L’Italia pacifista occupa cento piazze «Basta con gli F-35»
di Umberto De Giovannangeli
“l'Unità” del 26 febbraio 2012
Il risultato è andato oltre le aspettative della vigilia. Le «piazze» arcobaleno si sono moltiplicate. Una bella giornata di primavera ha accolto le bandiere arcobaleno che hanno sventolato in cento piazze italiane. Il doppio di quanto avevano previsto gli organizzatori della Giornata nazionale di mobilitazione contro gli F-35. Migliaia di persone hanno firmato l’appello della Tavola della pace, della Rete Italiana per il Disarmo e di Sbilanciamoci per chiedere al Parlamento di cancellare la decisione del ministro della Difesa di comprare 90 cacciabombardieri nucleari F-35. Molte anche le domande dei cittadini che vogliono saperne di più. Grande è la sorpresa di chi ne sente parlare per la prima volta. Forte la rabbia per la decisione del governo e l’insistenza del Ministero della Difesa.
VOGLIAMO DECIDERE
«Sono armi inutili e costose che non portano alcun beneficio al nostro Paese», dichiara Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, nel corso della manifestazione che si è svolta a Perugia. «Comprare gli F-35 - aggiunge – è illegale, sbagliato e dannoso. Illegale perché queste sono armi da guerra e la guerra è bandita dalla Costituzione. Sbagliato perché non aumenteranno la nostra sicurezza e non ci aiuteranno a uscire dalla crisi. Dannoso perché quei soldi, diversamente impiegati, servono per creare lavoro e a rilanciare lo sviluppo del Paese» .
«Contro questa decisione, continua il coordinatore della Tavola della pace - non abbiamo bisogno di scomodare i principi e i valori che sono iscritti nella nostra Costituzione e nella Carta dell’Onu o nel diritto internazionale dei diritti umani in cui crediamo. Ci basta invitare tutti ad usare il buon senso: a che ci serve comperare queste spaventose macchine da guerra? Dove e quando pensiamo di impiegarle? Quanto ci costa comprarle? Quanto ci costa mantenerle? Cosa possiamo fare con gli stessi soldi?» L’uscita del nostro Paese dal programma - rimarca un recente studio dell’Archivio Disarmo a cura di Angelo Motola e Silvia Corti – non comporterebbe alcuna penale. Nessun onere aggiuntivo rispetto a quanto già stanziato per la fase di sviluppo e per quella di preindustrializzazione, così come rivelato da un’inchiesta del sito d’informazione Altreconomia. Lo prevede il «Memorandum of Understanding» - l’accordo fra i Paesi compartecipanti – sottoscritto anche dall’Italia con la firma apposta il 7 febbraio del 2007 dall’allora sottosegretario alla Difesa Giovanni Lorenzo Forcieri (governo Prodi). Il Pentagono - rileva ancora lo studio dell’Archivio Disarmo – sta suggerendo al governo americano una seria riconsiderazione della fornitura e della produzione, un comportamento che riflette quello di alcuni partner internazionali, su tutti la Norvegia, il Canada e l’Australia. La produzione dell’F-35 a decollo verticale è stata interrotta, mentre la versione dell’F-35 a decollo breve e atterraggio verticale per portaerei con ponti ridotti, testata a fine ottobre, ha evidenziato numerosissimi problemi tecnici.
COSTI ABNORMI
Un solo F-35 - sottolineano i promotori della campagna «Tagliamo le ali agli F-35» - costa 120 milioni di euro, secondo la stima attuale di prezzo destinata però a crescere come annunciato
da Pentagono e Lockeed Martin a seguito delle varie disdette e slittamenti di ordini arrivati. Per 90 velivoli, in tutto l’Italia finirà per spendere più di 10 miliardi di euro, ai quali se ne dovranno aggiungere altri 20-30 per la gestione e manutenzione dei velivoli. E in tempi di crisi, come quello che sta attraversando l'Italia, sembra ancor più evidente che questo ingente investimento non possa essere una scelta giusta». Con 15 miliardi di euro si potrebbero costruire 45mila asili nido pubblici o mettere in sicurezza le oltre 13mila scuole italiane che non rispettano le norme antisismiche e quelle antincendio. Oppure10 milioni di pannelli solari che ci servirebbero a produrre energia pulita...«Torniamo a chiedere di cancellare completamente l’acquisto degli F-35 e riallocare i soldi
previsti in altre spese e attività- afferma il presidente del coordinamento Solidarietà e Cooperazione Cipsi, Guido Barbera - . Ad esempio, finanziando il servizio civile nazionale per i giovani, o iniziative di cooperazione internazionale e di integrazione sociale per i migranti e le minoranze». La campagna continua.