Legionari di Cristo sull’orlo di una crisi da penitenza

di Francesco Peloso

“il Riformista” del 27 novembre 2009

La complessa, drammatica vicenda dei Legionari di Cristo, una delle più grandi e ricche congregazioni religiose del

mondo, si avvia a una fase cruciale: in gioco è la stessa sopravvivenza del movimento fondato nel 1941 da padre

Marcial Maciel e poi diffusosi in tutto il mondo e in modo particolare nelle regioni di cultura e tradizione ispanica. Gli

scandali a sfondo sessuale che hanno travolto in primo luogo proprio il fondatore, facendo emergere una realtà

problematica circa la vita interna della congregazione, hanno infatti portato i Legionari a un passo da una crisi

irreversibile. La visita apostolica avviata nel luglio scorso dal segretario di Stato Tarcisio Bertone arriverà entro la fine

dell’anno a una sua conclusione, mentre un primo rapporto è nelle mani di Benedetto XVI già dall’ottobre scorso. È,

insomma, questione di settimane. I cinque “visitatori” indicati dalla Santa Sede per le diverse regioni del mondo, stanno

per portare a termine il loro lavoro, e al Papa, che pure aveva messo sotto controllo già alcuni anni fa i Legionari,

spetterà una decisione non facile.

Due le soluzioni più probabili: da una parte si prospetta una rifondazione della congregazione con la sostituzione

di quanti hanno responsabilità di primo piano; altra ipotesi è quella di una rifondazione che non tocca i quadri dirigenti

ma impone il pronunciamento di un atto pubblico di “mea culpa”. Infine, ma è improbabile che ciò avvenga, il Papa

potrebbe procedere alla soppressione completa della congregazione sulla quale già Pio XII ebbe forti dubbi, tanto da

rallentarne l’incorporazione ufficiale all’interno della Chiesa. Con la morte di Pacelli, poi, Maciel aveva ripreso

speditamente il suo cammino. D’altra parte i Legionari di Cristo, che si avvalgono anche di un forte movimento laicale,

Regnum Christi, contano oggi su vaste proprietà in diversi Paesi, su università e centri di formazione e possono vantare

un numero crescente di vocazioni al sacerdozio; si tratta di un movimento vivo, anche se - e qui sta uno dei problemi -

fortemente chiuso al suo interno, con un culto del fondatore che solo ora comincia a manifestare qualche crepa.

Due i fatti più noti che hanno provocato l’esplosione della crisi: da una parte gli abusi sessuali sui minori

commessi da padre Maciel - scomparso nel 2008 - per i quali gli sono state mosse accuse gravi in Messico. Poi, a partire

dal dicembre dello scorso anno, una serie di rivelazioni a catena circa i suoi diversi figli, i rapporti intrattenuti con

donne e ragazze minorenni, i tentativi da parte dei vertici della congregazione di mettere tutto a tacere con forti

compensi in denaro alle persone coinvolte. È il caso della figlia più famosa di Maciel, Norma Hilda Rivas, ventitré anni,

che oggi vive a Madrid in un appartamento lussuoso. Sua madre Norma Hilda Baños, quarantanove anni, sostiene di

essere stata a suo tempo vittima di violenza da parte del fondatore dei Legionari di Cristo, e di aver ricevuto dalla

congregazione, in cambio del suo silenzio, la possibilità di una vita dal tenore alto-borghese. Una volta aperto il vaso di

Pandora, sono saltati fuori altri tre presunti figli messicani di Maciel, fratelli fra di loro, che hanno messo in campo i

propri avvocati per chiedere parte dell’eredità multimiliardaria del fondatore. Ci sarebbero ancora una figlia inglese e

una, già morta, in Svizzera. Un quadro obiettivamente sbalorditivo, anche perché una parte almeno di queste notizie non

è stata smentita, mentre su alcuni di questi casi sono in corso accertamenti ulteriori. Così fra abusi, violenze e rapporti

sessuali, la personalità di Maciel è stata definitivamente compromessa.

C’è però un altro aspetto importante della vicenda, quello economico e finanziario: l’opinione pubblica di diversi

Paesi, e le stesse autorità ecclesiastiche, hanno infatti sollevato dubbi e perplessità circa la gestione di risorse tanto

ingenti; da parte di alcuni vescovi è venuta una domanda di maggior trasparenza. Il terzo aspetto in discussione, infine,

è quello del culto della personalità, della regola dell’obbedienza ai superiori stabilita dalla congregazione, che, pur

abolita a suo tempo dal cardinale Ratzinger, sembra difficile da estirpare. Per far fronte alla crisi, padre Alvaro

Corcuera, direttore generale della Congregazione, che nei giorni scorsi si è incontrato brevemente con il cardinale

Bertone, ha inviato una lettera ai Legionari e ai membri laici di Regnum Christi, nella quale ha voluto «chiedere

sinceramente perdono a tutte le persone che hanno sofferto o stanno soffrendo per i fatti tanto dolorosi che stiamo

vivendo». «Dio ci invita - ha scritto - a vivere questo periodo intensificando la vita di preghiera gli atti di carità e lo

spirito di penitenza». Ma, fatto forse ancora più significativo, nello stesso testo, parlando del carisma del movimento,

padre Courcuera si riferisce direttamente a Dio senza alcun richiamo all’insegnamento del fondatore; una prima prova

della “scomparsa” di Maciel dal pantheon dei legionari. Quindi si sottolinea che la missione della congregazione è

quella di «servire la Chiesa e i suoi pastori», un atto di pubblico riconoscimento dell’autorità ecclesiastica superiore a

qualsiasi autorità interna. Parole inequivocabili, e non poteva essere diversamente a questo punto, circa la fedeltà e

l’obbedienza alla Chiesa.

Non s i s a, però, se tutto questo potrà bastare. Da parte della componente americana dei Legionari, per altro, si

sono chiesti provvedimenti di pulizia indiscutibili e chiari, qualche incertezza in questo senso è venuta invece dai

Legionari spagnoli. Come si orienterà Benedetto XVI? Alvaro Corcuera rimarrà al suo posto? Come verrà articolata la

rifondazione della congregazione? Difficile a dirsi. Resta il fatto che, nel 2006, quando già l’anziano padre Maciel

aveva lasciato la guida della congregazione, il Papa lo costrinse a ritirarsi a una vita di preghiera e di silenzio, in

alternativa lo attendevano processi canonici e civili. Di lì a poco il fondatore dei Legionari moriva, lasciando come

difficile eredità la gestione di una grande congregazione scossa da scandali e rivelazioni sconvolgenti.