B. il seduttore delude i cattolici
di Marco Politi
“il Fatto Quotidiano” del 20 agosto 2010
L’era
Berlusconi incontra sempre meno il favore del mondo cattolico praticante. Cresce
la voglia di voltare pagina.
Vittorio Feltri, che di politica se ne intende, non a caso si è messo ad
attaccare furibondamente Famiglia Cristiana, perchè il settimanale cattolico ha
pronunciato la parola tabù: ‘Intesa di unità nazionale’.
Nella sua spietata denuncia del disfacimento causato da un metodo di governo,
che nulla governa lasciando prosperare corruzione ed evasione fiscale, il
settimanale dei Paolini varca questa settimana la frontiera della denuncia per
delineare una proposta, che assomiglia pericolosamente (per il Cav e il suo
house organ) all’obiettivo di un governo di transizione lanciato per primo da
Casini, fatto propria dal Pd e da molti esponenti della società civile. E a cui
i futurini del Presidente della Camera darebbero certamente l’appoggio.
Basta comparseda soap opera
Una politica che miri al bene comune – sottolinea infatti Famiglia Cristiana
– richiederebbe oggi, prima che l’Italia vada in pezzi, un’intesa di unità
nazionale e solidale che restituisca ai cittadini il diritto di eleggersi i
propri rappresentanti. Non più comparse da soap opera, ma persone di provata
competenza e rigore morale. Insomma, una svolta. Perchè il Paese, incalza il
settimanale cattolico, è paralizzato, sotto ricatto. Leggi e favori, come al
mercato delle vacche, sono oggetto di baratto: federalismo in cambio di
intercettazioni?.
Un’analisi chiarissima, che mette il dito sul punto dolente del patto
scellerato tra Bossi e Berlusconi, in base al quale mentre polizia, magistratura
e ministero dell’Interno combattono le organizzazioni criminali, il partito di
Maroni vota in parlamento senza fiatare tutte le leggi ad personam che
ostacolano la lotta contro malaffare, malapolitica, malavita.
Non è un caso nemmeno che l’Avvenire pubblichi in contemporanea una lettera
del filosofo cattolico Possenti, intitolata “Ma non si può tornare al voto se
gli elettori non scelgono gli eletti”. Cioè, se non si cambia l’attuale
legge elettorale. La risposta del direttore di Avvenire non è un buon segno per
il fronte berlusconiano: “Gentile professore, sottoscrivo le sue
considerazioni”.
Poco importa che Feltri si scagli contro le eresie di Famiglia Cristiana,
accusando il settimanale di alimentare risse sinistrorse e di comportarsi da
fogliaccio di partito. (Feltri, ahimè, torna a citare il caso Boffo, che
evidentemente ossessiona le menti del centro-destra ansiose di boffizzare
qualunque dissenso). Ciò che conta è che a Palazzo Chigi avvertono odore di
bruciato.
Il fatto è che di settimana in settimana Famiglia Cristiana ha tracciato il
quadro senza veli del regime da basso impero, che si è instaurato in Italia.
Ancora recentemente ha denunciato: “Il disastro etico è sotto gli occhi di
tutti”. Citando tre cifre per illustrare il punto cui si è arrivati. In un
anno l’evasione fiscale sottrae all’erario 156 miliardi di euro, le mafie
fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non
di più?.
Un’escalation di denunce
E questa escalation di denunce si salda a quanto sta producendo il meglio della
cultura cattolica in vista delle prossime Settimane sociali, chiamate a fare il
punto sul ruolo dei cattolici nella rinascita di un Paese degradato. Nel
documento preparatorio, anticipato fine luglio alla Radio vaticana dal
segretario del Comitato scientifico Eduardo Patriarca, si afferma senza
incertezze che l’Italia è allo sbando. Senza classe dirigente, senza persone
che per il ruolo politico, imprenditoriale, di cultura, sappiano offrire alla
nazione una visione, degli obiettivi condivisi e condivisibili. Il corollario
che tutti sanno è che non è dal berlusconismo che può venire una ripresa
morale, istituzionale e sociale dell’Italia.
La parola ora passa alle gerarchie vaticane e della Cei. A settembre si riunirà
il Consiglio permanente dell’episcopato. Indubbiamente di tanto in tanto si
ascoltano appelli al bene comune e alla moralità dell’agire politico,
provenienti dalle alte sfere ecclesiastiche. Il cardinale Tettamanzi pochi
giorni fa condannato quei gruppi, che perseguono il proprio interesse non in
relazione al “bene comune”, ma spesso addirittura “a scapito e danno del
bene altrui”.
Le accuse della Cei con Bagnasco
Altre denunce sono venute in vari momenti del presidente della Cei cardinale
Bagnasco o dal segretario mons. Crociata.
Ma è venuto il momento di una scelta di fondo, che tenga conto del malessere
del mondo cattolico. Finora il Vaticano e la Cei, al di là di singole critiche,
ha sempre coperto di fatto l’orientamento del sistema politico berlusconiano,
che non esprime una destra classica (magari alla Thatcher o alla Sarkozy), ma ha
eretto a metodo lo scardinamento delle strutture legali e istituzionali ogni
volta che erano in ballo i propri privati interessi. L’esatto opposto del bene
comune, richiesto dalla dottrina sociale cattolica.
Settembre chiede alla Chiesa un’autentica scelta morale. Al di là del
ribadito appoggio al presidente Napolitano. In questo senso è stata
sconcertante ? anche per molti vescovi e monsignori vaticani la presenza del
cardinale Bertone al pranzetto estivo (con la scusa del compleanno) di Vespa.
Forse il porporato non ha percepito la trappola. Ma per la prima volta il ruolo
del Segretario di Stato è stato manipolato per fare da contorno ad un
appuntamento di piccola politica: il tentativo in extremis di Berlusconi di
riattaccare al suo carro il partito cattolico di Casini.
Manovra (quel che è peggio per il prestigio della Santa Sede) inevitabilmente
fallita