Da Benedetto a Francesco. Così è rinata la mia speranza nella Chiesa

 

di Hans Küng

 

 

la Repubblica” del 2 ottobre 2013

 

Prima vedevo la morte davanti alla vita, oggi al contrario vedo la mia vita alle spalle della morte. Io non so quando e come morirò. Forse verrò chiamato allimprovviso, e mi sarà risparmiata una scelta individuale. Sarebbe bene così. Ma nel caso che io stesso debba decidere di persona sulla mia morte, prego tutti di attenersi ai miei auspici e desideri. Non dovrebbe accadere in un’atmosfera triste e sconsolata, in quel clima in cui i reportage televisivi descrivono il decesso scelto da chi si rivolge ad associazioni per l’aiuto alla morte dolce. Il mio desiderio sarebbe di essere accompagnato e consolato nello spirito, nella mia casa a Tubinga o sul lago Sursee. Accompagnato nell’ultimo viaggio dai miei colleghi, dalle mie collaboratrici, dai miei collaboratori, così vorrei dire addio in modo degno. Poi, una gioiosa messa di ringraziamento potrebbe essere celebrata nella parrocchia, con il canto «Ora ringraziate tutti Dio», e poi verrebbe la mia sepoltura nel cimitero cittadino di Tubinga dove io già dieci anni fa mi sono cercato una tomba per me fianco a fianco di Walter e Inge Jens… Che rimane a uno studioso non più in grado di leggere e di scrivere? Non voglio continuare a vivere come un'ombra di me stesso. Una persona ha il diritto di morire, se non ha più alcuna speranza di continuare a vivere in modo umano secondo la sua concezione personale.

L’Inquisizione di Ratzinger

Nel 1981 il cardinale Joseph Ratzinger fu convocato da Monaco a Roma: come prefetto del Santo Uffizio, oggi chiamato Congregazione per la dottrina della fede…. Su questo periodo della sua vita, quasi un quarto di secolo fino alla sua elezione a Papa, Joseph Ratzinger nella sua autobiografia non dice una parola. Perché questo silenzio? Nei fatti egli appoggiò in ogni modo possibile la linea conservatrice restauratrice di Giovanni Paolo II, e fu quindi il mio più potente antagonista in tutto il gigantesco apparato della più grande multinazionale religiosa del mondo. Che i servizi” della Curia, con laiuto delle moderne tecniche di comunicazione, siano diventati molto “svelti”, me lo aveva fatto notare già il cardinale Montini, sotto Pio XII.

Benedetto XVI invita il suo critico

Ci pensai sopra a lungo, poi inviai la lettera. Proponevo un incontro con Benedetto XVI per parlare delle questioni della fede, quelle che ci uniscono e non quelle che ci dividono. La risposta arrivò da lui: «La ringrazio per lamichevole lettera. Naturalmente sono pronto a un colloquio con lei». Il 31 agosto 2005 il segretario privato del Papa, dottor Georg Gaenswein, mi chiamò, per concordare la data dellincontro.

Lincontro col Papa fu intenso. Rividi il Ratzinger che ricordavo da anni prima: amabile, attento, amichevole, sempre veloce a capire, sempre pronto a una risata spontanea. «E allora, di cosa vogliamo parlare? », mi chiese. Io risposi: «Abbiamo convenuto di non parlare di questioni controverse bensì di questioni chiave della Chiesa e della società». Parlammo a lungo, egli convenne dellimportanza di un Ethos mondiale. Parlammo anche dei dibattiti sull’omosessualità.

Allora in Italia si discuteva della registrazione di unioni gay, favorita da Romano Prodi. Purtroppo il Vaticano allora preferiva a Prodi il frivolo Berlusconi, che teoricamente difendeva la morale cristiana e poi organizzava feste erotiche anche con minorenni.

L’addio al Concilio

Joseph Ratzinger come Papa si lasciò sfuggire la chance storica di trasformare il Concilio Vaticano II nella bussola della Chiesa. Al contrario, minimizzò i testi del Concilio e li interpretò contro i padri del Concilio. Lui parlò di ermeneutica della continuità”. II 15 dicembre 2008 tolse la scomunica contro i vescovi ordinati illegalmente e al di fuori della Chiesa dalla Confraternita ultraconservatrice dei fratelli di Pio, che contesta il Concilio su punti centrali, e conta esponenti come il vescovo Richard Williamson, negazionista dell’Olocausto, ciò che riaprì un conflitto tra il papa e l’ebraismo. Poi reintrodusse la messa medievale tridentina e l’eucarestia somministrata in latino con le spalle al popolo dei fedeli.

