Il
seduttore e le donne-ornamento il nuovo galateo secondo Silvio
Gad Lerner
Repubblica
28 settembre 2009
IL governo italiano ha stabilito che parlare in
televisione del rapporto tra Silvio Berlusconi e le donne, dopo l' avvio delle
pratiche di divorzio da parte di sua moglie Veronica, sarebbe di per sé un atto
eversivo. Si tratta di una scelta inusitata ma obbligatoria per chi vuole
perpetuare la relazione carismatica fra il premierei cittadini, fondata su un
assunto potentissimo da lui più volte ribadito: "La maggioranza degli
italiani vorrebbe essere come me" ( Mattino Cinque, lunedì 7 settembre
2009). Ciascuno di noi viene chiamato a porsi una semplice domanda: ma se avessi
i soldi e il potere di Berlusconi, per soddisfare i miei desideri non mi
comporterei anch' io come lui? Tale interrogativo riguarda innanzitutto gli
uomini, ma esercita un influsso suggestivo anche tra le donne di ogni età.
Perché se Berlusconi è convinto che tutti gli uomini, potendolo, farebbero
come lui, la sua esperienza di vita lo induce anche a pensare che alle donne
piaccia essere considerate prede da conquistare. All' indomani della conferenza
stampa congiunta dello scorso 10 settembre alla Maddalena, Luis Zapatero sentì
il bisogno di precisare: "Tutti conoscono la mia opinione sull' eguaglianza
fra uomo e donna, ma fra governi abbiamo buone relazioni". Purtroppo in
Italia è mancato un confronto pubblico sulla differenza d' opinioni fra
Zapatero e Berlusconi riguardo all' "eguaglianza fra uomo e donna".
Peccato, perché il lungo monologo di Berlusconi alla Maddalena sul suo rapporto
con le donne costituisce un documento memorabile: non è esagerato definirlo un
nuovo galateo che modernizza il celebre trattato cinquecentesco di monsignor
Giovanni Della Casa. In apertura di quella conferenza stampa, il nostro
presidente del Consiglio si accalorò rispondendo a una giornalista spagnola che
gli chiedeva conto del suo giudizio sul governo Zapatero, composto per metà da
donne, e perciò da lui definito "troppo rosa". Replicando, Berlusconi
disse testualmente: "Ora io sono stranoto per essere un grande ammiratore
dell' altra metà del cielo e quindi immaginate come da me potessero venire
delle espressioni negative nei confronti di rappresentanti dell' altra metà del
cielo sedute su poltrone ministeriali". Il compiacimento con cui il nostro
premier rivendica la sua fama di seduttore di fronte alla giornalista spagnola,
subito dopo lo conduce a confidarle cosa siano per lui le donne: " Siete il
regalo più bello che Dio ha datoa noi uomini ". Le donne un regalo agli
uomini? In che senso? Dissipa ogni possibile equivoco la frase successiva:"
Quindi come potevate pensare che il presidente italiano, la patria dei grandi
amatori, la patria dei Casanova, la patria dei play boy, diciamolo chiaro,
potesse dire qualcosa di negativo nei confronti di donne che fanno i ministro?
". In effetti lo dice chiaro, autodesignandosi leader della patria dei
Casanova, e per di più chiedendo un applauso per questa sua sortita. Cosa
accadrebbe se Zapatero definisse la Spagna "la patria dei Don
Giovanni"? Dubito che potrebbe poi rivendicare l' eguaglianza fra uomo e
donna. Più tardi è Miguel Mora, giornalista di "El Pais" a
introdurre il tema della prostituzione e delle veline. Prontissimo, Berlusconi
lo interrompe: " E' invidioso, eh? ". Non mi risulta che Bill Clinton
reagisse così ai giornalisti che gli chiedevano conto della sua relazione
impropria con Monica Lewinsky. Il nostro viceversa insiste, convinto di trovare
unanime complicità maschile: " Abbiamo molte turiste straniere che hanno
prenotato le vacanze del prossimo anno ". Quando poi deve giustificare la
presenza alle sue cene di numerose giovani donne convocate da Gianpaolo
Tarantini, di nuovo ammicca agli uomini presenti: " Alzi la mano, tra i
maschi miei colleghi, a dire che non è una cosa gradevole quello di sedersi a
un tavolo e invece di trovarsi soltanto persone lontane dall' estetica se invece
gli occhi si possono posare su delle presenze femminili gradevoli e simpatiche
". Fin qui la donna come ornamento e oggetto del desiderio, proprio come
nella televisione che ha plasmato a sua immagine e somiglianza. Ma dopo avere
minacciato di denunciare Patrizia D' Addario, Berlusconi viene al punto, la sua
idea di conquista: " Io non ho versato un euro per avere una prestazione
sessuale e allora confermo che nella mia vita io non ho mai neppure una volta
dovuto dare dei soldi a qualcuno per una prestazione sessuale. Le dico anche
perché. Perché a chi ama conquistare, la gioia e la soddisfazione più bella
è la conquista, se tu paghi mi domando che gioia ci potrebbe essere ".
Questo uomo prossimo a compiere 73 anni ha la necessità vitale di credere, e di
far credere, che delle donne più giovani di mezzo secolo lo desidererebbero per
amore e non per soldi, per ricerca di lavoro, per richieste di favori. E' la
bugia più grande di tutte, quella che il Berlusconi seduttore sente il bisogno
di propinare innanzitutto a se stesso. Ma è anche la bugia che ci riporta alla
domanda iniziale: la maggioranza degli italiani vorrebbe essere come lui?
Sarebbe cioè desiderosa di fondare sistematicamente la relazione sessuale e
sentimentale fra uomo e donna sul fascino dominatore del potere? Di certo la
nostra cultura popolare è fondata su tale presupposto. Sapienti inventori della
nuova lingua volgare hanno da tempo realizzato la trasposizione televisiva della
cultura ereditata dall' Italia delle case chiuse degli anni Cinquanta, in cui
signorine discinte, possibilmente ebeti e comunque sottomesse, si aggirano
scodinzolando fra maschi attempati che si danno di gomito. Sarebbe interessante
verificare i guasti prodotti da tale concezione dell' erotismo non solo nella
civiltà del rapporto fra generi, ma perfino nelle patologie del desiderio
sessuale. Mi accontento per ora di constatare l' evidente correlazione di questa
cultura della diseguaglianza fra uomo e donna con le penalità inflitte all'
universo femminile italiano in campo sociale, professionale, politico. Il
governo ha deciso di impedire un confronto pubblico su questi temi, liquidandoli
come gossip. E' paradossale che tale "divieto di gossip" venga
promulgato dal principale editore del gossip italiano. Ma dovrebbe essere ben
chiaro a tutti che il retrogrado galateo di Silvio Berlusconi non ha proprio
nulla a che fare con il pettegolezzo.