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E il vescovo di Noto apre i conventi agli immigrati

 

di Roberto Monteforte

 

 l'Unità” del 22 ottobre 2013

 

Sullimmigrazione si fa sul serio nella diocesi di Noto, punta estrema Sud della Sicilia. Il vescovo, monsignor Antonio Staglianò ha chiesto ieri con una sua lettera a tutti i sacerdoti e diaconi della sua diocesi di fornire una «mappatura» delle strutture di parrocchie e di comunità religiose in grado di accogliere i profughi in fuga dai loro Paesi. Di verificare quali siano le «loro possibilità attuali di accoglienza » sia in termini di «strutture idonee e già pronte», sia di «un’adeguata rete di volontariato per l’accompagnamento ». Invita a farlo rapidamente e «senza scremature». E indica nella Caritas diocesana e in un’apposita Commissione tecnica la struttura chiamata a fare da regia, raccordandosi con le realtà istituzionali.

Monsignor Staglianò è ben determinato a dare conseguenza allappello rivolto alle istituzioni ecclesiastiche da Papa Francesco dopo la prima tragedia di Lampedusa con quel suo monito:

«Aprite con coraggio i conventi chiusi alla solidarietà » verso questi fratelli profughi che sbarcano lungo le nostre coste e che già tanto hanno sofferto. Quella della diocesi di Noto è una decisione maturata dopo il convegno delle Caritas di Sicilia riunitesi proprio a Lampedusa e assunta - lo precisa - «ascoltato il Consiglio presbiteriale» cioè dei sacerdoti della diocesi. È un impegno che durerà nel tempo e che richiederà adeguate risorse finanziarie. «Le iniziative di accoglienza -

precisa nella sua lettera il vescovo di Noto - avranno certo bisogno anche di supporti economici che

- precisa - dovranno essere il frutto di una vita più sobria e fraterna». Intanto allaiuto degli immigrati e dei profughi saranno destinate le offerte dellAvvento di quest’anno. Ma questa azione di «carità » sarà duratura e impegnerà tutte le strutture della diocesi che dovranno sistemate per fornire un’accoglienza adeguata ai profughi. Ma non si ferma a questo limpegno di accoglienza della Chiesa di Noto. «Cercheremo anche di conoscere meglio i Paesi di provenienza dei profughi - aggiunge monsignor Staglianò nella sua lettera - per riflettere su comefare fronte a quella che Papa Francesco chiama la globalizzazione dellindifferenza”.

Ci uniremo - continua il vescovo - a tutte le iniziative attraverso le quali si richiedono leggi adeguate con cui riconoscere la dignità e il diritto alla vita di ogni persona che fugge dalla guerra e da persecuzioni e con le quali si invocano forme di asilo e corridoi umanitari». La lettera si conclude rilanciando la proposta di una Conferenza del Mediterraneo «mare di pace e d’incontro di civiltà nella convivialità delle differenze». Co come auspicava il siciliano sindaco di Firenze, Giorgio La Pira. Su questa annunciata iniziativa umanitaria pare contino molto le prefetture di Siracusa e Ragusa.