LA STORIA RIBALTATA DELLA BRECCIA DI PORTA PIA
Giampiero Calapà
Il Fatto Quotidiano21-9-2010
Centoquarant’anni dopo parla solo il cardinal Bertone. Poi arriva la Militia Christie
La
Storia capovolta. È andata in scena ieri a Roma, 140 anni dopo la breccia di
Porta Pia e gli eroi di quei giorni si saranno rivoltati nelle loro tombe. Alla
cerimonia davanti al monumento dei caduti ha parlato solo il cardinale Tarcisio
Bertone, segretario di Stato Vaticano, esaltando la figura di Pio IX come
elemento di conciliazione. Alla presenza del presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, del sindaco di Roma, Gianni Alemanno e del sottosegretario
Gianni Letta. Istituzioni zitte, parla solo la Chiesa. Così, quando i Giovani
dell’Idv si sono avvicinati, assieme agli attivisti dell’Uaar (Unione
agnostici), con lo striscione “Libera chiesa in libero Stato”, sono stati
bloccati e identificati da polizia e carabinieri. “Ci è stato impedito –
racconta Giuliano Girlanda, Idv di avvicinarci per non turbare lo svolgimento
della celebrazione, assurdo”.
La celebre frase di Camillo Benso, conte di Cavour, “chi può turbare?”. Una
piccola contestazione c’è stata, animata da un piccolo gruppo di Radicali,
che hanno invocato “Una nuova Porta Pia”. Anche loro sono stati
identificati, dalle forze dell’ordine, non dalle guardie svizzere. E per il
segretario dei Radicali, Mario Staderini, “far parlare solo Bertone è stata
una scelta sbagliata, ma il giorno prima nello stesso luogo è intervenuto lo
storico Lucio Villari davanti a 400 persone: nessun tg nazionale ha mostrato una
frazione di secondo”. Sarebbe stato un sacrilegio. Invece, dopo Bertone, come
se non bastasse, il monumento ai caduti per Roma capitale è stato oltraggiato
dai militanti della Militia Christi. Cotanto principe, Lillo Sforza Ruspoli, ha
portato il drappo bianco e giallo delle truppe pontifice del 1870, che
custodisce con cura: “I nemici della Chiesa sono sempre gli stessi, ieri e
oggi. La cravatta nera che porto, donatami dall’Arma dei carabinieri, è segno
di lutto, ma reca anche un tricolore, per il rispetto che nutro verso le
istituzioni”. Non si direbbe da quanto segue: “Quella contro lo Stato
pontificio – ha declamato il principe – fu un’aggressione barbara, contro
uno Stato legittimo e con 150 anni di storia alle spalle”. Solo folklore per
Staderini dei Radicali: “Non ho il rango per replicare a un principe, però il
giorno prima la Comunità ebraica ha ricordato che la fine del ghetto e
l’inizio della libertà di culto a Roma, parte da quel 20 settembre 1870,
peccato che le tv italiane hanno cancellato anche questo”.
Ma per la Militia Christie, quel giorno “lo Stato italiano ha sparato a
cannonate contro il Papa e diciannove ragazzi, invece di andare in discoteca o
fumare droga, si sono sacrificati a Pio IX e a Dio, tutto ciò che noi siamo”,
ha urlato il militante della Militia, Roberto Lastei a una ventina di eccitati,
giovani e anziani. Tutti pronti a tendere il braccio al grido “Ora e sempre:
onore!”.