di
Bruno Tinti
“il
Fatto Quotidiano” del 3 luglio 2010
Adesso
si capisce un po’ meglio perché Vaticano e B&C vanno così d’accordo.
In effetti un cattolico praticante e, per la verità, anche un laico
raziocinante,
avevano qualche difficoltà a capire come le più alte gerarchie della chiesa
cattolica continuassero a gratificare B. della loro affettuosa solidarietà
nonostante la figura morale dell’uomo fosse certamente abbietta.
Probabilmente nei cattolici destava minor stupore il fatto che B, colpevole di
gravi reati e assolto per prescrizione a seguito di una legge costruita da lui e
nel suo personale interesse, venisse ciò non di meno ricevuto in Vaticano; in
fondo di reati fiscali, societari, contro la pubblica amministrazione si
trattava, il loro tasso d’immoralità poteva essere giudicato modesto da chi
si occupa di anime e non di soldi (?). Meno comprensibile poteva sembrare che le
gerarchie ecclesiastiche continuassero ad avere rapporti cordiali con persona
amica di imputati e condannati per mafia, chi in primo grado, chi in secondo,
chi in via definitiva, e che aveva addirittura ospitato in casa sua un
riconosciuto mafioso: ma insomma, che mafia e religione costituiscano un
binomio pressoché inscindibile (basta osservare l’esibita ma sincera
devozione dei mafiosi frequentatori abituali delle messe) è noto a tutti.
Certamente incomprensibile e incoerente era però il permanere di ottimi
rapporti con persona che si
scopava puttane previamente convocate in allegri festini presso la
residenza di governo, che frequentava senza apparenti ragioni istituzionali o
semplicemente amicali una minorenne, che era, ohibò, divorziato e risposato
civilmente, ragione per la quale a milioni di fedeli è rifiutato il sacramento
della comunione. Questo proprio non si riusciva a capire.
Fino ad oggi,
veramente, quando
abbiamo scoperto che anche le alte gerarchie ecclesiastiche sono convinte che
gli unti dal signore meritino l’impunità giudiziaria. Magistratura e
polizia belghe indagano su atti di pedofilia commessi da ecclesiastici? Cercano
le prove di questi disgustosi delitti? Eseguono perquisizioni e, chissà,
intercettazioni telefoniche (lì si può, pare che sia considerata una cosa
intelligente da fare se si vogliono scoprire reati e colpevoli)? Addirittura
trovano documentazione comprovante le violenze sessuali commesse da
ecclesiastici in danno di bambini? Perfino sequestrano questa documentazione? E
come reagisce la chiesa belga? La
commissione nominata dalla conferenza episcopale si dimette per protesta: perché
le indagini le dovevano fare loro per primi; poi, in piena trasparenza, ne
avrebbero comunicato i risultati a polizia e magistratura. Da morir dal ridere,
se non fosse drammatico.
Ma questa è la chiesa
belga, si dirà, intemperanze alla periferia dell’Impero; che c’entra il
Vaticano? Eh, non è stato il Vaticano a esprimere stupore e sdegno per le
indagini della polizia belga? E non è stato tale padre
Federico Lombardi, portavoce del Vaticano, a sostenere che le condotte
tenute dalla Chiesa “non hanno inteso e non hanno favorito alcuna copertura di
tali delitti, ma anzi hanno messo in atto un'intensa attività per affrontare,
giudicare e punire adeguatamente tali delitti nel quadro dell'ordinamento
ecclesiastico”? E alla fine non è stato il Vaticano che ha presentato un ricorso
alla Corte Suprema degli Stati Uniti sostenendo la sua immunità a fronte delle
denunce delle vittime di tale Andrew Ronan, un prete pedofilo, come tale noto
alla sua gerarchia, che però si era limitata a trasferirlo di sede in sede ogni
volta che veniva denunciato? E,
alla fine, non sono stati lo stesso Papa e il cardinale Bertone ad incazzarsi
con la polizia e la magistratura belghe?
Così adesso si capisce
perché c’è tanto feeling tra B. e il Vaticano. Sono tutti e due convinti di
essere al di sopra della legge. Il
Vaticano perché è unto dal Signore; e B. perché è unto dal popolo. È
quest’originale battesimo che rende inapplicabile ai preti pedofili la
giustizia secolare: i loro delitti saranno puniti “adeguatamente nel quadro
dell'ordinamento ecclesiastico”. Il che comunque sarebbe sempre meglio (se
davvero avvenisse, ma la storia di padre Ronan non autorizza molta fiducia) di
quanto avviene nell’entourage di B&C, dove non solo non si “punisce”
nessuno ma chi commette delitti fa carriera politica.
Sarà perché in Italia
manca una figura (per dire, vista l’impresentabilità di B&C,
magari il presidente della Repubblica) che
possa convincentemente affermare, come ha fatto il premier belga Yves
Leterme: “Ciò
che mi interessa, come primo ministro di questo paese, è che il potere
giudiziario possa esprimersi in modo autonomo ed è proprio questo che sta
succedendo. Le
perquisizioni sono la prova che in questo paese c'è una separazione di poteri
tra Stato e Chiesa e che il potere giudiziario può agire in modo autonomo”?