Berlusconi di nuovo nello scandalo
di Giorgio Vecchiato
“Famiglia Cristiana” n 44 del 31 ottobre 2010
L’ultima bufera su Berlusconi e la sua corte di
ragazze sta provocando ondate di reazioni, una diversa dall’altra.
C’è chi, con linguaggio sprezzante, lo esorta a dimettersi. Chi già apertamente
lo insulta nelle rubriche tv, con termini da trivio. Chi vede solo l’aspetto
etico e chi tenta analisi politiche a freddo, interrogandosi sule conseguenze.
Chi tende a ingigantire e chi tenta di arginare: però nel secondo caso, vedi
stampa di destra, con titoloni su tutta la prima pagina. Per una vicenda
che si voleva sopire, strana tecnica. E siamo solo all’inizio. Come sa
chi ha un minimo di esperienza sul gossip e le sue diramazioni, aspettiamoci il
peggio.
Fra tutte queste reazioni ne manca una che faticheremmo a definire,
qualcosa che sta fra la tristezza civile e la pietà umana. Non
assistiamo soltanto a una tegola sulla testa del Berlusconi politico, primo
ministro in carica e aspirante al Quirinale. Né stavolta si può parlare di
complotto giudiziario, o tanto meno poliziesco. Semmai, fino a ieri, prevaleva
la circospezione. Il fatto è che esistono testimonianze, alcune opinabili ma
altre, ahimè, documentate, che creano un duplice ordine di problemi.
Uno, ovviamente, è politico: la credibilità, meglio ancora la
dignità, dell’uomo che governa il Paese; i riflessi sulla vita
nazionale e sui rapporti con l’estero; l’esempio che dall’alto viene trasmesso
ai normali cittadini. I quali non si sognano né trasgressioni né festini, ma da
oggi dovranno abituarsi alle variazioni pecorecce sul “bunga bunga”.
L’altro problema, da valutare come se Berlusconi fosse un tizio qualunque, è
la condizione che già la moglie, Veronica Lario, aveva pubblicamente segnalato.
Uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perchè consentito, anzi
incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro. Si sa che
Berlusconi è un generoso, non lesina su aiuti e ricompense. Ma quale tipo di
aiuti, e ricompense per che cosa? Incredibile che un uomo di simile
livello e responsabilità non disponga del necessario autocrontrollo. E che il
suo entourage stia a guardare.
E’ vero che in passato abbiamo avuto personaggi di primo piano che, oggi,
non l’avrebbero passata liscia. Altri tempi, però. Altro comportamento di
giornali e tv. Altre cautele. O forse allora si taceva o si sminuiva un
po’ per prudenza, un po’ per tristezza e un po’, nessuno sghignazzi, per pietà.