La Costituzione dimezzata
di Beppe Del Colle
“Famiglia Cristiana” n. 35 del 25 agosto 2010
Berlusconi
ha detto chiaro e tondo che nel cammino verso le elezioni anticipate
– qualora il piano dei “cinque punti” non riceva rapidamente la fiducia
del Parlamento – non si farà incantare da nessuno, tantomeno dai
“formalismi costituzionali”. Così lo sappiamo dalla sua viva voce: in
Italia comanda solo lui, grazie alla “sovranità popolare” che finora lo ha
votato.
La Costituzione in realtà dice: «La sovranità
appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».
Berlusconi si ferma a metà della frase, il resto non gli interessa, è puro
“formalismo”. Quanti italiani avranno saputo di queste parole? Fra quelli
che le hanno apprese, quanti le avranno approvate, quanti le avranno criticate,
a quanti non sono importate nulla, alle prese come sono con ben altri problemi?
Forse una risposta verrà dalle prossime elezioni, se si faranno presto e
comunque, come sostiene Umberto Bossi (con la Lega che spera di
conseguire il primato nel Nord e, di conseguenza, il solo potere concreto che
conta oggi in Italia). Ma più probabilmente non lo sapremo mai. La
situazione politica italiana è assolutamente unica in tutte le attuali
democrazie, in Paesi dove – almeno da Machiavelli in poi – la
questione del potere, attraverso cento passaggi teorici e pratici, è stata
trattata in modo che si arrivasse a sistemi bilanciati, in cui nessun potere può
arrogarsi il diritto di fare quello che vuole, avendo per di più in mano la
grande maggioranza dei mezzi di comunicazione.
Uno dei temi trattati in queste settimane dagli
opinionisti è che cosa ci si aspetta dal mondo cattolico, invitato da Gian
Enrico Rusconi su La Stampa a fare autocritica. Su che cosa, in
particolare? La discesa in campo di Berlusconi ha avuto come risultato
quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato: di
spaccare in due il voto cattolico (o, per meglio dire, il voto
democristiano). Quale delle due metà deve fare “autocritica”: quella che ha
scelto il Cavaliere, o quella che si è divisa fra il Centro e la Sinistra,
piena di magoni sui temi “non negoziabili” sui quali la Chiesa insiste in
questi anni? A proposito. Ivan Illich, famoso sacerdote,
teologo e sociologo critico della modernità, distingueva fra la vie
substantive (cioè quella che riassume il concetto di “vita” mettendo
insieme, come è giusto, e come risponde all’etica cristiana, tutti i momenti
di un’esistenza umana, dalla fase embrionale a quella della morte naturale) e
ogni altro aspetto della vita personale o comunitaria, a cui un sistema sociale
e politico deve provvedere.
Il berlusconismo sembra averne fatto una regola: se
promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti)
all’embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha
esitazioni: il “metodo Boffo” (chi dissente va distrutto)
è fatto apposta