Permesso di soggiorno: irregolari anche i ritardi

di Gian Antonio Stella

“Corriere della Sera” del 13 gennaio 2010

«Lo Stato ha il dovere di fare rispettare le leggi, di fare rispettare le regole», ha detto e ripetuto più volte, anche in questi giorni, Roberto Maroni. Parole d'oro. Ma valgono per tutti o solo per gli immigrati? La domanda è obbligatoria. Il testo unico sull' immigrazione nella versione modificata prima dalla Legge Bossi-Fini, poi dal pacchetto sicurezza del 2008 e infine dalla legge 94 del 15 luglio 2009 dice infatti, nero su bianco, che «il permesso di soggiorno è rilasciato, rinnovato o convertito entro venti giorni dalla data in cui è stata presentata la domanda». Sì, ciao! Violando quotidianamente quella legge che il grintoso ministro degli Interni dichiara ogni giorno di volere far rispettare, gli uffici pubblici italiani impiegavano mediamente l' anno scorso, per dare i documenti a chi ne aveva diritto, 291 giorni. Dati ufficiali, del prefetto Rodolfo Ronconi, della Direzione centrale d' immigrazione al Viminale. Il che significa che in diversi casi il tempo di attesa sfondava i dodici, tredici mesi. Con punte estreme, soprattutto in alcune aree del Paese, ancora più inaccettabili. E secondo gli operatori l' andazzo, a causa del superlavoro imposto dalla sanatoria per le badanti, si è ulteriormente aggravato. Cosa significhi per un immigrato in regola con tutte le carte vedersi negato questo diritto (diritto: non è una graziosa concessione) lo spiega ad esempio Shukri Said, una somala da molti anni a Roma, cittadina italiana, attrice con una particina in Don Matteo (faceva la parte di una «carabiniera» di colore) segretaria dell' associazione Migrare: «Quando gli immigrati vanno a chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno alle Poste, si vedono ritirare il documento e ricevono in cambio una ricevutina che non tutti gli italiani accettano di riconoscere come un documento equivalente al permesso di soggiorno. Anzi. Mentre la pratica del rinnovo gira per gli uffici, per mesi e mesi, lo straniero ha difficoltà a prendere in affitto un appartamento perché, con il pacchetto sicurezza, non si può affittare agli irregolari; trova difficoltà a cambiare il medico di famiglia, trova difficoltà a chiedere la patente di guida; trova difficoltà negli ospedali, a riconoscere un figlio o a iscriverlo a scuola. Un inferno». In qualche caso, aggiunge Pietro Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, «nell' attesa del rinnovo perde addirittura il lavoro». Per questo, da molti giorni, è partito su iniziativa di Gaoussou Ouattara, membro della Giunta dei Radicali, uno sciopero della fame che finora, compresa Shukri Said, ha visto la partecipazione in tutta Italia di oltre trecento immigrati. Spazio sui giornali per la protesta? Poco o niente. Attenzione da parte dei politici? Men che meno. Mica portano voti, gli extracomunitari...