Cl su Formigoni merita il Nobel per l’ipocrisia
di Marco Politi
“il Fatto Quotidiano” del 3 ottobre 2012
Il Nobel dell’ipocrisia a Comunione e liberazione per la performance del 2012. Farina, Formigoni, Carrón. Sono troppe le frasi celebri e soprattutto gli atti concreti, che suscitano interrogativi inquietanti su come l’attivissimo movimento concepisca l’etica di un comportamento cristiano. Non lo meritano nemmeno le migliaia di semplici fedeli, che vi aderiscono con l’intento di impegnarsi in una vita ispirata all’evento-Gesù.
Gli italiani dimenticano presto. Ma la mossa del ciellino (oltre che ex agente Betulla dei servizi segreti) Renato Farina resta esemplare. Solo quando è matematicamente sicuro che il suo direttore Sallusti è stato condannato in via definitiva al carcere dalla Cassazione per un falso lampante in un articolo coperto da pseudonimo, esce allo scoperto con le storiche parole: “Quel testo l’ho scritto io e me ne assumo la piena responsabilità morale e giuridica”. Eroismo a costo zero. “Infame”, ha commentato Enrico Mentana
PRIMA DI LUI Roberto Formigoni, governatore della Lombardia con le vacanze pagate da un lobbista per migliaia e migliaia di euro, non solo insulta i giornalisti che gliene chiedono conto – “sfigato”, urla a uno di loro – ma insulta l’intelligenza degli italiani sostenendo di avere ripagato il debito, ma non sa dimostrare come. Quando non ce n’è uno, tra i cittadini medi, che non usi carta di credito o assegno e quindi sia sempre in grado di rintracciare il versamento. Formigoni non è un ciellino qualunque, è un “Memores Domini”, l’élite di Cl impegnata a vivere i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Poi c’è il leader di Cl don Julian Carrón. L’indomani dei funerali del cardinale Martini scrive una lettera al Corriere della Sera per dire che “noi dobbiamo fare tesoro di questo desiderio di intercettare il bisogno degli uomini che l’Arcivescovo incontrava lungo il cammino della vita”. E per annunciare: “Ci rincresce e ci addolora se non abbiamo trovato sempre il modo più adeguato di collaborare alla sua ardua missione e se possiamo aver dato pretesto per interpretazioni equivoche del nostro rapporto con lui, a cominciare da me stesso”.
Carrón non ha dato adito a nessuna interpretazione equivoca su come la pensava di Martini!
NELMARZO2011Carrón scrive al nunzio in Italia, Giuseppe Bertello, che negli ultimi trent’anni si è verificata a Milano una “rottura” con la tradizione cristiana della diocesi, si è impartito un insegnamento teologico che “si discosta in molti punti dalla Tradizione e dal Magistero” e si è teorizzato un “magistero alternativo” a Roma e al Santo Padre. Ultima accusa: la curia di Martini (e Tettamanzi) avrebbe praticato un “sottile ma sistematico ‘neocollateralismo’… verso il centrosinistra”. Quale Carrón vale: quello che fa a pezzi Martini nel marzo 2011 o quello che lo esalta e si “rincresce” nel settembre 2012? Papa Wojtyla ha insegnato che quando si pronunciano autocritiche, si fanno esplicite.
Ora nessun parroco e nessun vescovo e nemmeno il pontefice sono responsabili degli atti di un singolo fedele. Ma quando un fedele, che razzola male assai, è testimonial d’eccezione di un associazione o di un’istituzione, i responsabili devono dire con chiarezza se stanno dalla parte di chi si è comportato indegnamente o se lo coprono. Farina, anche dopo la radiazione dall’Ordine dei giornalisti per comportamento manifestamente incompatibile con l’etica professionale, è stato portato in scena da Cl nei suoi eventi come maestro dell’informazione. Cl non si è mai distanziata da lui. Formigoni, dopo una lettera-slalom del leader ciellino Carrón su Repubblica – “Se il movimento di Comunione e liberazione è continuamente identificato con l'attrattiva del potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che vedere con quello che abbiamo incontrato, qualche pretesto dobbiamo averlo dato” – ha lasciato tranquillamente che, passata la festa e gabbato il popolo televisivo, Formigoni dopo l’impudente affermazione “il Papa prega per me” tornasse in agosto al Meeting di Rimini con arroganza immutata. Non si è sentita l’eco di una dissociazione.
CARRÓN deve decidersi se considerare perniciosa la linea di Martini a fasi alterne o se le lacrime valgono soltanto ventiquattr’ore a tumulo fresco. Se considerare Formigoni un ciellino da applaudire o no.
I cattolici sono abituati a sopportare da secoli prediche magnifiche e obbrobriose cadute dei predicatori. Ma è male sottovalutare che dall’Italia intera sta salendo il bisogno profondo di un’etica lineare, coerente, non piegabile a piccoli interessi di parte. È un bisogno di pulizia. A 360 gradi. Cl potrebbe anche voltare pagina. Non si sa mai.