Sacrifici sì, sperperi per gli “f35” proprio no
di Francesco Lenci*
“l'Unità” del 28 dicembre 2011
Sono in molti a chiedersi perché l’inevitabile regime di austerità e sacrifici che riguarderà tanti cittadini italiani non venga reso meno iniquo anche tagliando le spese militari. E molti, anche su l’Unità, hanno ampiamente motivato l’opportunità per lo meno di sospendere l’acquisto degli F35, come ha già fatto la Danimarca.
L’F35 è un unico «aereo base», progettato e sviluppato per soddisfare le diverse esigenze di attacco dell’aviazione, della marina e del corpo dei Marines degli Usa, con varianti diverse a seconda del suo possibile uso.
Nato allo scopo di sostituire alcuni caccia tattici ed integrarne, ottimizzandole, le migliori prestazioni, il programma F35 è diventato rapidamente un progetto internazionale, al quale partecipa anche l’Italia. Il Lockeed Martin F-35 Lightning II Joint Strike Fighter, «orgogliosamente» definito come un modernissimo sistema d’arma straordinariamente affidabile e letale (http://www.jsf.mil/ index.htm), ha caratteristiche stealth (la tecnologia che rende l’aereo difficilmente intercettabile dai radar), prestazioni supersoniche, versatilità e flessibilità ed è dotato di un’avionica estremamente avanzata ed innovativa che, tramite una serie di telecamere poste in vari punti dell’aereo, consente al pilota di vedere in ogni direzione.
Insomma, l’F35 è progettato per missioni di superiorità aerea e d’attacco al suolo, utilizzabile solo in missioni offensive, come ben illustrato anche dal nostro ministero della Difesa: «Il Joint Strike Fighter (JSF) è un velivolo multi-ruolo con uno spiccato orientamento per l’attacco aria-suolo, Stealth, cioè a bassa osservabilità radar e quindi ad elevata sopravvivenza, in grado di utilizzare un’ampia gamma di armamento e capace di operare da piste semi-preparate o deteriorate, pensato e progettato per quei contesti operativi che caratterizzano le moderne operazioni militari di quest’era successiva alla guerra fredda..».
Tutte queste proprietà sono palesemente inconciliabili con il dettato dell’articolo 11 della Costituzione («L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»). È accettabile che in questo momento il nostro Paese contribuisca a costruire ed acquisti un centinaio di strumenti di morte e di attacco investendo 13 Miliardi di euro? Ancora e sempre vale, tragicamente, il discorso alla Società Americana Editori del Presidente degli Stati Uniti, Dwight D. Eisenhower, dell’aprile 1953: «Ogni ordigno prodotto, ogni nave da guerra varata, ogni missile lanciato significa, infine, un furto ai danni di coloro che sono affamati e non sono nutriti, di coloro che sono nudi e hanno freddo».
* Unione Scienziati per il disarmo – Univ. di Pisa