Il Vangelo secondo Ruini
di Marco Politi
“il Fatto Quotidiano” del 28 dicembre 2010
Per Natale
il cardinale Ruini porta la buona novella che la “stabilità è un bene”.
Sottinteso: i cattolici dell’Udc appoggino Berlusconi. La cometa indica un
governo per le riforme.
Colpisce nell’ampia intervista del cardinale, apparsa sul Corriere della Sera,
l’impronta tutta politica senza il minimo guizzo di un’ispirazione proveniente
dall’annuncio evangelico di un Dio, incarnato per portare all’umanità il
messaggio delle Beatitudini. Un messaggio inquieto, che non lascia le cose al
loro posto ma sovverte tutto ciò che è ingiusto, disumano, dis-amore.
Spiega il cardinale, di nuovo molto ascoltato da Benedetto XVI, che quanto dice
la Chiesa spesso è controcorrente. Non lo si avverte nei suoi input politici. La
stabilità è auspicata per un governo che, con la maggioranza più schiacciante
della storia repubblicana, non ha messo mano alla ricostruzione de L’Aquila, non
ha avviato misure contro la disoccupazione, lascia alla deriva le famiglie,
ignora il dilagante precariato che devasta le giovani generazioni.
In questa Italia che marcisce, che si sfascia sotto i colpi di un federalismo
raffazzonato ed egoista, in cui (come avverte De Rita) sono morti i desideri,
l’ex presidente della Cei non invita ad allargare l’orizzonte, a superare una
leadership inefficiente e immorale. Non ricorda – lo fa papa Ratzinger
nell’enciclica Deus Caritas Est – che per sant’Agostino uno Stato non retto
secondo giustizia “si ridurrebbe a una grande banda di ladri” (molto si è già
fatto nell’era berlusconiana). No. Il cardinale si augura che ognuno
contribuisca a questa stabilità, “che è un bene per il Paese”.
In questo patto ecclesiastico con l’Esistente non risuona la grande tradizione
cattolico democratica di De Gasperi e di Sturzo, che ben altre scosse sapevano
imprimere al Paese per aiutarlo a risollevarsi. Ritorna, però, il mantra che non
ha senso parlare di berlusconismo o antiberlusconismo e meno che mai “dare
giudizi sui comportamenti privati di singole persone”.
Avesse proclamato che non era giusto esprimersi sulla moralità di Erode, San
Giovanni avrebbe ancora la testa al suo posto. Ma eravamo agli inizi dei
Vangeli.