LA SCONFITTA DEL MUSO DURO

GAD LERNER

Repubblica — 15 febbraio 2010  

Con chi se la prenderanno adesso lady Moratti, il suo vicesindaco-sceriffo De Corato,e il focoso leghista Salvini? Dal vecchio quartiere milanese di via Padova trasformato in "zona di nessuno" giunge loro la più ovvia lezione di sociologia urbana. Puoi fare il muso duro, lanciare tutti i proclami repressivi che vuoi, ma il disprezzo con cui hanno scansato la fatica quotidiana dell' integrazione produce solo il far-west, cattivi contro cattivi, e vinca il peggiore. Piange il cuore perché via Padova non meritava il degrado in cui l' hanno lasciata andare. Seguito ideale di corso Buenos Aires, resta un' arteria vitale della Milano commerciale la cui unica colpa è di non aver fatto in tempo a entrare nelle mire degli immobiliaristi rampanti. Mentre la destra che governa da decenni la metropoli escogitava in sequenza i poliziotti di quartiere, le pattuglie di soldati e infine la bufala delle ronde, numerosi palazzi ridotti in cattivo stato venivano affittati illegalmente o venduti a basso prezzo. Spuntavano una dopo l' altra le botteghe etniche, i parrucchieri cinesi cominciavano a fare concorrenza agli italiani. Invece di governare questo flusso vitale, preoccupato solo di litigare con il locale centro islamico su scuola e moschea, il Comune ha lasciato che crescessero tanti piccoli ghetti, ben lieto di incassare lo spostamento a destra dei residenti italiani cui prometteva di risolvere il problema con mano pesante. Fa impressione confrontare gli interventi d' ordine pubblico e inclusione messi a punto nel frattempo in altre situazioni difficili, come San Salvario a Torino, con l' ottuso laissez-faire delle varie giunte Formentini, Albertini, Moratti. In via Padova i parroci volonterosi, i volontari della vicina Casa della Carità, gli operatori didattici protesi nel costruire mediazione e accoglienza, vengono additati semmai come disturbatori della quiete pubblica. Perché il presupposto impossibile della politica abitativa e commerciale di Palazzo Marino è: di qui gli stranieri se ne devono andare. Ma nel frattempo l' enclave di via Padova, afflitta dallo spaccio di droga, da alcolismo, dalle bande giovanili, dal lavoro nero che i caporali italiani vengono a reclutare all' alba in piazzale Loreto, ha visto crescere un' alta densità di immigrati regolari, ormai spesso proprietari d' appartamento, che non si possono certo cacciare. Situazioni legali e illegali sono aggrovigliate in una matassa pericolosa che nessuna operazione di polizia, da sola, può districare. Un caos provocato da chi ha sospinto gli immigrati a concentrarsi, ostacolando la loro regolarizzazione, suscitando l' ira dei residenti italiani,e rendendo quasi impossibile il controllo sociale. Sgombero, si conferma essere una parola magica inefficace come abracadabra. Così il vicesindaco De Corato che mena gran vanto per i duecento sgomberi di campi abusivi, fingendo di ignorare che si tratta sempre dei medesimi senzatetto che girovagano, ieri ha subito la sua prima, inevitabile contestazione da parte dei residenti finiti nel mezzo di una guerriglia urbana. Una situazione esplosiva che l' irresponsabile leghista Salvini rischia di alimentare promettendo retate casa per casa. La politica di sicurezza della destra, fondata sull' ostilità ideologica per gli stranieri, incassa nel cuore di Milano gli unici risultati che meritava. Delude le aspettative dei cittadini, li incita alla contrapposizione, suscita fra i giovani immigrati di seconda generazione l' idea che le forze di polizia se non addirittura tutti gli italiani siano nemici. E il sindaco, Letizia Moratti? Lei resta solo una presenza lontana, asserragliata nel suo privilegio.