Onorevole Speroni legga questi libri

 

 

di Gian Antonio Stella

 

Corriere della Sera” del 20 aprile 2011

 

Impegnato com’era a scegliere cravattine alla texana e giacche fucsia o giallo paglierino con cui rompere l’anonimato, l’eurodeputato Francesco Speroni, la cui attività è ricordata più che altro per l’assunzione come portaborse al Parlamento europeo (12.750 euro al mese) di Riccardo Bossi, il figlio maggiore dellamico Umberto, non ha mai trovato il tempo per leggere libri sullemigrazione italiana. Ne avesse letti, non avrebbe osato dire le parole indecenti dellaltro giorno: «Noi siamo invasi, c’è gente che viene in Italia senza permesso, violando tutte le regole. A questo punto vanno usati tutti i mezzi per respingerli, eventualmente anche le armi» . E se fossero in fuga da persecuzioni, guerre, genocidi? Sempre clandestini sono! «Non ce l’hanno certo scritto in fronte se sono profughi!». Come a dire: intanto spariamo, poi si vedrà. E se fossero cristiani sudanesi o nigeriani in fuga dai macellai dell’Islam fanatico? Amen. I «nuovi crociati» che marcano il territorio affiggendo il crocifisso alla parete non possono curarsi di questi dettagli. Se avesse letto il reportage di Egisto Corradi che nellinverno del 1947 attraversò il Piccolo San Bernardo con i clandestini

«nostri», lignaro Speroni saprebbe che solo lì col bel tempo «passavano centinaia e centinaia di emigranti per notte: una volta ne passarono mille in poco più di ventiquattr’ore, con nidiate intere di bambini. Tra gli ultimi passati una donna incinta, percossa dalla straordinaria fatica, partorì due settimane fa, mentre scendeva il versante francese» . Se avesse letto Il cammino della speranza di Sandro Rinauro sarebbe stato seppellito da migliaia di citazioni di documenti ufficiali che dimostrano che «gli italiani hanno detenuto a lungo il primato dell’esodo clandestino» . Un esempio? Citiamo fra i tanti il direttore della Manodopera straniera del ministero del Lavoro francese Alfred Rosier, secondo cui alla fine del 1948 (Speroni era già nato) «dei 15.000 italiani presenti nel dipartimento agricolo del Gers, ben il 95%era irregolare o clandestino» . Se avesse letto il bellissimo Addio patria di Ulderico Bernardi o lo struggente New Italy di Floriano Volpato, conoscerebbe la storia di quei circa trecento trevigiani che nell’aprile 1880, imbrogliati da un marchese francese che prometteva di fondare una «Nouvelle France» papalina al di là del Borneo, passarono clandestinamente il confine con la Francia e clandestinamente quello con la Spagna per imbarcarsi sul piroscafo India diretto verso l’estremo oriente per arrivare infine a Sydney, stremati e pazzi di dolore per avere perduto lungo il viaggio tantissimi bambini e tantissimi vecchi, 368 giorni dopo la partenza. Ma certo, conoscere quelle e tante altre storie di emigrazione disperata e illegale italiana, lo imbarazzerebbe poi al momento di sparare sciocchezze sulla nostra «diversità» . Meglio non sapere, giusto? Meglio fingere di non sapere...