Le dimissioni a sorpresa di Benedetto: torna la speranza

Il fatto che il mio ex compagno di studi teologici Joseph Ratzinger fosse pronto ad abdicare, è una cosa su cui non dubitai mai. Egli è un uomo segnato dal senso del dovere e della responsabilità. Ne aveva già parlato in una conversazione con un giornalista. Ma il momento dell’annuncio del suo ritiro mi sorprese totalmente: fu l11 febbraio 2013, proprio la festa tedesca del Rosenmontag, per cui molti di noi pensarono a uno scherzo di carnevale. Ma Ratziner spiegò il suo ritiro con argomenti seri: le forze gli venivano meno, non si sentiva più capace di garantire quella responsabilità. Posso solo immedesimarmi nella sua situazione: affrontava crescenti critiche, soffriva sempre più dello scandalo degli abusi sessuali, poi venne il caso Vatileaks. Per questo commentai la coraggiosa decisione di Joseph Ratzinger con grande elogio e rispetto.

Papa Francesco: un paradosso?

Avevo deciso di dimettermi da ogni incarico nel mio 85mo compleanno. Non mi aspettavo che si realizzasse il sogno di un nuovo risveglio della Chiesa, come fu sotto Giovanni XXIII. E invece il 19 marzo 2013, il mio compleanno e l’onomastico di Ratzinger, un nuovo Papa col sorprendente nome Francesco assume lincarico. Chi sa se Jorge Mario Bergoglio ha pensato al perché nessun altro papa abbia scelto il nome Francesco. In ogni caso l’argentino sapeva bene di richiamarsi a Francesco dAssisi, il figlio di ricchi mercanti che scelse di abbandonare ogni ricchezza. Bergoglio ha subito cambiato stile: niente più mitra con oro e pietre preziose, niente porpore e mantelli, né ermellini, niente scarpe rosse confezionate su misura, niente trono sontuoso con la tiara.

Mi posi subito delle domande, se e come Francesco avrebbe potuto realizzare nella Chiesa d’oggi, contro la Curia, gli ideali di fede di Francesco dAssisi: Paupertas, Humilitas, Simplicitas. Si pone un’altra domanda: una riforma della Chiesa non affronterà serie resistenze? Certo il papa affronterà forze contrarie, soprattutto nella Curia, gli uomini del potere in Vaticano non abbandoneranno volontariamente il potere che hanno il mano dal Medioevo.

Un segnale di speranza da Roma

Dopo poche settimane dall’elezione, papa Francesco convocò otto cardinali a Roma per studiare la riforma della Chiesa e della Curia. Una nuova forma di direzione collegiale della Chiesa si annuncia. Presi questo evento come occasione, per scrivere a papa Francesco una lettera personale, il 13 maggio 2013. Lettera in cui espressi la mia gioia per la prima elezione di un latino- americano e di un gesuita a Papa, e sottolineai la mia gioia per il cambiamento di stile nello spirito di San Francesco dAssisi. Poi scrissi il passaggio chiave: «Per uscire dallattuale crisi della nostra Chiesa, servono certo riflessioni, anche sulla lezione morale, e prima di tutto su riforme strutturali. Sarà molto difficile imporre ciò, per questo Le auguro molta saggezza, coraggio e forza di resistere».

Con mia sorpresa, papa Francesco mi ha risposto. Con una lettera personale scritta a mano. Firma: F., Domus sanctae Mariae”. Ecco il testo: «Gentilissimo dottor Küng, ho ricevuto la sua lettera del 13 insieme a un articolo e due libri, che con gusto” leggerò. Grazie di cuore per la sua amicizia, rimango a Sua disposizione. La prego, preghi per me, perché ne ho davvero bisogno. Che Gesù la benedica, e possa la Vergine aiutarla. Fraternamente, Francesco».

Il 28 giugno ringraziai il papa e gli raccontai di una mia lettera aperta ai cardinali prima del conclave del 2005, accolta con tensione in Vaticano. Negli stessi giorni un alto prelato fu arrestato con due complici per transazioni illegali allo Ior. Poco dopo i vertici della banca dovettero dimettersi. Papa Francesco aveva già nominato una commissione indipendente sulla Banca vaticana. Molte scelte, le prende aggirando la Curia. Sono tutti segni che questo Papa vuol far seguire fatti alle parole e sembra deciso a vere riforme.