Lega sale sul pulpito cattolico

 Gian Antonio Stella

Corriere della sera del 9.12.2009

«Massimo Cacciari? In passato faceva parte di quelli che innalzavano cartelli con scritto "cloro al clero"» ha barrito ieri su La Padania il segretario provinciale della Lega Nord veneziana Corrado Callegari. Per chiudere: «Avrà nascosto quei cartelli, ma i veneziani lo conoscono e se lo ricordano bene». Letto il quotidiano leghista, al sindaco di Venezia sono girati quelli che Leopardi, in odio all' autore del celebre dizionario, chiamava i tommasei: «Rimando questo barbaro ignorante, indegno esponente della stessa Lega, alla mia bibliografia nella quale già all' epoca della mia militanza sempre rivendicata nei movimenti della sinistra italiana pubblicavo riviste come Angelus novus e saggi su Kierkegaard, i problemi teologici in Hegel, il problema della mistica nel pensiero contemporaneo ecc. Per non citare i decenni del mio costante confronto con la cultura cattolica europea. Esigo che il suddetto signore si rimangi la sua idiota volgarità o mi vedrò costretto ad adire a vie legali». Se la cosa finisse davanti ai giudici ci sarebbe da sorridere. Se c' è un partito che non può parlare dal pulpito cattolico e tantomeno rinfacciare il passato altrui, infatti, come dovrebbe sapere perfino Callegari è il Carroccio. Vogliamo scartabellare in archivio? Rileggiamo il «ministro della Cultura» padano Gilberto Oneto: «Noi siamo la Chiesa cattolica padana, Roma non ci piace, Roma è la prigione del cristianesimo, vi sono accumulate tutte le putrescenze della storia». Rileggiamo il manifesto leghista «Le 50 ragioni della Padania»: «Con la diabolica alleanza fra certe gerarchie ecclesiastiche e il comunismo si è creato un regime nemico di ogni libertà e differenza, ivi comprese quelle religiose». Rileggiamo la formula del matrimonio celtico di Roberto Calderoli: «Sabina, sarai la mia sposa. Giuro davanti al fuoco che mi purifica. Esso fonderà questo metallo come le nostre vite nuovamente generate». Andiamo avanti? Limitiamoci alle «omelie» di Umberto Bossi: «Il cattolicesimo è quella setta bassa del cristianesimo che ritiene che occorra avere il potere temporale per occuparsi di anime. Ruolo che la chiesa romana ha svolto contro il Nord e la Padania». «Oè, Vaticano: la Padania non ha interesse a cambiar religione, ma l' indipendenza non è in vendita. T' è capì?». «Se la chiesa si oppone alla Padania è possibile che si vada alla Riforma. Rilanceremo il principio cuius regio eius religio, l' idea della religione nazionale legata al Principe e rivendicheremo l' indipendenza dalla Roma cattolica, oltre che dalla capitale». «Il Papa è il re di Roma Oltretevere: si mangiò una banca per finanziare Solidarnosc e ha molta gente disposta a piegare il culo tutte le mattine verso la Mecca romana». «Il Vaticano è il vero nemico che le camicie verdi affogheranno nel water della storia». Ieri mattina, fatti affiggere manifesti che mettono insieme Alberto da Giussano e il crocifisso, il segretario leghista era a inaugurare il presepe. E il water? Dov' è finito il water della storia?